CALOVETO Incastonato nella valle del Trionto, in una posizione quasi a specchio con Cropalati, oggi Caloveto è una piccola comunità orgogliosa della Sibaritide. Fondata nel IX secolo da un gruppo di monaci ascetici che edificarono un monastero, per cui ancora si venera San Giovanni Calibita – da cui probabilmente discende il nome – Caloveto oggi è amministrato da Umberto Mazza, un giovane sindaco al suo secondo mandato, riconfermato nel maggio 2019.
Come tutte le comunità interne soffre lo spopolamento. I poco più di mille abitanti, però, rispetto a quanto sta accadendo in tutto il resto del territorio, stanno riuscendo a tamponare l’emergenza rifiuti con la raccolta differenziata.
«A differenza di altri comuni del territorio che accusano l’emergenza rifiuti – racconta al Corriere della Calabria Umberto Mazza – Caloveto è rimasta indenne da disagi e disservizi grazie al raggiungimento di un’alta percentuale di raccolta differenziata che si attesta oltre il 70% e che ci ha fatto conquistare il riconoscimento di Comune “Riciclone”. La modalità del porta a porta spinto è ormai stata assorbita dalla comunità, anche dalle persone più anziane, che riducono al minimo la frazione da destinare alle discariche».
Tra i problemi che gravano sulle piccole comunità delle aree interne, il servizio sanitario degno di tal nome è in cima alla lista. «La sfida è garantire tutte quelle risposte sanitarie territoriali efficienti che fino ad oggi sono mancate soprattutto ai piccoli centri dell’entroterra, con una popolazione prettamente anziana, distanti dai presidi e dai servizi sanitari. Sono queste comunità, più di altre, che chiedono che i pronto soccorso vengano potenziati, che l’ospedale di Cariati e lo spoke Corigliano Rossano vengano messi nelle condizioni di garantire, con mezzi e personale, l’adeguata assistenza alla popolazione. Si preveda un servizio di elisoccorso anche per raggiungere i nostri borghi. Auspico che il presidente della Regione e commissario alla sanità, possa invertire la rotta tracciata negli ultimi decenni. Ne va della sopravvivenza dei territori.
Servizi carenti e opportunità lavorative, ne esigue consegue lo spopolamento. «Il primo passo per contrastare l’emorragia demografica che colpisce in particolare i le comunità interne – spiega il sindaco di Caloveto – è garantire i servizi essenziali per i quali ci battiamo quotidianamente. Dalla sanità alla viabilità, passando dal dissesto idrogeologico. A questo impegno, che è resistere contro i continui tagli, aggiungiamo la consapevolezza che i borghi, scrigni in cui il tempo sembra essersi fermato, giocheranno ancora di più un ruolo importante nel rilancio dei territori. La chiave per impedire lo spopolamento e vera sfida è quella di continuare ad investire nel turismo esperienziale e di prossimità. Il futuro si gioca sui turismi, sulla destagionalizzazione e sulla possibilità, anche per un piccolo comune come Caloveto, di partecipare alla promozione della destinazione Calabria».
In questo senso la progettazione connessa al Piano nazionale di ripresa e resilienza può essere una grande risorsa. «Continuiamo a credere che le sfide si vincano insieme, facendo rete. È per questo che abbiamo deciso di associarci tra piccoli comuni (con Crosia, Cropalati, Calopezzati e Paludi, ndr) per poter usufruire di questa importante opportunità, altrimenti impossibile da governare con le esigue risorse umane che le macchine amministrative si ritrovano in organico».
Sulla Sibaritide, e soprattutto sui piccoli centri, gravano piccoli grandi problemi. E spesso sono la conseguenza della qualità della rappresentatività politica, a tutti i livelli. «Sempre più privi di strumenti e risorse per affrontare emergenze ed opportunità, come rappresentanti degli enti locali continuiamo a sostenere, ma anche ad augurarci che gli enti sovracomunali possano e debbano svolgere un ruolo propulsivo e strategico per garantire una visione complessiva di sviluppo dei territori. Ciò vale ancor di più per l’entroterra che rappresenta la maggior parte del territorio e dei comuni calabresi, per i quali la priorità delle priorità resta la garanzia quotidiana dei diritti fondamentali (salute e mobilità su tutto) ed il contrasto concreto all’abbandono, allo spopolamento e quindi all’isolamento definitivo. In questo senso la sfida epocale per i piccoli centri collinari e montani lo riveste l’ente Provincia, per cui è auspicabile la rinascita di questi degli enti intermedi dopo la Legge Delrio. L’auspicio è che con la neo presidente Succurro, alla quale riconosciamo dinamismo, competenza e savoir-faire, si possano programmare percorsi ed azioni sinergiche di ascolto dei territori per mappare insieme esigenze e prospettive e diventare, comuni ed ente provinciale, co-protagonisti di una nuova stagione di progettazione, di crescita, di interlocuzione autorevole con la Regione e con la Stato e, in generale, di una cittadinanza più attiva e consapevole, soprattutto per le nuove generazioni». (l.latella@corrierecal.it)
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