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LA VOCE DEI TERRITORI

Carlomagno: «Chi ce lo fa fare?» Sindaci per «responsabilità» nelle aree interne della regione

Il primo cittadino di Cerchiara di Calabria: «Lo sfilacciamento dei legami istituzionali si riverbera nella quotidianità»

Pubblicato il: 27/03/2022 – 9:54
di Luca Latella
Carlomagno: «Chi ce lo fa fare?» Sindaci per «responsabilità» nelle aree interne della regione

CERCHIARA DI CALABRIA Il pane, le terme, il santuario, i monti Sellaro a 1439 metri sul livello del mare, lo Sparviero a 1713 metri e la Serra del Dolcedorme a 2267 – la cima più alta della regione – fanno di Cerchiara di Calabria una lingua di terra unica, dalle vette più alte del Pollino fino a mezzo chilometro da mare. Un’estensione di 82 chilometri quadrati governati da Antonio Carlomagno, sindaco giunto al suo terzo e ultimo mandato.
Un primo cittadino di sinistra ma apartitico, innamorato del suo comune di 2,300 abitanti, del territorio e della Sibaritide, gli unici elementi che lo spingono ancora a “fare” il sindaco insieme al senso di responsabilità.
«Ma chi ce lo fa fare?» si chiede quasi ironicamente, a causa delle risposte – poche – ai problemi quotidiani che gli enti locali delle aree interne possono fornire.

Rifiuti | «Servono differenziata e termovalorizzatore»

Tra questi, oggi, c’è la crisi sui rifiuti. «La situazione è molto critica e dovrebbe avere la priorità – dice il sindaco Carlomagno al Corriere della Calabria – la priorità da parte degli organismi preposti. Come l’Ato, nato monco, privo di una struttura e di un organigramma, che sopravvive grazie alla disponibilità di un direttore generale offerto dal comune di Rende e che dovrebbe far fronte ad eredità critiche. Le responsabilità sono specifiche rispetto alla mancata programmazione del passato, per azioni che avrebbero dovuto trasformare il rifiuto in una risorsa. Oggi quei rifiuti siamo costretti ad esportarli in Paesi del nord Europa dove diventano risorse. Ancora una volta la Calabria è unica nel panorama nazionale. Adesso non resta che attendere che il comune di San Giovanni in Fiore e la Regione, dopo l’adozione del piano rifiuti che prevede il termovalorizzatore di Goia Tauro, possano alleviare le sofferenze. Ma prima di tutto i comuni devono potenziare la raccolta differenziata. A Cerchiara di Calabria abbiamo raggiunto una cospicua percentuale con umido, plastica, carta, ma persiste il problema indifferenziata. Solo venerdì scorso siamo riusciti a conferire a Bucita appena cinque tonnellate, dopo otto settimane di attesa: un’inezia rispetto alle necessità».

PANORAMI | Cerchiara di Calabria

Sanità | «Decentrare il servizio»

In ambito sanitario, da “addetto ai lavori” – Antonio Carlomagno è un cardiologo in servizio all’ospedale “Giannettasio” di Corigliano Rossano – il sindaco di Cerchiara è convinto della necessità di dover variare l’offerta sanitaria erogata sul territorio: da ospedalicentrica alla sanità territoriale.
«Nelle piccole realtà dei borghi montani, la situazione si aggrava per via della distanza dai centri che offrono risposte sanitarie. La mia comunità afferiva all’ospedale di Trebisacce per gli interventi programmati e le emergenze. Oggi la crisi dei distretti sanitari si riverbera sulle offerte sanitaria extraospedaliera. Per questo è necessaria una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario regionale, passando dalle cure ospedaliere a quelle sul territorio, di prossimità. E gli investimenti sul territorio devono essere maggiormente convinti nelle realtà montane, nelle aree interne, quelle più lontani dai centri ospedalieri. Non ci sarà un ulteriore peggioramento del servizio, perché siamo già alla fine: peggio significherebbe abolire totalmente il diritto alla salute».

Spopolamento | «Difficile arginare il fenomeno senza infrastrutture e lavoro»

Lo spopolamento delle aree interne è alla base dei problemi. «La tendenza può essere invertita solo con i posti di lavoro e le infrastrutture – prosegue Antonio Carlomagno –. L’abbandono progressivo della terra, delle campagne a causa di infrastrutture carenti, delle reti stradali, elettriche, telefoniche giunte solo negli anni ’90 hanno accelerato la desertificazione. E l’abbandono dei luoghi e della terra ha generato altri problemi come il dissesto idrogeologico, per via – ad esempio – della mancata manutenzione ai canali. Recentemente siamo stati colpiti da una bomba d’acqua che ha generato emergenze gravi per molte famiglie. E poi non ci sono politiche adatte a contrastare lo spopolamento, i comuni non hanno risorse. La nostra struttura sociale si poggia su dipendenti del terziario, pubblici e degli impiegati. Il che va a cozzare con la vocazione turistica del territorio gravata, peraltro, dai soliti problemi infrastrutturali, viari, aerei, ferroviari ed anche sanitari. Noi invitiamo alla destagionalizzazione dell’offerta oltre i mesi estivi, quella legata alla terza età che, speso, però è costretta a impattare col sistema sanitario e viario che pregiudica l’offerta stessa».
Da qualche anno, però, a Cerchiara ospita migranti che hanno chiesto asilo politico. «Sono una trentina e con le loro famiglie – spiega il sindaco – contribuiscono ad arricchire la nostra popolazione scolastica».  

PANORAMI | Il centro storico

Pnrr | «Ambiamo a progettazioni in ambito sociale e per contrastare il dissesto idrogeologico»

Lo spopolamento potrebbe, in parte, essere arginato dalle progettualità legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Abbiamo partecipato a tutti bandi ai quali potevamo ambire per il disseto idrogeologico, spesso legato, come accennato, all’abbandono dei luoghi da parte dell’uomo. L’atrofizzazione dei territori provoca poi cataclismi e nei casi estremi le vittime. Ma siamo pronti a cogliere anche le opportunità sociali. Tante persone vivono in solitudine nelle nostre comunità ed hanno bisogno della massima attenzione, ma l’esiguità delle risorse umane, quei pensionamenti che non possono essere sostituiti nei nostri comuni, ci porteranno, sempre più, a non poter fornire risposte. Amministrare – sottolinea il sindaco di Cerchiara di Calabria – non è facile: pochi mezzi e tanti bisogni».

Politica | «I partiti ci hanno allontanato»

In questa direzione la politica avrebbe dovuto avere il compito di prevedere, programmare, sopperire. Ed invece ha costretto i sindaci a non credere più nei partiti e ad allontanarsi da questi progressivamente, soprattutto quando si compiono scelte non o mal condivise dagli amministratori locali che «vengono chiamati solo quando c’è sa serrare le fila verso quella elezione o quell’altro candidato». Un modus operandi che ha spinto Antonio Carlomagno, prima comunista ed oggi nell’alveo del centrosnistra, ma senza un partito alle spalle, ad abbracciare la sfida portata vanati da Flavio Stasi alle elezioni provinciali. «Ho sottoscritto la candidatura del sindaco di Corigliano Rossano – ammette il primo cittadino di Cerchiara – e l’ho votato. È stata una scelta dettata dall’appartenenza al territorio, ben conscio che avrebbe potuto anche portare ad una vittoria del centrodestra come poi è avvenuto».
«I soggetti partitici hanno sempre più allontanato gli amministratori locali – insiste  il sindaco – facendovi ricorso quando era il momento delle campagne elettorali, ma senza discussioni, senza un dibattito. Mi spiace che la Sibaritide ancora una volta debba vedere allontanarsi visioni e sogni. E poi non vediamo un deputato, un presidente di regione, un assessore da anni. Lo sfilacciamento dei legami istituzionali – conclude Antonio Carlomagno – si riverberano poi nella quotidianità. Ed allora, chi ce la fa fare?» Semplice. L’amore per il territorio e per le popolazioni nonostante le «responsabilità enormi che gravano sulle spalle dei sindaci». (l.latella@corrierecal.it)

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