REGGIO CALABRIA Nei giorni in cui una Mariupol devastata dalle bombe viene accostata a Guernica, torna in mente il celebre adagio di Pablo Picasso: serve tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino. Ed è proprio grazie a loro, alle decine di studenti dell’Istituto Comprensivo “De Amicis-Bolani”, che la piazza di Reggio Calabria si tinge dei colori dell’arcobaleno per mandare un inequivocabile messaggio di Pace.
Il moto di solidarietà che sta attraversando il paese non lascia indifferente la città dello Stretto. Sono già 8 i giovani ucraini, provenienti da altrettante famiglie, accolti dalla scuola. «Oggi – dice il dirigente scolastico del “De Amicis-Bolani”, Giuseppe Romeo – c’era la mamma di uno degli alunni inseriti nelle nostre classi». In Piazza Italia, luogo di approdo del corteo partito da Piazza Duomo, non si parteggia per gli oppressi o gli oppressori, ma si condanna la guerra come strumento di morte ed oppressione degli innocenti. «Tutta la comunità – continua Romeo – si è stretta a loro per accompagnarli non solo nell’inclusione, ma nel loro crescere tra gli uomini indipendentemente se sono in Ucraina o in Calabria, come cittadini del mondo. Spero che se un giorno torneranno nella loro patria potranno ricordare questo tempo con noi come qualcosa di bello dicendo: io c’ero e mi hanno voluto bene».
Gli sguardi della piazza sono pieni di speranza, ma anche della consapevolezza data da un percorso che ha culmine nella giornata odierna. «Questo è il momento esteriore di un percorso attraverso e nei banchi, che è andato oltre, verso l’acquisizione delle competenze, soprattutto di cittadinanza. Ognuno di questi piccoli potrà diventare il cittadino del domani se avrà acquisito i valori della cittadinanza attiva e del rispetto, della pace». Quello dei più giovani è un messaggio che funge da sveglia anche per l’intera comunità di Reggio Calabria, come sottolineato dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, che nel suo discorso non nasconde l’emozione nell’ascoltare le parole dei piccoli-grandi cittadini attivi. «Oggi i ragazzi ci hanno dato una lezione di vita. Ci hanno commosso nelle parole dette e nelle storie raccontate. Quello che ha fatto la scuola forse dovrebbero farlo più i potenti della Terra. Speriamo che questo grido possa arrivare a chi domani dovrà decidere di far cessare questa maledetta guerra». La manifestazione si apre e si chiude con l’inno di Mameli suonato dall’orchestra della scuola. Tra i giovani musicisti c’è Viktoria. La sua è una di quelle tante storie che ricorda quel grande intreccio di vite che non può farci sentire esenti di fronte al conflitto. Nata a Reggio Calabria da padre ucraino e madre polacca sente tutta la preoccupazione di questo momento. «Bisogna sempre fare la propria parte contro la guerra», dice. «La voce di tutti, soprattutto dei giovani, può arrivare alle potenze per fare in modo che si possa trovare una soluzione. Incontri come quello di oggi sono utili e importanti e credo che davvero possano servire a cambiare le cose». (f.d.)
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