ROSARNO Una fabbrica di filati in un immobile sequestrato ai clan della ‘ndrangheta nel porto di Gioia Tauro. È il progetto messo in piedi da Maria Rosaria Russo, dirigente scolastica dell’istituto di istruzione superiore “Piria” di Rosarno e Laureana di Borrello. Un’iniziativa per creare occupazione e sensibilizzare gli studenti sui temi della legalità. «Il nostro istituto ha 30 indirizzi, fra cui uno sul sistema moda. Teniamo dei corsi serali per gli adulti in difficoltà e pensiamo di dare loro uno sbocco occupazionale con la nostra iniziativa» spiega all’Agi la dirigente scolastica. «Già nel 2016 – racconta – abbiamo partecipato a un bando per l’acquisizione di 16 ettari di terreni confiscati alla ‘ndrangheta che utilizziamo per il nostro istituto agrario, quindi so già come si gestisce un’azienda. Sempre in un immobile confiscato, abbiamo realizzato la casa della musica inaugurata nel novembre scorso».
La fabbrica di antichi telai si inserisce nel progetto di recupero della coltura della ginestra avviato dalla Uil calabrese. Sensibilizzare le giovani generazioni sui temi della sostenibilità “green”; valorizzare gli antichi filati, in particolare i filati in ginestra con l’obiettivo di creare nuovo indotto economico e futura occupazione nella Piana di Gioia Tauro sono le finalità messe nero su bianco nel progetto. «Ho già effettuato un sopralluogo nel capannone con azienda annessa. C’è pure un auditorium» aggiunge Maria Rosaria Russo.
La fabbrica di telai tradizionali occuperà 30-40 persone che avranno le conoscenze tecniche necessarie acquisite nel corso di incontri formativi con gli studenti e la tutor esterna, Anna Rita Mancuso, segretaria regionale della Uiltec, durante i quali, dopo la formazione iniziale relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro, la campagna di sensibilizzazione Uil #ZeroMortiSulLavoro, e le tematiche affrontate relative a mobbing, stalking e cyberbullismo, gli studenti hanno iniziato ad apprendere le prime tecniche di lavoro connesse al settore tessile e in particolare ai tessuti eco sostenibili, in particolare la lavorazione del filato di ginestra e la maglieria realizzando sciarpe in maglia. I ragazzi sono stati impegnati nelle attività di packaging con materiali di riciclo. Entro il 2022, acquisita la struttura, la preside spera di vedere realizzato il tassello finale del suo progetto, intitolato “Moda sostenibile il Verde-il Blu-il Rosa”. «Abbiamo scelto questo titolo – spiega Anna Rita Mancuso – dopo la lettura del libro “Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica” di Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford. Il verde e il blu sono due colori che salveranno il mondo, come dice Floridi. Il verde – continua la sindacalista – raccoglie non solo l’ambientalismo biologico ma tutti gli ambienti (urbani, economici, politici). Il blu, invece, raccoglie tutte le tecnologie digitali, che vanno dai big data all’IoT, fino alle app o all’intelligenza artificiale. Il digitale messo al servizio del verde è l’abc di un progetto umano per il Ventunesimo secolo».
«Abbiamo scelto il colore rosa – continua Anna Rita Mancuso – per trasmettere un messaggio positivo: raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze. Le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. Le donne e le ragazze contribuiscono in misura sempre maggiore a plasmare le trasformazioni globali e le nuove generazioni sono attive in movimenti globali e di base che sostengono una transizione verde e giusta, la parità di diritti per tutti e per tutte, la democrazia e società pacifiche e inclusive. Questo dimostra che un cambiamento in positivo è possibile. Un cambiamento – sottolinea – che per noi può passare anche dalla rivalutazione della ginestra, perché siamo convinti che creare lavoro dalla ginestra è possibile. Offrire alle nostre giovani generazioni un’opportunità professionale attraverso lo sviluppo di una delle colture storiche della Calabria può diventare fattibile. La collaborazione con gli istituti scolastici – prosegue – può portare alla corretta progettazione e all’applicazione pratica dei processi di circolarità economica, gli unici in grado di tenere in contatto la spinta alla crescita e la necessità che questa sia verde e scevra da diseguaglianze sociali e territoriali. È questo – dice infine – un primo stimolo nella direzione di portare a compimento un progetto più ambizioso: quello di creare un laboratorio tessile, di farlo mettendo a sistema i fondi nazionali ed europei, per trasformare un laboratorio scolastico in un’opportunità professionale: la formazione trasformata in lavoro tangibile, occupazione legale e sicura come sosteniamo da tempo attraverso la campagna Zero morti sul lavoro».
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