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Lotta ai clan

Colpo al patrimonio delle cosche reggine, sigilli ai beni di un imprenditore

L’uomo era finito al centro dell’inchiesta “Helianthus” della Distrettuale reggina. Sarebbe affiliato al clan Labate

Pubblicato il: 26/03/2022 – 12:56
Colpo al patrimonio delle cosche reggine, sigilli ai beni di un imprenditore

REGGIO CALABRIA Un’impresa, oltre immobili, mobili e finanziari, riconducibili a un imprenditore reggino in odore di mafia sono finiti sotto sequestro. L’operazione è stata condotta dal personale della divisione anticrimine della Questura di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, diretta dal Procuratore dottor Giovanni Bombardieri.
La figura criminale di quest’ultimo era emersa nell’ambito della operazione denominata “Helianthus”, che ha portato alla condanna in primo grado dello stesso per associazione di tipo mafioso, in quanto ritenuto partecipe dell’assetto mafioso di appartenenza, con funzioni direttive ed organizzative. In particolare, all’esito dell’attività investigativa compiuta, il predetto veniva individuato quale storico affiliato di una cosca operante nel comune di Reggio Calabria, con il compito di fornire indicazioni operative agli altri associati, individuando le imprese da sottoporre ad estorsione e ricevendone i relativi proventi. 

L’inchiesta

In relazione alle risultanze delle attività di cui sopra, la locale Direzione Distrettuale Antimafia, unitamente alla Questura di Reggio Calabria – Divisione Anticrimine, sviluppavano una minuziosa indagine a carattere economico/patrimoniale, finalizzata ad avanzare apposita proposta a firma congiunta di applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale.
Gli accertamenti esperiti consentivano di ricostruire le acquisizioni patrimoniali effettuate durante il periodo – pressoché esistenziale – dell’affiliazione mafiosa del proposto, evidenziando la significativa sproporzione delle stesse rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi, e il loro reimpiego per accrescere le potenzialità economiche del suo nucleo familiare.
Alla luce di tali risultanze, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dei beni riconducibili all’imprenditore.

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