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Le indagini

Sbranata dai cani a Satriano. Svolta nelle indagini: arrestato il pastore

Pietro Rossomanno dovrà rispondere di omicidio colposo. Tra le accuse quelle di non aver vigilato sui cani che aggredirono Simona Cavallaro, uccidendola

Pubblicato il: 01/04/2022 – 15:24
di Roberto De Santo
Sbranata dai cani a Satriano. Svolta nelle indagini: arrestato il pastore

SATRIANO Omicidio colposo. È l’accusa più pesante mossa nei confronti di Pietro Rossomanno l’allevatore 45enne proprietario di alcuni dei cani che il 26 agosto scorso hanno aggredito uccidendo nell’area pic-in della pineta di Satriano la ventenne Simona Cavallaro. Ad eseguire l’ordinanza degli arresti domiciliari a carico del 45enne i carabinieri della compagnia di Satriano. Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica.
L’uomo, sul quale le indagini si erano concentrate fin dalle prime ore della tragedia, è titolare di un’azienda zootecnia di allevamento di ovini e caprini della zona e, secondo l’accusa, era il proprietario dei cani che erano posti a protezione del gregge.

La ricostruzione

Quel pomeriggio, nella pineta di Monte Fiorino di Satriano, la ragazza si era recata per organizzare un pic-nic, quando ha incontrato un gregge di capre e pecore protetto da dodici cani, che l’hanno aggredita.
La ragazza fu letteralmente dilaniata dai cani che morì per lo shock emorragico dovuto alle lesioni multiple patite e al depezzamento con lacerazione degli arti inferiori, del capo e delle pelvi.
Il decesso della giovane è avvenuto alla presenza di un suo amico, che da subito aveva trovato riparo all’interno di una struttura in legno (esattamente una chiesetta) che si trovava nella zona. Riuscendo così a salvarsi.

Le indagini

La consulenza autoptica ha infatti attestato che le lesioni e lacerazioni di più parti del corpo della vittima erano inconfutabilmente riconducibili ad un attacco multiplo da parte di cani. Inoltre gli accertamenti di laboratorio, condotti dal Ris dei Carabinieri di Messina, sulle “ciocche” di peli prelevate dagli esemplari catturati hanno permesso agli investigatori di appurare la presenza di sangue del profilo genotipico di sesso femminile perfettamente sovrapponibile a quello della giovane aggredita.

Le contestazioni

L’ipotesi accusatoria, che si fonda sugli esiti della complessa ed articolata indagine condotta dal Nor Sezione Operativa della Compagnia di Soverato congiuntamente con la Stazione di Satriano, è che Pietro Russomanno – titolare delle capre e pecore e del branco di cani che ha aggredito Simona – abbia introdotto e fatto pascolare abusivamente il gregge all’interno dell’area attrezzata per pic-nic di località Monte Fiorino di Satriano dal 24 agosto 2021.
Inoltre, sempre secondo l’accusa, il 45enne avrebbe  arbitrariamente invaso quel terreno di proprietà del Comune di Satriano, destinandolo a pascolo, ove peraltro veniva utilizzava una struttura abusiva ivi sussistente, per porre al riparo il gregge ed i cani.
Ed ancora per l’accusa, l’uomo avrebbe lasciato pascolare in sua assenza il proprio gregge con al seguito un branco di cani ed abbia omesso di vigilare sul comportamento dei cani preposti alla protezione degli ovini e caprini e di richiamarli nel momento in cui gli stessi avevano iniziato a mostrarsi aggressivi con la ragazza, non essendo presente insieme a loro e al suo gregge al pascolo serbando una condotta gravemente imprudente, negligente ed imperita e manifestando totale disinteresse per le basilari norme comportamentali nello svolgimento della propria attività di allevatore oltre che per l’altrui incolumità.
Per questo a Pietro Russomannosi la Procura di Catanzaro contesta anche i reati di introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo. Il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari. (r.desanto@corrierecal.it)

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