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«L’evoluzione di Tyler, The Creator»

Tyler Gregory Okonma, conosciuto da tutti come Tyler, The Creator, è uno degli artisti americani più rivoluzionari e controversi del panorama musicale. Considerato da sempre un visionario per le s…

Pubblicato il: 05/04/2022 – 18:11
di Piergiorgio Greto Melia
«L’evoluzione di Tyler, The Creator»

Tyler Gregory Okonma, conosciuto da tutti come Tyler, The Creator, è uno degli artisti americani più rivoluzionari e controversi del panorama musicale. Considerato da sempre un visionario per le sue capacità creative in campo musicale e stilistico, all’inizio della sua carriera è stato oggetto di non poche controversie.

La sua carriera inizia nel 2009, dopo la fondazione del collettivo “Odd Future” pubblica il primo album indipendente “Bastard” il cui titolo, a detta dello stesso autore, è una dedica diretta al padre che lo ha abbandonato e che, ancora oggi, non ha mai conosciuto.
Tyler si affaccia sul panorama musicale con un immaginario turpe, horror e un atteggiamento lirico particolarmente offensivo, che fa di lui un personaggio discutibile sin dal primo momento.
Degna di nota è sicuramente la voce narrante che accompagna tutto il disco, tale “Dr. TC”, una sorta di psicoterapeuta che si rivela poi essere la coscienza dell’autore e uno dei tantissimi alter ego utilizzati da Tyler negli anni a seguire.
I testi sono di matrice puramente volgare, scurrile, misogina e omofoba la cui tematica ricorrente è lo stupro. A causa di questa volgarità, infatti, viene bandito dalla Gran Bretagna su azione del governo inglese.
Nonostante tutto, il disco ottiene il 32esimo posto nella “Pitchfork Media’s List” tra i migliori album del 2010.

Nel 2011 viene pubblicato il video ufficiale di “Yonkers”, traccia che anticipa uno dei dischi più importanti della discografia di Tyler: “Goblin”.
Il singolo ottiene un grosso successo, tanto da creare grosse aspettative sul disco, che segnerà poi la consacrazione definitiva dell’artista grazie a brani come “She” con Frank Ocean, “Tron Cat”, “Sandwitches” con Hodgy Beats (già membro del collettivo Odd Future), “Her” e “Radicals”, considerati ancora oggi dei pilastri della sua discografia.
Goblin ottiene subito le prime posizioni nelle charts di i-Tunes, ma piovono le critiche da parte dei mass media americani a causa della violenza lirica, che tratta ancora una volta tematiche omofobe a causa del frequente utilizzo del termine “faggot” e misogine a causa dei rimandi all’atto di stupro. Non solo, il magazine “The Fader” ha fatto notare come il termine “bitch” venga utilizzato per 68 volte in 73 minuti di durata dell’album.
Dopo aver partecipato al “Late Night Show with Jimmy Fallon” e agli “MTVU Music Awards”, Tyler riceve il riconoscimento come “miglior nuovo artista” agli MTV Awards del 2011. 
Anticipato dal singolo “Domo23”, il 2012 è la volta di “Wolf”, album in cui compare per la prima volta l’alter ego “Wolf Haley”, molto spesso citato come direttore artistico o regista dei videoclip musicali, che rende ancora più forte il suo immaginario “fiabesco”.
Qui Tyler cerca di andare più a fondo nei suoi sentimenti, parlando della scomparsa di sua nonna in “Jamba”, della mancanza del padre in “Answer”, di una storia d’amore in “Akward”.
Oltre la partecipazione speciale di Pharrell Williams in “IFHY”, in pochi hanno notato quanto i testi siano in parte un racconto inventato, poichè l’autore ricorre all’utilizzo di personaggi come Salem e Sam con cui Wolf (da lui interpretato e citato già anni prima in Goblin) si interfaccia e combatte, aiutato spesso dai suoi compagni di viaggio che sono poi i featuring contenuti nel disco. Ciò fa notare che Wolf sia semplicemente il prosieguo di una storia cominciata già anni prima in Bastard dove, nella traccia “Sarah”, si può notare come Tyler afferma di non poter mai superare il tradimento di Salem, che lo ha preso in giro per poi scappare con Sam. Stessa tematica ricorre anche in Goblin nella traccia “Her”, raccontata però dal punto di vista di Sam.
La prima metamorfosi vera e propria di Tyler si nota con “Cherry Bomb”, anticipato dai singoli “Deathcamp” e “Fucking Young/Perfect”.
In questo album sperimenta sonorità meno aggressive, unendo influenze R&B, Jazz, Rock e Soul, collaborando a tutta la produzione con il chitarrista Mike Einziger degli Incubus e coinvolgendo artisti del calibro di Schoolboy Q, Charlie Wilson, Kanye West, Lil Wayne, Pharrell Williams e Kali Uchis.
Il cambiamento completo avviene anche a livello stilistico, perchè in questo periodo nasce il suo brand “Golf” (o anche Golf Wang) che presenta delle colorazioni più accese e una visione più ampia rispetto al precedente “OFWGKTA” che, invece, era più cupo e con un immaginario decisamente più violento.

Con “Flower Boy” Tyler scava ancora di più nella sua intimità e l’album viene visto dalla critica mondiale come un coming out, nonostante nei dischi precedenti abbia sempre preso una posizione contraria all’omosessualità. In tracce come “Garden Shed”, “Foreword” e “I Ain’t Got Time” l’autore parla di una relazione sentimentale vissuta con un ragazzo, poi confermata in un’intervista alla webzine XXL. Successivamente però, Tyler afferma di aver utilizzato il termine “fidanzato” semplicemente come figura retorica, il che ha fatto pensare ad una sua possibile bisessualità.
Flower Boy rappresenta la continuazione del cambiamento stilistico dell’autore, che è già ben visibile dalla copertina molto colorata in cui il soggetto è immerso in un’ambientazione fatta di girasoli e api.
Nel 2019 esce “Igor”, uno dei dischi più apprezzati di Tyler che presenta un nuovo alter ego decisamente più sensibile, ma soprattutto ferito a causa di un amore non corrisposto. È proprio tramite Igor che l’autore parla di una relazione sentimentale con un ragazzo presumibilemente eterosessuale che però, secondo il protagonista, sta solamente mentendo a se stesso.
Degni di nota brani come “A Boy is a Gun”, “Earfquake” e “New Magic Wand” che hanno riscosso molto successo e, soprattutto, una critica decisamente positiva da parte degli esperti.
Il sound è malinconico, nostalgico, intriso di influenze synth-pop, elettronica, soul e R&B, che lo rendono uno dei migliori dischi dell’anno. Grazie alle sue caratteristiche, Tyler vince il primo Grammy Award della sua carriera nella categoria “Best Rap Album”, da lui stesso non apprezzata in quanto non ritiene che tale lavoro vada incluso all’interno di categorie di tipo Urban.

In “Call Me If You Get Lost” assistiamo al ritorno di Wolf Hailey, che figura come produttore esecutivo e regista dei videoclip.
Disco di matrice Rap con la collaborazione di un pilastro del genere come Dj Drama, Tyler si assicura il secondo Grammy Award sempre nella categoria “Best Rap Album” e mostra ancora una volta la sua creatività trasportando l’ascoltatore in un vero e proprio tour le cui tracce rappresentano le singole tappe. Anche nei videoclip c’è un leggero cambiamento e si può notare come le ambientazioni siano particolarmente fiabesche, probabilmente ispirate al Grinch, personaggio molto amato dall’autore.
Tyler, The Creator è considerato uno degli artisti più incredibili degli ultimi 10 anni, con una capacità di portare nuovi trend in ogni album e soprattutto nel campo della moda grazie al suo brand di abbigliamento.
Ha creato un’estetica personale, unica e riconoscibile, nonostante non sia ancora chiaro chi è Tyler Okonma al di fuori dei suoi svariati alias, ma ciò non toglie che un genio non ha bisogno di essere spiegato.

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