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Stasi: «L’idea di una candidatura diversa è esigenza politica di centinaia di amministratori»

Il sindaco di Corigliano Rossano risponde alla Federazione provinciale del Pd dopo le elezioni per la presidenza dell’ente intermedio

Pubblicato il: 22/03/2022 – 16:14
Stasi: «L’idea di una candidatura diversa è esigenza politica di centinaia di amministratori»

CORIGLIANO ROSSANO «La nota dell’”ufficio stampa della Federazione Provinciale del PD Cosenza” chiama in causa, molto impropriamente, il nostro percorso politico come presunta causa della loro sconfitta alle elezioni provinciali. Credo che ogni analisi sia legittima e di questa basta leggerne il contenuto per comprendere il livello di autoreferenzialità raggiunto ormai da una piccola parte di un gruppo dirigente – ben diverso dalla base – che si dimostra incapace di compiere uno dei doveri basilari di una classe dirigente: quello di assumersi delle responsabilità. Ad ogni modo la nota rappresenta l’occasione per sottolineare qualche semplice aspetto, per noi francamente superfluo, ma utile a comprendere realmente il dato elettorale». Il sindaco di Corigliano Rossano così replica in una nota alla Federazione dem cosentina (ne abbiamo parlato qui).
«Il centrosinistra notoriamente vanta una larga maggioranza tra gli amministratori locali della Provincia. Eppure – scrive Flavio Stasi – secondo il cosiddetto “ufficio stampa eccetera” coloro che ci hanno sostenuto sarebbero amministratori di centrodestra. Non ci vuole una laurea in statistica per capire che, se questo fosse vero (quindi se la scelta del candidato indicato dai vertici Pd fosse stata condivisa ed inclusiva per tutto il centrosinistra) allora il centrodestra vanterebbe il 62% delle amministrazioni locali della provincia di Cosenza. Con molta modestia, pur non potendo vantare le alte scuole politiche di gruppi dirigenti illuminati, mi sembra che qualche conto non torni, per usare un eufemismo. Piuttosto mi soffermerei sul dato di alcune fasce nelle quali nonostante il centrosinistra vantasse una maggioranza schiacciante, il centrodestra ha eguagliato addirittura la sommatoria di noi altri due candidati».
«Cosa significa? Che una parte degli amministratori del centrosinistra e del Pd, che non ha condiviso le spartizioni autocratiche, lo ha espresso (oltre che con le firme) con una scelta genuina e dignitosa; un investimento non tanto su di me, ma sull’idea di aprire una nuova prospettiva politica, come in effetti sta succedendo. Gli altri, evidentemente, con il preciso intento di far perdere, hanno votato il centrodestra. Piuttosto di cercare insostenibili alibi smentiti dall’evidenza – sottolinea Stasi – credo sia opportuno analizzare i percorsi, soprattutto quelli mancati, ed assumersene la responsabilità, principalmente per evitare di ripeterli per la settantacinquesima volta. Per quanto riguarda il resto, mi limito a sottolineare un dato sconcertante: quante sono state le occasioni di confronto politico e di dibattito tra gli amministratori appartenenti al campo del centrosinistra prima e dopo della presentazione delle candidature? Zero. Parliamo di passaggi elementari. Probabilmente la disabitudine al confronto e l’abitudine al carrierismo sfrenato hanno indotto i più a credere che ogni questione si potesse risolvere con una nuova spartizione dei/tra vertici, quindi con un caffè al bar oppure un giropizza».
«Non si è voluto minimamente comprendere ciò che il dato elettorale, invece, ha reso cristallino – conclude Flavio Stasi – ovvero che l’idea di una candidatura diversa, autonoma, fosse l’espressione dell’esigenza politica di centinaia di amministratori che ora, evidentemente, ripartono da questo risultato, smentendo con dignità le scelte operate da gruppetti di potere e che hanno ritrovato la voglia e l’entusiasmo di rimettersi in rete, di confrontarsi, di costruire un fronte largo, democratico, plurale»

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