Prima la Grecia, poi l’Italia. E su questi Paesi che si sta focalizzando l’attenzione internazionale e la “sfida” navale tra la flotta della Russia e quella della Nato, nel bel mezzo del Mar Mediterraneo. Una storia che prosegue da oltre due mesi, ben prima che la Russia di Putin invadesse l’Ucraina e che si alzassero i toni tra l’Occidente e il Cremlino. La Turchia ha vietato l’attraversamento del Bosforo alle unità militari russe, e allora aumenta la pressione nei nostri mari. Secondo quanto riporta Repubblica, infatti, l’avanguardia russa è tornata nel Mar Jonio e muove in direzione delle coste della Calabria. È una flotta ben nutrita e composta, da quanto risulta delle ultime analisi satellitari, dall’incrociatore Varyag e il caccia Tributs. A ovest di Creta c’è poi un’altra squadra composta dall’incrociatore Maresciallo Ustinov, il caccia Kulikov e la fregata Kasatanov.
La tensione, e il livello di attenzione, è dunque molto alto. Già nelle settimane scorse, ad esempio, l’incrociatore russo aveva “sfidato” gli Usa davanti proprio alle coste calabresi. Era accaduto ancora nel Mar Jonio, a pochi chilometri dalla Calabria. Protagoniste la portaerei statunitense “Truman”, con le sue squadriglie di jet F-18 Hornet pronte a decollare verso il confine orientale della Nato, e ancora l’incrociatore “Maresciallo Ustinov”, una delle più grandi unità da combattimento della flotta russa.
Secondo quanto riporta Repubblica, la lunga permanenza lontano dalla patria sta però creando difficoltà per la manutenzione dei mezzi delle navi russe. Ed è un evento unico che il sottomarino classe Kilo sia stato fotografato in superficie dai satelliti in prossimità della costa orientale di Cipro, probabilmente a causa di problemi tecnici perché a poca distanza sono state avvistate una nave officina e una corvetta della flotta russa. L’area tra Ionio e Adriatico è una delle più strategiche per l’offensiva russa in Ucraina, quella più vicina in linea d’aria alla Crimea e alla zona degli scontri dunque una posizione che permette di muovere aerei o – in linea teorica – lanciare missili cruise a lunga distanza e presenti in gran numero a bordo della flotta russa.
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