LAMEZIA TERME Beni e quote societarie per un valore di oltre cinque milioni di euro tornano nella disponibilità dell’imprenditore Arpaia e di sua moglie.
Il gip del Tribunale di Lamezia Terme, su richiesta della Procura, ha emesso un decreto di revoca del sequestro preventivo nei confronti di Claudio Arpaia e della consorte Annamaria del Gaudio, i quali il 17 febbraio scorso sono stati attinti da una maxi operazione anti riciclaggio, l’operazione “Boccaccio”, nel corso della quale i due indagati sono stati posti agli arresti domiciliari e sono state loro sequestrate le quote di partecipazione di due società e beni per un valore di oltre 5,2 milioni di euro. La coppia è accusata di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (in parole povere autoriciclaggio). Lo scorso 7 marzo i due indagati sono tornati in libertà su disposizione del gip Francesco De Nino.
L’imprenditore – assistito dal professore Mario Murone e dall’avvocato Giovanni Caridi – ha proposto istanza di dissequestro, ritenendo che quei beni non fossero provento di illecito e le società fossero estranee ai reati contestati. Il gip, su conforme parere della Procura, ha accolto la richiesta e lo scorso venerdì è stata notificata ai due coniugi la revoca del sequestro che comprende le quote di partecipazione delle società Selecta srl e Luxe srl e i beni appartenenti al complesso aziendale della Selecta tra i quali un opificio industriale, terreni destinati a seminativo e uliveto a Lamezia Terme, un immobile a Lamezia Terme, un gommone modello Cayman cabinato, una unità immobiliare a Pinzolo (provincia di Trento) composta da un albergo con annessi appartamento e terreni di pertinenza (dei quali 384 metri quadri edificabili).
Restano sotto sequestro i contanti che la Guardia di finanza ha trovato in un magazzino di proprietà della suocera di Arpaia. I soldi erano stati scovati dai “cash dog”, i cani delle Fiamme gialle che fiutano le banconote, nel corso di una perquisizione, in due borsoni da viaggio, e ammontano a circa un milione e 400mila euro. Per quel contante era stato adottato un secondo provvedimento di sequestro contro il quale gli avvocati Murone e Caridi hanno presentato istanza al Tribunale del Riesame di Catanzaro. L’udienza deve essere ancora fissata. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
x
x