CORIGLIANO ROSSANO Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere due dei sei indagati finiti in carcere nell’ambito dell’operazione contro il caporalato. I due hanno scelto di non fornire alcuna dichiarazione al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia riservandosi di chiarire la loro posizione successivamente. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Castrovillari, ha portato all’esecuzione complessivamente di 15 misure cautelari (sei in carcere e 9 ai domiciliari) e al sequestro di 15 milioni di euro. Tutti sono accusati, a vario genere, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, minacce ed estorsione.
L’inchiesta nasce da un’indagine dei carabinieri di Mirto Crosia, condotta in sinergia con i militari del Comando carabinieri Tutela del lavoro di Cosenza, e ha permesso di disvelare il fenomeno dell’impiego di lavoratori in condizioni illecite da parte di aziende del Cosentino, del Crotonese e del Materano. Tre gli anni presi in esame dagli inquirenti: dalla seconda metà del 2018 al 2021. I militari, riguardo a questo periodo, hanno raccolto le denunce dei lavoratori, vittime innocenti di un sistema ben organizzato e strutturato.
(redazione@corrierecal.it)
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