LAMEZIA TERME «Di fronte a un numero significativo di cittadini ucraini, in particolare donne e bambini, che in queste settimane stanno giungendo anche nella nostra regione, nella nostra città e nell’hinterland lametino, una città come Lamezia ha il dovere morale di dare una risposta adeguata in termini di accoglienza e assistenza a centinaia di persone che stanno scappando dalla guerra, portando negli occhi e nel cuore l’orrore delle bombe e della distruzione. Ho presentato una mozione – scrive in una nota Rosario Piccioni consigliere comunale Lamezia Bene Comune – che chiederò di inserire nell’ordine del giorno del consiglio comunale di mercoledì prossimo, per chiedere che gli alloggi ultimati del complesso turistico residenziale di Ginepri possano essere utilizzati per dare ospitalità temporanea ai rifugiati provenienti dall’Ucraina ed eventualmente da altre zone di guerra. La “storia” del complesso turistico di Ginepri si inserisce nella lunga serie di progetti, frutto di qualificate attività programmazione che hanno consentito alla nostra città di intercettare finanziamenti importanti negli anni passati, quasi completamente fermi da 7 anni. É un dato di fatto incontrovertibile: ottenuto un finanziamento Pon di oltre un milione e mezzo di euro nel 2013, l’amministrazione comunale di allora aveva avviato la riqualificazione di alcuni alloggi confiscati in località Ginepri per dare vita a un complesso turistico che, come rilevato già in fase di progettazione da autorevoli rappresentanti del turismo sociale a livello nazionale, poteva porsi come una realtà all’avanguardia nell’ambito del turismo sociale a livello regionale e nazionale. Un’opportunità per possibilità di trascorrere periodi di vacanza a famiglie in situazioni di disagio, comunità, realtà del terzo settore. Un’opera altamente innovativa anche dal punto di vista infrastrutturale, essendo dotata di un impianto di produzione di energia da pannelli fotovoltaici, garantendo quindi una parziale autosufficienza energetica della struttura e una riduzione dei costi di gestione. Già da oltre tre anni è stata completata la fornitura degli arredi, tutti nuovi e di qualità eccellente, abbandonati e inutilizzati come tutto il complesso. E, come sempre avviene in questi casi, oltre al danno anche la beffa: il Comune sta continuando a pagare annualmente ingenti spese di condominio. É evidente che, per la prossima estate, non ci sono i tempi per avviare quel progetto turistico che dovrebbe essere la finalità originaria del complesso. Oggi, però, abbiamo la possibilità di “aprire i cancelli” e mettere in moto la struttura per rispondere a un’urgenza umanitaria che interpella il nostro territorio e la nostra comunità. Il Comune da solo, per le note ragioni che conosciamo, non ce la farebbe mai a gestire una struttura di questo tipo: per questo è fondamentale fare rete e coinvolgere, dalla progettazione alla gestione, la Caritas e le tante realtà dell’associazionismo cittadino che in questi giorni drammatici stanno dando una prova straordinaria di umanità e professionalità. Piuttosto che continuare a tenere chiuso un progetto di questo tipo, rendiamolo subito disponibile per dare una risposta in un momento drammatico per l’umanità intera. La dichiarazione da parte del governo dello stato di emergenza umanitaria per l’Ucraina consentirà di bypassare eventuali ostacoli e lungaggini burocratiche come del resto si è già fatto per il centro polifunzionale di via del Progresso, aperto in poche settimane dopo anni di immobilismo e “trasformato” in hub vaccinale per la vaccinazione anti-Covid. Messa in funzione in tempi brevi la struttura di Ginepri, una volta terminata l’emergenza, sarà molto più semplice poi “riconvertirla” per la sua finalità originaria e potremo certamente mettere a valore la sinergia tra Comune e associazioni anche per la gestione del futuro complesso turistico. Confido che tutto il consiglio comunale – conclude Piccioni – possa sostenere questa proposta che potrà essere presentata dal sindaco al tavolo tecnico, coordinato dalla Caritas, costituitosi nei giorni scorsi con tutti i soggetti impegnati a vario titolo nell’accoglienza e nell’assistenza ai profughi».
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