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Le picconate della Federazione del Pd a Stasi: «Il suo carrierismo consegna la Provincia al centrodestra»

Partita la caccia alle streghe. Al sindaco di Corigliano Rossano vengono addossate tutte le responsabilità della sconfitta di Nociti

Pubblicato il: 21/03/2022 – 18:14
Le picconate della Federazione del Pd a Stasi: «Il suo carrierismo consegna la Provincia al centrodestra»

CORIGLIANO ROSSANO I messaggi distensivi sono serviti a poco. Anzi, probabilmente hanno esacerbato gli animi. Sembrano essersi incrinato, e di molto, i rapporti tra il Partito democratico e Flavio Stasi. La sua candidatura “a tutti i costi” a presidente della provincia, dopo essere stato sedotto e abbandonato, ha fatto scaturire le ire della Federazione del Pd cosentina. E non solo.
Da questa mattina è partita la caccia alle streghe. Parte del Pd imputa a Stasi tutte le responsabilità della sconfitta. Un’altra abbondante fetta punta la gestione commissariale e quindi Francesco Boccia (ne abbiamo riferito qui e qui). Nel mezzo, tutti quegli amministratori del Pd – e non sono pochi – che il sindaco di Corigliano Rossano ha intercettato, cavalcando la delusione degli scontenti o di chi mal sopporta la gestione verticistica del partito.
Ad ogni modo, che la candidatura di Flavio Stasi abbia messo in discussione le relazioni diplomatiche imbastite nei mesi scorsi col Pd, sembra evidente. In politica mai dire mai, ma ai messaggi distensivi inviati dal giovane sindaco questa mattina (ne abbiamo parlato qui) dalla Federazione cosentina sono giunti in risposta solo strali.
L’aver rappresentato l’ago della bilancia «trasversale» nelle dinamiche elettive dell’ente intermedio – nonostante sia stato fortemente ridimensionato nelle funzioni dalla seppur strozzata riforma Delrio – è peccato mortale che i dem difficilmente perdoneranno. Stasi è indicato dalla Federazione quale unico colpevole della sconfitta di Ferdinando Nociti, candidato designato, perché entrambi hanno attratto consensi nella medesima area di riferimento, il centrosinistra.
E non è da escludere che le responsabilità addossate a Stasi non possano avere ripercussioni anche nella tenuta della sua già flebile maggioranza a Corigliano Rossano. Anche perché è evidente come qualche segnale sia già partito dai piani alti di largo del Nazareno, via – appunto – Federazione.
L’ennesima débâcle sembra troppo cocente per il Pd per due ordini di motivi: per i dem provinciali Stasi è avvertito come colui che ha indirettamente agevolato la vittoria di Rosaria Succurro e murato l’ingresso ad un ente ormai depotenziato ma con le attenzioni rivolte alle opportunità offerte dal Pnrr.
La Federazione provinciale – espressione della catena di comando che parte da Roma, ancorché a gestione commissariale coordinata da Francesco Boccia col quale Stasi si era incontrato più volte – prende a picconate la corrispondenza tra il primo cittadino jonico ed il partito, nonostante i messaggi inviati questa mattina.
Non solo. Potrebbe complicarsi di molto anche la “stasizzazione” del Pd di Corigliano Rossano, ovvero il tentativo di scalata rimproverato al sindaco, il quale, secondo le ricostruzioni di una buona parte del Pd di Corigliano Rossano, aveva già immaginato il percorso propedeutico al suo ingresso nel partito: far tesserare alcuni suoi fidati sostenitori e piazzare una fedelissima, Maria Cacciola, quale candidata alla segreteria cittadina.

«Il carrierismo di Stasi consegna la Provincia al centrodestra»

La Federazione cosentina non concede alcuna attenuante anche quando analizza i numeri e ipotizza che i mancati voti a Stasi, quegli amministratori che avevano sottoscritto la sua candidatura ma senza trasformare la firma in consenso, erano tutti di centrodestra. Col quale avrebbe flirtato – sono le accuse di trasversalismo – per raccogliere le firme necessarie alle “presidenziali”.
«L’autoreferenzialità e l’arrivismo di Stasi regalano la Provincia al centrodestra, che oggi lo ringrazia. Il sindaco di Corigliano Rossano, infatti, è caduto a pieno nel tranello organizzato dal centrodestra stesso – recita la nota della Federazione – che lo ha sostenuto dapprima nella raccolta delle sottoscrizioni, per consentirgli la candidatura e poi tenerlo in campo come testa di legno. Valutando ed analizzando il dato delle elezioni, è evidente come gli amministratori che hanno sottoscritto la candidatura di Stasi, ma venuti meno per lui alle urne, siano confluiti tutti tra gli elettori della neo presidente Succurro. La matematica non è un’opinione».
I dem rammentano poi alcuni passaggi, proprio quelli compiuti nelle tappe di avvicinamento tra il partito e Stasi, ovvero quei «numerosi tentativi di dialogo, mossi dal Partito democratico provinciale e regionale verso il candidato Stasi, al fine di individuare una soluzione unitaria e condivisa sulla candidatura alla presidenza della Provincia che non hanno avuto alcun utile seguito, se non quello di irrigidire le posizioni del sindaco di Corigliano Rossano; il quale non ha ritenuto, neanche per un istante, di poter essere messo in discussione, rigettando ogni invito al confronto, anche con altri altrettanto autorevoli candidati».
La federazione sottolinea poi che la candidatura di Nociti era quella più appropriata, anche in virtù del risultato ottenuto, «avendo doppiato il risultato ottenuto da Stasi che ha comunque deciso in autonomia di candidarsi, in sfregio ad ogni forma di confronto, rispetto al quale quest’ultimo, evidentemente, non è abituato».
«Stasi – riferisce la nota dem – d’altro canto, è probabile che sia alla ricerca di un “bonus” politico post consiliatura e rispetto a tanto il Partito Democratico non può ridursi a mero strumento carrieristico».
I dem ricordano al primo cittadino jonico come anche due anni fa abbia «provato già a candidarsi, non riuscendoci per mancanza del numero minimo di sottoscrizioni, pur tentando a intrecciare, anche in quella occasione, rapporti trasversali col centrodestra».
«Questa volta, invece, il Partito democratico, lo ha immeritatamente invitato ad un tavolo di discussione con l’intera coalizione di centrosinistra per giungere all’individuazione di un candidato il più possibile condiviso, ma non accettandone le regole di confronto, Stasi, ha ritenuto di alzarsi e di andarsene sbattendo la porta. È evidente come il sindaco di Corigliano Rossano non sopporti di essere messo in discussione – concludono dalla Federazione di Cosenza – e tali atteggiamenti ne confermano, ancora una volta, i grandi limiti politici». (lu.la.)

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