REGGIO CALABRIA L’unanimità della Conferenza dei Sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria, riunitasi nel pomeriggio di questo 31 marzo, ha licenziato un documento nel quale chiede, alla Giunta Regionale, «il blocco dell’iter legislativo» sulla creazione di un gestore unico del ciclo integrato dei rifiuti e la fissazione urgente di un incontro per «meglio rappresentare le motivazioni della contrarietà rispetto all’ipotesi di approvazione della pro-posta» approvata dall’esecutivo calabrese. Un progetto che, per i sindaci metropolitani, «ri-schia di vanificare tre anni di sforzi e sacrifici, anche economici, della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dei Comuni, che, dopo le difficoltà causate proprio dalla Regione e dal Commissariamento, complessivamente oltre 20 anni, hanno finalmente iniziato a gestire in maniera efficiente ed efficace il ciclo dei rifiuti e i malandati impianti per lungo tempo la-sciati alla mercé di interessi privati, a spese dei cittadini».
Di seguito il testo del documento approvato dalla Conferenza dei sindaci:
Con questo progetto di proposta di legge la Giunta Regionale rischia di vanificare tre anni di sforzi e sacrifici, anche economici, della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dei Co-muni, che, dopo le difficoltà causate proprio dalla Regione e dal Commissariamento, complessivamente oltre 20 anni, hanno finalmente iniziato a gestire in maniera efficiente ed efficace il ciclo dei rifiuti e i malandati impianti per lungo tempo lasciati alla mercé di interessi privati, a spese dei cittadini.
I Sindaci dei Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria non possono trovarsi in linea con un accentramento della programmazione e della gestione del ciclo, sol perché alcuni territori, che storicamente hanno rifiutato la realizzazione di impianti pubblici che servissero al sistema rifiuti, sono in grande difficoltà ed estremamente indietro nella creazione di un sistema di autogoverno e autosufficienza.
Una decisione che, inoltre, risulta in netto contrasto con la scelta strategica di responsabilizzare i territori e demandare alle ATO e ai Comuni la gestione dei rifiuti prodotti sui propri territorio. La Città Metropolitana rifiuta il metodo adottato con questo progetto di proposta di legge che rischia di avviare il percorso di spoliazione delle competenze senza il necessario previo confronto con gli amministratori locali.
In questi pochi anni la Città Metropolitana ha portato a compimento la redazione del Piano d’ambito, spinto sulla differenziata, assunto con autorevolezza nei confronti dei gestori la cura dell’impiantistica pubblica consegnata dalla Regione, avviato una seria programmazione dell’intero ciclo, anche partecipando ai bandi PNRR per la realizzazione di impianti moderni che conducano alla transizione ambientale ed energetica, ma soprattutto ha lavorato sulla responsabilità delle amministrazioni comunali nella corresponsione delle somme dovute per i conferimenti facendo leva sul coinvolgimento e la partecipazione.
Nel massimo della trasparenza oggi i Comuni e i Cittadini sanno perché e cosa pagano e so-no più coscienti di come funziona il sistema.
La Città Metropolitana, come già annunciato, è totalmente contraria alla scelta, espressa dal-la giunta regionale con l’adozione delle linee guida per la redazione del piano d’ambito, con-fermata dalla recente pubblicazione di un avviso pubblico esplorativo, di puntare sul raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro, che resterebbe l’unico su tutto il territorio regionale, a dispetto di quanto previsto inizialmente, che porterebbe alla combustione di oltre 270 mila tonnellate di rifiuti annue a fronte delle attuali 140 mila. Nella Piana di Gioia Tauro, che già paga un altissimo prezzo dal punto di vista ambientale, non dovranno essere inceneriti i rifiuti che gli altri territori non vogliono o non sono in grado di gestire e trattare.
Ovviamente, quella della Città Metropolitana non è una battaglia contro gli altri ambiti territoriali calabresi, anzi, saranno incentivate le forme di collaborazione e scambio al fine di migliorare tutto il sistema di tutti gli ATO Calabresi.
I Sindaci dei Comuni della Città Metropolitana si sono ripetutamente espressi per la gestione pubblica dell’intero ciclo e in tale direzione sono stati adottati atti per la creazione di strutture tecniche, amministrative ad alta professionalità e operative per il raggiungimento nel me-dio e lungo periodo di tale obbiettivo.
Evidentemente, la creazione di un’autorità unica regionale non premierà gli sforzi fatti dai Comuni della nostra area metropolitana, ma anzi li frustrerà imponendo l’utilizzo generalizzato degli impianti ormai tutti in corso di ammodernamento (Gioia Tauro, Siderno e Reggio Calabria) oltre alla possibile utilizzazione delle realizzande discariche, delle quali la Regio-ne si è disinteressata, per almeno un decennio.
L’eventuale approvazione della legge in oggetto comporterebbe gravi problemi dal punto di vista organizzativo e gestionale di un servizio pubblico essenziale delicatissimo, riportando le lancette all’estate del 2019, provocando grossi problemi alle attività commerciali e turisti-che che con fatica provano a ripartire dopo il Covid.
In ultimo, ma non meno importante, è necessario evidenziare che la proposta di legge regionale va contro le disposizioni della Legge Delrio che individua tra le finalità istituzionali ge-nerali della Città Metropolitana la cura dello sviluppo strategico del territorio metropolita-no; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunica-zione di interesse della città metropolitana; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, e rappresenta un grave passo indietro, anche rispetto al recente passato, e attacco alla piena costituzione della Città Metropolitana che ancora attende che la Regione Calabria provveda alla cessione delle funzioni in materia di TPL, di Turismo e Agricoltura.
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