LAMEZIA TERME L’universo della prevenzione medica varca confini fino a qualche anno fa impensati. Come la difesa dalle patologie urologiche. È stato questo il tema dell’ultima puntata del talk “20.20”, andato in onda mercoledì sera su L’altro Corriere Tv. Ospite di Ugo Floro, Marco Serrao, urologo e andrologo, primario di urologia del Tirrenia hospital di Belvedere Marittimo, divenuto noto anche per le attività di sensibilizzazione e di prevenzione su alcune diffuse patologie che porta avanti con la Fondazione da lui fondata e intitolata a Totò Morgana.
«La prevenzione, anche nei giovani – ha esordito Serrao – è un concetto che non può essere espresso, né studiato né meditato, senza farlo precedere dalla parola conoscenza. Mi sto dedicando molto alla prevenzione proprio per andare a sensibilizzare delle fasce di popolazione che la medicina moderna ha messo un po’ da parte».
«La differenza tra urologia e andrologia? La prima è quella branca della medicina che si occupa soprattutto dell’apparato urinario maschile e femminile; l’andrologia si occupa più miratamente di problematiche legate all’erezione, all’eiaculazione ed alla fertilità, quindi ci concentra nel particolare sui genitali maschili».
«Se si attua quella prevenzione che per molto tempo è mancata – ha evidenziato il dottor Serrao – sicuramente molte patologie che in un adolescente sono estremamente banali, anche se in medicina di banale non c’è mai nulla, se scoperte per tempo possono esser risolte con soluzioni anche non invasive. Quelle stesse patologie in un uomo adulto possono degenerare e addirittura rientrare nel 48% dei casi, a livello nazionale ed europeo, di problemi di infertilità della coppia legata all’uomo: è il nostro sperma a scarseggiare e a essere diventato quantitativamente e qualitativamente meno efficace».
«L’adolescente ha il diritto di conoscere il suo apparato urogenitale e di poterlo proteggere. Non è mai troppo presto: capita che il ragazzino dopo aver superato la fascia pediatrica, per molti anni o alcuni decenni non venga visitato da nessuno».
Serrao ha raccontato, poi, di andare «volentieri nelle scuole, a parlare di questi temi con estrema passione. Credo siano tra i momenti più belli della mia professione. Sono entrato nella prima scuola cinque anni fa e vedere negli occhi dei ragazzi la gioia di avere qualcuno con cui dialogare su questioni considerati tabù è soddisfacente. Negli ultimi quattro anni e mezzo abbiamo raggiunto circa 60 istituti scolastici in 70 comuni instaurando un confronto con ben 7.500 ragazzi»
«Anche lo stile di vita gioca un ruolo importante. L’uomo è spesso superficiale e tende a non recarsi da uno specialista, a meno di un problema acuto. Le patologie legate alla prostata sono certamente quelle più diffuse, perché è un organo che può diventare bersaglio in tutte le età, per due ordini di motivi. Il primo è il “mestiere” della prostata, ovvero produrre il liquido seminale che è la parte liquida dello sperma; il secondo deriva dalla sua posizione anatomica, quindi sotto la vescica e poggiata sul retto, la rende vicina ad alcune strutture sensibili. E poi ha una strettissima correlazione con il testosterone».
«Anche l’alimentazione stressa la prostata ed è suscettibile alle nostre abitudini alimentari e sessuali. Ci sono dei cibi particolarmente irritanti come gli alcolici ed in particolare la birra, il cibo piccante, la coca cola e tutte le bevande zuccherine o l’abuso di carni rosse, insaccati, spezie e formaggi grassi (mentre i cibi “alleati” sono verdura e frutta). In più, alcuni lavori super-stimolano il pavimento pelvico maschile come i tassisti, i motociclisti, i camionisti, i cuochi che stanno spesso a contatto col calore. Poi ci sono le cattive abitudini della sfera sessuale legate ai troppi rapporti o ai troppo pochi».
«Tra i giovani e gli adolescenti la patologia più diffusa è il varicocele, cioè la dilatazione delle vene sopra il testicolo. Può far lavorare il testicolo ad alte temperature quindi far produrre in qualità o in quantità degli spermatozoi insufficienti. La patologia dovrebbe essere affrontata in età adolescenziale, diagnosticata in ritardo può aver già causato danni».
Anche i testicoli «possono accusare patologie oncologiche, il picco di incidenza del tumore al testicolo avviene tra i 14-15 anni fino ai 35-40».
Tra i fattori di rischio delle patologie urologiche ci sono «il fumo e l’utilizzo di droghe definite leggere, anche se uno dei punti cardine è spiegare che in medicina la droga è droga, punto e basta. La nicotina è il primo fattore di rischio per i ragazzi. È un vasocostrittore che chiude i vasi sanguigni ed i primi a chiudersi sono i più piccoli come quelli delle mani, degli occhi, del pene o dei testicoli. Ci sono ragazzi giovanissimi – ha concluso Marco Serrao – che soffrono di disfunzioni erettili e infertilità solo a causa della nicotina». (redazione@corrierecal.it)
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