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Conte in sella, i grillini calabresi si riposizionano: parte la corsa alle (ri)candidature alle Politiche

Viaggio nella galassia del Movimento 5 Stelle dopo la riconferma della leadership dell’ex premier: iniziate le grandi manovre per i parlamentari

Pubblicato il: 30/03/2022 – 13:35
Conte in sella, i grillini calabresi si riposizionano: parte la corsa alle (ri)candidature alle Politiche

CATANZARO Chi conosce bene il sempre indecifrabile pianeta grillino sostiene che i parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle abbiano tirato un grande sospiro di sollievo. La rielezione di Conte alla guida del M5S, soprattutto la sua rielezione con una percentuale praticamente bulgara che non era scontata alla vigilia, avrebbe tranquillizzato il pattuglione pentastellato in prospettiva futura, scongiurando il rischio di una decapitazione del movimento che avrebbe potuto terremotare tutti gli equilibri interni.

Il riposizionamento dei grillini di Calabria

Secondo quanto si fa intendere da fonti interne al M5S, infatti, dopo il voto che ha rilegittimato Conte anche i parlamentari calabresi avrebbero iniziato a riposizionarsi avviando di fatto la corsa per la (ri)candidatura alle elezioni politiche del 2023. Chi era già un contiano di ferro – come Massimo Misiti, in assoluto il calabrese più legato all’ex premier, e Riccardo Tucci – lo sarà ancora di più, inoltre si potrebbero avvicinare ulteriormente quelli che sono contiani ultras come Elisa Scutellà, e quelli che sono contiani ma non ultras, come Anna Laura Orrico, Pino D’Ippolito (le cui quotazioni all’interno al M5S sono cresciute con la sua posizione pacifista in linea con quella dell’ex premier) ed Elisabetta Barbuto. E la rielezione – dicono fonti M5S – potrebbe far avvicinare a Conte anche Alessandro Melicchio (protagonista peraltro mesi fa di una polemica con l’ex premier per un voto contrario alla linea del Movimento sulla giustizia) e Giuseppe Auddino, ritenuti “governativi ma non troppo” nel contesto della galassia grillina calabrese. Ovviamente, le incognite sono ancora tante e i ragionamenti (non solo nel M5S) in vista delle Politiche sono ancora allo stato embrionale, perché c’è molto tempo davanti e ci sono da capire (e chiarire) un po’ di cose: la prima è quale sarà il sistema elettorale con cui si voterà e la seconda, questa sì propria del Movimento 5 Stelle, legata al dibattito sulla conferma o sull’abiura del divieto del terzo mandato, tabù e totem grillino.

Il “nodo” del divieto del terzo mandato

Un aspetto, quest’ultimo, che per quanto riguarda la deputazione calabrese riguarda essenzialmente tre parlamentari: Dalila Nesci, oggi sottosegretaria al Sud, ritenuta più vicina all’altro big M5S Gigi Di Maio, Federica Dieni e Paolo Parentela, che è un contiano, sicuramente il più contiamo dei tre. È chiaro che per loro i due mandati espletati sarebbero un freno alla ricandidatura, ma in casa 5 Stelle si sottolinea che sarà tenuta in considerazione anche l’attività svolta in questi anni al Parlamento, e da questo punto di vista le cose allora potrebbero filare lisce, anche se per Parentela c’è un’incombenza in più, quella di dover strappare un buon risultato alle Comunali di Catanzaro, dove il M5S è in alleanza con il Pd e il centrosinistra a sostegno del candidato sindaco Nicola Fiorita. Tutto sta comunque a capire come si evolverà il dibattito all’interno dei pentastellati: un dibattito al momento “in stand by”, perché Conte si sta guardando bene dall’agitare il tema del terzo mandato sì/no, che è scivolosissimo (e divisivo), e poi Conte ha bisogno di rifiatare e di rinsaldare la sua leadership dopo il voto dei giorni scorsi, che è stato comunque un azzardo. Sicuramente, però, sono già partite le grandi manovre in vista delle Politiche, anche se bisognerà sciogliere tanti interrogativi: il primo nasce dal fatto che in casa M5S quello che è sicuro un giorno spesso non lo è più il giorno dopo, poi si tratta di vedere la tenuta del partito nella maggioranza del governo Draghi e anche la tenuta dell’alleanza con il Pd, che continua a non essere granitica. A rendere la situazione meno affollata è il fatto che, rispetto a cinque anni fa, il tema della ricandidatura riguarda molti meno eletti, perché dal 2018 a oggi dal M5S, e per svariati motivi, sono andati via in tanti, da Nicola Morra a Bianca Laura Granato, da Margherita Corrado a Rosa Abate, da Francesco Sapia a Francesco Forciniti per finire a Silvia Vono intanto finita a destra: tutti loro non hanno più il problema del numero dei mandati, semmai – tranne (forse) la Vono, ora a Forza Italia – hanno un problema più generale (se, come e con chi candidarsi). (a. cant.)

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