REGGIO CALABRIA Imputava alla tabaccaia la responsabilità dei soldi persi al gioco. E per questo l’ha uccisa a colpi di machete il 30 luglio 2019, a Reggio Calabria. La terribile storia di cronaca è arrivata oggi al secondo step processuale, con la condanna a 26 anni in Appello per il 46enne Billie Jay Sicat, filippino malatto d’azzardo. Pena riformulata rispetto ai 30 anni comminati in primo grado, per motivi che le motivazioni della sentenza si incaricheranno di chiarire più in là. Sicat frequentava abitualmente l’esercizio commerciale di proprietà d Mariella Rota, 66enne all’epoca del delitto. In pieno centro cittadino, a pochi passi dal Museo nazionale, si è consumata l’omicidio. Il 46enne reggino d’adozione giocava puntualmente al Lotto. E puntualmente perdeva. Un’ossessione che ha rivoltato contro la donna, divenuta – nella sua distorta visione della realtà – colpevole dei suoi guai economici. In primo grado l’uomo, sulla base di una perizia, è stato giudicato pienamente “capace di intendere e di volere”. La Corte d’Appello ha evidentemente escluso una delle circostanze aggravanti, ridimensionando la pena. (redazione@corrierecal.it)
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