REGGIO CALABRIA Nella sezione distaccata del Tribunale amministrativo regionale (Tar) torna la celebrazione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudizio dopo la sospensione dell’anno trascorso dovuta alla pandemia. Nella sala delle udienze, il presidente Caterina Criscenti espone la sua relazione introduttiva davanti a circa 90 persone tra comprese tra esponenti del mondo dell’avvocatura, della magistratura, autorità ed istituzioni. Ad arricchire l’appuntamento di questo 2022 sono le presenze, citate dallo stesso presidente del Tar di Reggio, del presidente del Tar Catanzaro Giancarlo Pennetti, di Michele Papa, in rappresentanza del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, del consigliere Salvatore Gatto Costantino, componente del direttivo di Anama (Associazione nazionale magistrati amministrativi).
«Nel 2021, presso la sezione staccata di Reggio, sono stati depositati un totale di 671 ricorsi». Il presidente Criscenti inizia illustrando il lavoro del tribunale attraverso i dati statistici di un’altra stagione limitata, ma non compromessa dalla pandemia. «Il flusso in ingresso si è mantenuto costante rispetto al 2020, in cui i ricorsi erano stati 679», ma in flessione rispetto al 2019 «in cui erano pervenuti 759 ricorsi».
Il dato che rende ancor meglio più apprezzabile l’operatività della sezione staccata del Tar è quello degli «oltre 230 ricorsi (sui 671 depositati, ndr) esaminati e definiti». Testimonianza «dell’impegno della sezione a evitare la formazione di arretrati». Cresce rispetto agli anni passati la domanda di intervento cautelare presente in «ben 348 casi». «Nonostante il loro sensibile aumento – evidenzia il presidente – la sezione di Reggio Calabria continua a distinguersi per la celere trattazione e definizione di queste istanze» con un tempo medio di 26 giorni secondo quanto riportato nella relazione del presidente del Consiglio di Stato.
Le sentenze pubblicate sono state invece 638, dato superiore rispetto a quello del 2020 (595). «Si tratta di un risultato di grande rilievo se si considera che anche nel 2021 si è reso necessario adottare centinaia di ordinanze di sospensione di giudizi in corso e fissati per la trattazione e un elevato numero di giudizi ha subito più di una battuta d’arresto». Se si considerano, in questa statistica, anche i 153 decreti decisori pronunciati dal tribunale, si giunge ad un «abbattimento dell’arretrato esistente al 2020 nella misura di oltre il 17% risultando pendenti, al 31 dicembre 2021, 1.182 ricorsi (a fine 2017 erano 2.665, ndr)». Proprio l’abbattimento dell’arretrato «costituisce uno degli obiettivi del recente Pnrr, che vede convolta anche la giustizia amministrativa». A sostegno dell’attività e delle problematiche patite dagli organici della giustizia sono stati migliorati l’Ufficio per il processo e l’Ufficio di segretaria, sebbene Reggio non sia stata inclusa tra le sedi giudiziarie con “Ufficio del processo rafforzato”, «avendo un numero di pendenze non allarmante».
Dopo aver illustrato le modalità attraverso le quali si è giunti a questi risultati, la presidente Criscenti si sofferma sulle principali questioni trattate. «Ho rilevato che il contenzioso reggino riflette una domanda di giustizia assai diversificata». In tal senso vengono citati tanto i numerosi ricorsi relativi all’utilizzo delle aree mercatali della città, posto che «terminata la prima fase della pandemia, il Comune ha disposto la graduale riapertura dei mercati rionali, prevedendo però una diversa disposizione dei posteggi», quanto quelli presentati da alcuni genitori «avverso l’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado». Temi, come evidente, influenzati molto dall’emergenza pandemica ancora in corso come quello delle concessioni demaniali marittime, che nell’ultimo anno ha presentato profili giuridici nuovi sommati ai «non nuovi problemi di compatibilità col diritto comunitario» e in particolare con la direttiva “Bolkestein”. «Rimangono ancora molte incertezze e resta vivo il dibattito – dice sul punto Criscenti – in attesa di un intervento normativo di riordino che è in fase di avvio».
Sul tema degli stranieri presenti in territorio italiano la presidente cita gli interventi in materia di “regolarizzazione” dei lavoratori impiegati in alcuni comparti tra cui il settore agricolo. «Ne è derivato un ampio contezioso di non agevole gestione», sottolinea. «Innanzi a questa sezione sono stati promossi nel corso del 2021 circa 30 ricorsi aventi ad oggetto il rigetto dell’istanza di “regolarizzazione”. Tutti questi ricorsi sono stati trattati in sede cautelare, con esiti per lo più sfavorevole alla parte ricorrente, ma nessuno è stato ancora definito nel merito».
Disamina approfondita concerne poi i tempi del processo, in particolare quello esecutivo, con riguardo ad alcune tipologie di enti tra cui il «Sistema sanitario nazionale e anche il ministero della salute». Nel 2021, sono così stati depositati 58 ricorsi in ottemperanza. «Nel corso degli anni c’è stato uno sforzo notevolissimo sia per lo smaltimento dell’arretrato che purtroppo si era determinato, che per una ordinata e celere definizione delle sopravvenienze. Recenti disposizioni normative – alcune legate all’emergenza Covid – hanno nuovamente reso molto complessa e poco fluida la gestione di questi giudizi».
Particolare richiamo viene dedicato infine alla materia della sicurezza pubblica con particolare attenzione al tema delle “interdittive antimafia” su cui ha influito molto anche le recenti modifiche al Codice Antimafia. «Il numero dei ricorsi proposti nel 2021 avverso le informazioni interdittive antimafia è ancora più elevato del già elevato numero raggiunto lo scorso anno: si sono avuti 65 ricorsi nel 2020 e ben 79 nel 2021». Numerosi anche i ricorsi in materia di appalti pubblici (28 di cui 27 con richiesta di sospensione cautelare) «tutti definiti nel merito, tranne uno, depositato a dicembre, che verrà discusso nel prossimo mese di aprile». In ultimo, il contenzioso in materia elettorale, che conta quattro ricorsi (di cui uno sulle amministrative del 2020 e due avverso l’atto di proclamazione degli eletti alla Città Metropolitana).
Sul tema delle interdittive antimafia e su quello della sanità – come già fatto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Catanzaro – si sofferma l’intervento del presidente Giancarlo Pennetti. «Problemi all’apparenza diversi, ma sostanzialmente gli stessi», che l’unità territoriale del lavoro delle diverse sezioni riesce a contrastare «ma non del tutto a dirimere».
Il volto comune ai due temi è quello di una criminalità che «si infiltra nell’economia e influenza il libero sviluppo della società calabrese».
«Nello stesso tempo – dice Pennetti – penso che sia necessario risolvere questi problemi, ma non possiamo farlo da soli. Noi siamo parte della soluzione: la giustizia amministrativa è avamposto per l’accesso alla giustizia, immediato e garantito, da parte del cittadino. Se saremo in grado di dare risposte anche di fronte alle emergenze più buie, allora il futuro della Calabria sarà più luminoso».
«Durante la pandemia – aggiunge il presidente del Tar Catanzaro – ho avuto l’impressione che la macchina amministrativa sia stata la controspinta alla spinta mortifera provocata dal virus. Di questo noi dobbiamo essere orgogliosi e i cittadini, consapevoli». (redazione@corrierecal.it)
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