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«Il centrosinistra paga l’aver voluto appiattire le variegate anime identitarie»

«Eletta Rosaria Succurro alla Presidenza della Provincia di Cosenza, a lei vanno i miei auguri di buon lavoro garantendole la piena collaborazione in qualità di consigliere provinciale sento la ne…

Pubblicato il: 22/03/2022 – 9:25
di Alessandro Porco*
«Il centrosinistra paga l’aver voluto appiattire le variegate anime identitarie»

«Eletta Rosaria Succurro alla Presidenza della Provincia di Cosenza, a lei vanno i miei auguri di buon lavoro garantendole la piena collaborazione in qualità di consigliere provinciale sento la necessità, però, di analizzare l’esito del voto che sancisce una drammatica sconfitta del centro sinistra che ha perso la guida dell’ente intermedio.
Ritengo che non aver votato il 18 dicembre scorso, insieme alle elezioni per i consiglieri provinciali, sia stato un primo errore, considerato che questo avrebbe determinato di orientare una scelta di campo netta nella guida dell’ente; il risultato ha infatti espresso un numero eguale di consiglieri; il centro destra non aveva ancora un candidato. Ha prevalso ancora una volta la divisione, il risultato, infatti, è che il centro sinistra ha perso la potenzialità di un 57,75% regalando la Presidenza al centro destra con il 42,25%. Purtroppo il centrosinistra paga lo scotto antico di aver voluto appiattire le variegate anime identitarie, riducendosi a raggruppamento di comitati elettorali, privo di una regia ben definita che punti a raggiungere degli obiettivi; ci si avviluppa in guerre tra correnti, se non addirittura fra persone. In questa mancanza di visione, grande responsabilità ha avuto il Partito Democratico e il suo commissario, Francesco Boccia, che ha puntato semplicemente a creare una sua corrente, con due sub commissari, che lo garantissero a Roma, e delle sorti cosentine poco o nulla gli importa. E, a ragion veduta, bisogna ringraziarlo che non ha messo mano al Comune di Cosenza, altrimenti sarebbe stata un’altra debacle.
Inutile, ora recriminare sui candidati che si sono misurati in una competizione elettorale. La censura, semmai, va ad un gruppo dirigente che nulla ha fatto per evitare uno scontro.
La politica serve a costruire un dialogo, non a demonizzare, in questo caso, “il terzo”. Gli errori si pagano ma qui il prezzo salato è a carico delle seconde file di una classe dirigente destinata a sopportare le inefficienze di un leader fatta tale non per autorevolezza conquistata, ma per prestare il fianco all’autoreferenzialità».

*Sindaco di Aprigliano

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