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«No alla chiusura del poliambulatorio di Motta San Giovanni»

Calabria resistente e solidale: «L’emergenza continua e ancora nessuna stabilizzazione per i precari Covid. Venerdì il sit it»

Pubblicato il: 22/03/2022 – 10:23
«No alla chiusura del poliambulatorio di Motta San Giovanni»

REGGIO CALABRIA «Nonostante i proclami del presidente Occhiuto, in Calabria si continua a chiudere strutture fondamentali per la prevenzione e per garantire i servizi sanitari alla popolazione anziana, in una fase nella quale i contagi dovuti al Covid, nella nostra Regione, si attestano mediamente sui 3000 al giorno. In una situazione pandemica che rimane grave il presidente della Giunta regionale non trova alcuna soluzione per la stabilizzazione dei 1800 precari Covid, a cui va il nostro sostegno e che scenderanno nuovamente in piazza venerdì 25 marzo, a fronte di gran parte dei fondi Covid non spesi». E’ la denuncia diffusa a mezzo stampa di Calabria resistente e solidale. «Tutto ciò si inserisce nella carenza drammatica di personale nelle strutture ospedaliere e territoriali della nostra regione. I tagli di personale intervenuti in questi anni, circa 4mila unità, è stato rimpiazzato solo parzialmente con tutte le tipologie di contratti precari, quelli senza diritti per intenderci. Queste le misure di tagli indiscriminati adottate nella nostra regione, con il consenso del centro destra e del centro sinistra, che hanno distrutto la sanità calabrese e di fatto negano il diritto alla tutela della salute costituzionalmente garantito, nonostante l’indebitamento continui a crescere. Questa è la condizione della nostra sanità. In queste condizioni – continua la nota – stiamo fronteggiando la pandemia. Una situazione disastrosa che mette in discussione quotidianamente la vita del personale sanitario e la nostra, per la quale nulla di concreto si è realizzato per potenziare gli ospedali ed il territorio, per stabilizzare il personale già in servizio ed assumerne di nuovo per ridurne la cronica deficienza, per potenziare le Terapie Intensive, che vede la Calabria ultima. Cosa, peraltro, che va fatta in presenza di una profonda riorganizzazione territoriale che metta al centro del sistema salute – presidi territoriali, poli ambulatoriali di ricerca diagnostica e specialistica, di prevenzione primaria, di profilassi generalizzata. Strutture poliambulatoriali che rispondano all’esigenza di accertamento in un quadro epidemiologico studiato e corrispondente al territorio, in cui il Presidio ospedaliero è sostanzialmente funzionale alla cura dell’insorgenza acuta delle malattie. Territorio in cui deve essere fortemente caratterizzato il ruolo attivo dei medici di medicina generale, quali attori principali dell’accesso al sistema salute, e con strutture di riabilitazione e cronicità idonee alla necessità della popolazione. Quindi occorre partire dai Distretti territoriali e dalle Strutture di base, con la creazione di un sistema gestionale ed amministrativo che faccia piazza pulita dell’attuale sistema colluso e connivente. Inoltre, al contrario delle solite ricette messe in campo per ridurre il disavanzo, proponiamo ben altri e diversi interventi che non rechino alcun pregiudizio alle prestazioni erogate, né tanto meno ledano il diritto alla salute dei cittadini. Occorre agire – conclude Calabria resistente e solidale – per ampliare l’offerta pubblica delle prestazioni, ridurre i convenzionamenti ai privati».

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