LAMEZIA TERME Il tono e il registro utilizzati in questi ultimi due giorni a Catanzaro non cambiano, anzi. Anche negli studi de L’altro Corriere Tv, il responsabile nazionale degli enti locali del Partito democratico, Francesco Boccia, nonché commissario del Pd di Cosenza, rimarca quelle che sono – a suo dire – le responsabilità, gravi, della sconfitta alle ultime provinciali di Cosenza. Elezioni di secondo grado, certo, ma comunque importanti per il percorso di rinnovamento del partito, voluto e partito dopo l’elezione a segretario di Nicola Irto, con un occhio (anche più di uno) agli scenari politici di Catanzaro in vista dell’elezione del prossimo sindaco.
Ospite di Ugo Floro nell’ultima putata di “20.20”, Boccia ha da subito sottolineato le ambizioni di un Pd che, all’interno di un panorama politico in movimento, sta comunque cercando di diventare appetibile. «Sono presente in tutta Italia – ha rimarcato Boccia – sono stato a Palermo, sarò a Parma. Tutto però si interseca, tutto dipende dai gruppi dirigenti, dalle comunità e la capacità di fare squadra. Devo ammettere che al Sud è dura, soprattutto quando si perde. Siamo però ad una svolta epocale con tante nuove figure che si affacciano, tanti giovani».
Quello di Francesco Boccia con la Calabria è comunque un rapporto autentico, non solo per via delle ultime vicende politiche, ma anche la fase storica della pandemia da Covid-19 e poi con gli sconvolgimenti globali che stanno influenzando inevitabilmente le classi dirigenti. «In questo scenario – ha ricordato Boccia – sta venendo fuori il profilo della Repubblica italiana fondata sugli enti locali. Noi non siamo gli Stati Uniti, il nostro Welfare funziona se funzionano gli enti locali e la pandemia con tutta la sua drammaticità ce l’ha ricordato, con i sindaci che spesso, almeno nella fase più drammatica, sono stati costretti a portare la spesa a casa dei cittadini. L’insegnamento che ci resta è che i servizi essenziali non devono mai essere sacrificati come scuola e sanità».
Spazio poi nel corso della puntata alla politica calabrese, a cominciare da Catanzaro in vista dell’elezione del prossimo sindaco. Boccia non si tira indietro, neanche se “punzecchiato” da Ugo Floro sul caffè preso in centro insieme a Talerico. «I rapporti sono buoni con tutti – spiega Boccia – il caffè lo abbiamo preso insieme anche ad Irto ma devo dire – e lo ammette sorridendo – che ci siamo confrontati sulla qualità del caffè catanzarese». «Aldo Casalinuovo – ha spiegato poi Francesco Boccia – con grande senso di comunità e generosità politica ci ha permesso di allargare il campo. Accanto a Nicola Fiorita, candidato dei progressisti uniti, e sono convinto ci saranno novità, è iniziato un cammino che è quello che a noi piace».
E se da una parte Boccia sottolinea l’importante gesto di Casilinuovo, «con grande senso di comunità e generosità politica ci ha permesso di allargare il campo», dall’altra non sono state certo parole al miele quelle spese per Donato. «È il candidato di una parte della destra e questo mi dispiace. Si sta prestando ad un’operazione di mascheramento dei disastri di questi ultimi anni. Ho stima personale, è stato nostro compagno di partito per molto tempo, ma quando un compagno si perde per strada c’è amarezza. A me spiace perché è stato l’unico a non volere le primarie. Quando uno parte solo da se stesso è difficile costruire, la politica è tenersi per mano, è costruire un progetto comune». Poi l’affondo: «A Catanzaro il centrodestra si nasconde dietro Donato ma la città è piccola, è ferita e lacerata, non ha più il mordente che aveva 20 anni fa. Accadeva sempre qualcosa qui, ma in questi anni sono andate via tante persone e non c’è stato alcun processo di ricostruzione». E infine l’endorsement per Fiorita: «Ho sempre pensato che le campagne elettorali, e ne ho viste tante anche in prima persona, si facciano soprattutto con gli elettori e i riferimenti dei partiti devono essere in grado di aggregare il più possibile. Se accanto a Fiorita nasce una rete di persone, Catanzaro potrà avere dei garanti sul cambiamento vero della città».
Spazio poi al capitolo Cosenza. Croce e delizia del Pd nel giro di pochi mesi, dalla vittoria di Franz Caruso alla guida della città alla sconfitta nelle elezioni provinciali, con la vittoria di Rosaria Succurro, candidata unitaria del centrodestra. Unità che invece non c’è stata nel fronte opposto. Le responsabilità secondo Boccia sono molto chiare: «Ritengo gravissima la scelta di Flavio Stasi che idealmente si colloca tra i progressisti ma invece fa il gioco della destra. Il suo è un atteggiamento narcisista che fa vincere la destra, perché quando un politico parte da se stesso, succede che parli solo di se stesso». Francesco Boccia ricorda poi come ad un certo punto abbia «dovuto prendere una decisione dura, scegliere il candidato Franz Caruso. «Poi lì abbiamo vinto perché c’era il secondo turno altrimenti avremmo perso, non ci sono dubbi. Ecco, serve un nome unico e non le frammentazioni». Sul fallimento delle Provinciali Boccia è convinto che «Nociti fosse un ottimo candidato perché provato, rodato pesantemente, ma aveva bisogno di una rete di amministratori proprio perché non vota il popolo. Se ci fosse stato un altro non sarebbe cambiato nulla, con Stasi che ha intercettato una sparuta minoranza di amministratori, portandoci di fatto alla sconfitta».
Frammentazioni quelle nel Pd di Cosenza che non lasciano dormire a sonni tranquilli Boccia: «Ogni volta che fai una scelta c’è sempre qualcuno che va per la sua strada. Io ho trovato sette-otto nomi, ad esempio, e non c’era neanche quello di Franz Caruso. Abbiamo rischiato l’osso del collo in caso di sconfitta mentre il congresso di Cosenza si è fermato a causa dei ricorsi, le solite frammentazioni. Io non sono mai entrato nelle dinamiche, io ho solo nominato due sub commissari che mi sembravano fuori dalle discussioni: Zagarese e Locanto. Ci sono persone che hanno poi riportato in circolazione una certa idea di partito, come Pecoraro e Tursi candidato all’ultimo momento, dando un contributo in prima linea. I ricorsi sono l’esempio di una conflittualità trascinata da gruppi e solo per fare interposizione». Ma ricorda poi Boccia che «i territori si autogestiranno ma sempre seguendo le regole del Pd».
Un’analisi poi anche sui primi mesi di governo di Roberto Occhiuto. «Ha avuto dalla sua – spiega Boccia – un governo di unità nazionale che ha dato tutto a tutti all’uscita dalla fase della pandemia. Non ha alibi, tutto quello che il governo poteva fare l’ha fatto, al di là dei colori politici, comprese le risorse avversate dal centrodestra». «Noi siamo lì a controllare azioni e atti, il Pd ci sarà sempre quando si faranno operazioni a favore dei cittadini calabresi, ma su salute e scuola non faremo sconti a nessuno». (Gi. Cu.)
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