CATANZARO La Regione ha avviato il percorso, ora tocca ai Comuni presentare le istanze di ammissione ai finanziamenti. L’argomento è un grande classico della politica in Calabria: la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili (lsu) e di quelli impegnati in attività di pubblica utilità (lpu), al centro di una battaglia antichissima per il riconoscimento dei propri diritti. L’ultimo decreto approvato risale al 24 marzo ed è stato pubblicato sull’ultimo Bollettino ufficiale nelle scorse ore. È l’approvazione dell’avviso pubblico per la presentazione delle istanze di ammissione al finanziamento regionale, con la prenotazione degli impegni di spesa. È un passaggio fondamentale per l’ingresso nel lavoro stabile di oltre 4mila persone al termine di un iter travagliato, come provano i rimandi alla miriade di leggi emanate nel corso degli anni, riportati nel decreto che individua le somme destinate alla stabilizzazione. La stabilizzazione prevede una compartecipazione da parte della Regione alle risorse stanziate dallo Stato. Dopo l’accordo quadro raggiunto con i sindacato lo scorso 14 marzo, il contributo annuo complessivo per singolo lavoratore è stato fissato in 18mila euro.
Una decisione, all’epoca, salutata dai confederali con soddisfazione: «Si è passati quindi da un incentivo per lavoratore di 13.096,22 euro ad un incentivo di 18mila euro per un totale di 2.062 Lsu e 2.159 Lpu. Le risorse aggiuntive saranno disponibili per gli enti non appena questi ultimi risponderanno alla manifestazione d’interesse che la Regione Calabria pubblicherà nei prossimi giorni e dopo che gli stessi lavoratori procederanno alla firma dei nuovi contratti con l’adeguamento economico, sottolineando che il finanziamento sarà a valere sull’intera annualità 2022». Le risorse oggetto dell’Accordo Quadro che saranno trasferite agli enti utilizzatori – prosegue la nota – sono condizionate all’effettivo aumento dei livelli retributivi e, quindi, dell’attuale orario lavorativo di ogni lavoratore, sulla base del contributo pro-capite applicato secondo la categoria di appartenenza. Lo step arrivato il 24 marzo con la firma del decreto apre le porte in maniera formale alla stabilizzazione e all’aumento della retribuzione. La Regione prenota, con l’atto gli impegni per gli anni 2022 (circa 19 milioni di euro), 2023 e 2024 (36,7 milioni di euro per ciascuna annualità). Un passaggio che significa l’inizio di una nuova fase per il precariato storico. L’ultima fase tocca ai Comuni, che dovranno inoltrare domanda di accesso al contributo regionale per la stabilizzazione. (redazione@corrierecal.it)
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