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«I nodi irrisolti della sanità calabrese»

Suscitano non poche perplessità le dichiarazioni del presidente della Giunta regionale calabrese quando dice di «aver arginato la pandemia e promette ambulanze del 118 efficienti e dotate di medic…

Pubblicato il: 21/03/2022 – 15:00
di Giusy Iemma*
«I nodi irrisolti della sanità calabrese»

Suscitano non poche perplessità le dichiarazioni del presidente della Giunta regionale calabrese quando dice di «aver arginato la pandemia e promette ambulanze del 118 efficienti e dotate di medici», tralasciando di entrare nel merito dei suoi proclami.
Dall’altra parte tutti i media, asetticamente, parlano di una «nuova ondata di Covid con epicentro proprio in Calabria e di occupazione dei reparti sopra la soglia di allerta del 15%, con la Calabria all’apice con il 31.3%». Questo continuo stato d’emergenza da Covid si ripercuote negativamente sugli altri pazienti calabresi, come quelli oncologici ed ematologici, cui si aggiungono i pazienti affetti da malattie cardiovascolari, per i quali la morbilità e la mortalità è aumentata paurosamente in questa fase pandemica, così come più volte denunciato da autorevoli direttori di società scientifiche.
I calabresi si aspettano di sapere come si intende affrontare il problema logistico/residenziale, vale a dire la grave carenza di posti letto, e quello più generale, legato alla mancanza di prevenzione e cure verso questi pazienti, attesa l’attuale mancanza di risorse adeguate.
L’esperienza pandemica, conseguenza anche della globalizzazione, non può essere considerata un fenomeno transitorio e, proprio per tale motivo, serve un progetto ad ampio respiro, che passi anche attraverso la creazione di un centro Covid regionale, che consenta di gestire al meglio eventuali successive pandemie, senza dover necessariamente sottoporre sanitari e pazienti allo “stress- test’” di un’epidemia.
È pur vero che siamo arrivati impreparati a una crisi sanitaria senza eguali, come quella provocata dal Covid19, oggi però il Covid non è più argomento nuovo ed il consiglio dei Ministri ha riconsegnato la gestione della sanità alla Regione Calabria, al suo presidente regionale, nominato commissario ad acta, pertanto non ci sono più giustificazioni per i ritardi e le inefficienze.
L’argomento centrale, quello della prevenzione e programmazione, fin qui è stato affrontato in modo frammentario dall’attuale governo regionale e con iniziative sporadiche. È evidente che manca un progetto globale di riforma sanitaria regionale che, partendo dalle eccellenze esistenti nella medicina territoriale ed ospedaliera calabrese, possa portarci ad un sistema sanitario moderno e competitivo.
Il commissario ad acta regionale preannuncia, tra le altre cose, «la disponibilità di ambulanze del 118 efficienti e dotate di medici», notizia di cui siamo contenti ma non specifica se sono in previsione nuove assunzioni di personale sanitario, stante la cronica carenza; se intende attrezzare le vecchie ambulanze, ormai desuete, ma ancora in circolazione, o se ne verranno acquistate delle nuove, tecnologicamente avanzate, in grado di fare immediata diagnosi – per patologie come l’Infarto – come si fa in molte regioni d’Italia. In tal caso, si dovrebbe pensare anche alla digitalizzazione delle strutture sanitarie ed a creare un sistema di servizi integrato in rete, che consenta, in tempo reale, il controllo e la valutazione dei parametri utili a formulare tempestivamente una diagnosi.
In questo momento storico, in cui c’è un notevole disavanzo in sanità, che non può essere posto in capo ai calabresi; livelli essenziali di assistenza sotto la soglia ed una migrazione sanitaria verso il Nord, che svuota le casse della regione, i calabresi chiedono efficienza e buona sanità. È necessario ripartire dalla riorganizzazione della rete dell’emergenza- urgenza; realizzare, finalmente, quella terapia intensiva pediatrica di livello avanzato, tanto assente quanto attesa dai cittadini calabresi; creare percorsi assistenziali integrati tra territorio ed ospedale, il che significa riorganizzare il territorio e decongestionare gli ospedali. Nodi questi della sanità calabrese, che insieme a tanti altri, ad oggi restano irrisolti ed intanto in Calabria si muore ancora perché le ambulanze del 118 arrivano in ritardo e quando arrivano sono sprovviste di medici. E questo non si può più consentire.
Si auspica, da questo momento, un’inversione di rotta in sanità. Serve un diverso impianto istituzionale, con la Regione ed il Governo che remano nella stessa direzione, il costante coinvolgimento dei soggetti istituzionali interessati ed il confronto costruttivo con le competenze presenti nel mondo sanitario calabrese: solo così si potrà garantire ai calabresi la tutela del diritto alla salute, che, ancora oggi, risulta il grande assente al momento di legiferare.

*presidente assemblea regionale Pd Calabria

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