COSENZA Il 24 marzo scorso, la sub commissaria della Federazione Provinciale del Pd di Cosenza Maria Locanto e Antonio Tursi, entrambi candidati alla segreteria dem, avevano annunciato il ritiro dei rispettivi ricorsi presentati alla Commissione nazionale di garanzia riguardanti la composizione delle liste per l’assemblea provinciale. Una scelta presa – citiamo testualmente – «per consentire agli organismi del Partito una più serena valutazione del percorso congressuale». L’annuncio seguiva al “tragico” epilogo delle elezioni provinciali di Cosenza, vinte dal sindaco di San Giovanni in Fiore Rosaria Succurro sostenuta dal centrodestra, perse (male) dal Pd e dal centrosinistra che ha rimediato una cocente sconfitta con la debacle dei candidati in campo Flavio Stasi e Ferdinando Nociti, sostenuto dai dem. A distanza di settimane da quel comunicato che pareva dunque aprire a una nuova fase, tutto resta immobile e dell’ufficialità relativa ai ricorsi ritirati non c’è traccia. Nessuna comunicazione è giunta dalla Federazione Provinciale di Cosenza, guidata (lo ricordiamo) da Francesco Boccia, commissario «a tempo» come ama definirsi e responsabile degli Enti locali del Pd. Tursi fa sapere di aver «ritirato unilateralmente il mio ricorso con Pec alla Commissione nazionale di Garanzia il 23 marzo alle 7,43, come annunciato via stampa» e Locanto in serata dice di aver fatto lo stesso. Il Corriere della Calabria ha contattato la Commissione provinciale di Garanzia, dalla quale è arrivata una conferma: le istanze per il ritiro dei ricorsi di Locanto e Tursi non sono mai state ricevute.
Il problema dei rapporti nel Pd, però, rimane. Anche rispetto alle recenti uscite pubbliche.
L’ultimo comunicato in ordine di tempo è a firma della sub commissaria Maria Locanto che ha speso (ieri) qualche riga per criticare la scelta operata dal presidente della Provincia di Cosenza in merito alla nomina del marito Marco Amborgio con un incarico gratuito. Già, il comunicato inviato anche alla nostra redazione non porta la firma dell’altro sub commissario della Federazione provinciale del Pd di Cosenza, l’avvocato Aldo Zagarese. Chiara ed evidente la presa di posizione dell’esponente dem di Corigliano Rossano che ha preferito non apporre la firma su un documento di cui evidentemente non condivide la linea e le ragioni. Ma in realtà, la scelta di Zagarese pare essere un chiaro segnale, sintomo di un malessere interno al Pd cosentino ancora in attesa di una decisione definitiva sulla data utile per celebrare il congresso. E anche i piccoli circoli del Pd, come quello di Acquappesa, non accettano di buon grado il silenzio sull’argomento e non risparmiano frecciate ai vertici nazionali. «Senza una guida è a rischio anche il tesseramento», ha tuonato il commissario del circolo Andrea De Seta. Insomma, i democrat cosentini vivono tra color che son sospesi: stretti tra la voglia di celebrare il congresso e lo stallo politico che continua a congelare le elezioni e a favorire il continuo rinvio della decisione finale. Quel che pare chiaro – come confermano fonti vicine al Pd – è il superamento della doppia candidatura di Locanto e Tursi con un nome “nuovo”.
I rumors si sprecano, c’è chi invoca il ritorno in campo di Vittorio Pecoraro, candidato in pectore di buona parte del Pd cosentino poi costretto al passo indietro a favore della Locanto. Anche in questo caso non senza polemiche (leggi qui). Accanto al nome del giovane dem, nei corridoi, circola con insistenza quello dell’avvocato Aldo Zagarese (almeno prima della nota stampa di ieri) e della vice sindaca di Cosenza, Maria Pia Funaro. Ipotesi, e nulla più!
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