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l’intervista

Violenza sulle donne, Veltri: «La sensibilizzazione non basta»

La presidente di Di.Re.: «Il problema è culturale. Chi fa prevenzione deve partecipare a corsi di formazione»

Pubblicato il: 06/04/2022 – 7:05
di Fabio Benincasa
Violenza sulle donne, Veltri: «La sensibilizzazione non basta»

COSENZA Le forme di violenza esercitata sulle donne che si rivolgono ai centri sono di varia natura. La più frequente è quella psicologica, violenza subìta dalla grande maggioranza delle donne (77,3%), seguita da quella fisica (60% circa dei casi). La violenza economica viene esercitata su un numero di donne abbastanza elevato (33,4%) mentre la violenza sessuale e lo stalking riguardano percentuali più basse (15,3% e 14,9%, rispettivamente). I dati sono raccolti ed elaborati da Di.Re., donne in rete contro la violenza, guidata dalla neo confermata presidente, Antonella Veltri.

Di.Re. rete antiviolenza

«Chi fa prevenzione si assuma maggiori responsabilità»

Nel 2020, sono state accolte nei centri antiviolenza 20.015 donne con un lieve decremento, rispetto al 2019, quando erano state complessivamente 20.432, di 417 contatti, pari al 2%. Di queste, 13.390 sono state donne accolte per la prima volta.
«Il sistema antiviolenza deve assumersi la responsabilità di quello che accade alle donne, occorre un’indignazione da parte del movimento delle donne. Ciascun soggetto coinvolto nelle attività di prevenzione deve sentirsi parte di un sistema», dice Veltri. Che aggiunge: «Per far questo bisogna saper riconoscere la violenza, evitare la vittimizzazione secondaria delle donne. Su questo tema auspichiamo l’avvio di un progetto di ampio respiro, che come centri chiediamo da tanto tempo».

Manifestazione Di.Re.

Il progetto “Never Again”

Le statistiche relative all’indicatore sulla relazione del maltrattante con la donna non lasciano dubbi: il maltrattante è quasi sempre il partner (60,2% dei casi) oppure l’ex partner (22,1%). Questo significa che nel 72,3% dei casi la violenza viene esercitata da un uomo in relazione con la donna. Se si aggiunge la percentuale dei casi in cui l’autore è un familiare si arriva alla quasi totalità (82,3%). Molto raramente è un conoscente o un collega o un amico e quasi mai un estraneo. Si tratta, quindi, di violenze perpetrate prevalentemente da persone in forte relazione con la donna, quindi dirette ad esercitare e a mantenere una relazione improntata al controllo e alla sopraffazione sulla partner. «Il problema è culturale», sostiene Antonella Veltri. «Viviamo dei soliti stereotipi, di luoghi comuni: il ruolo subalterno della donna rispetto a quello maschile. La sola sensibilizzazione non basta». Secondo Veltri, «è necessaria la promozione di corsi di formazione per i soggetti coinvolti nella prevenzione. La violenza non è solo il gesto di un folle che sente la donna come “sua”, non è solo questo. Si parla di un’alterazione nell’analisi dei rapporti tra uomo e donna». A tal proposito, Di.Re. ha avviato un progetto “Never Again” in sinergia con il Sole 24Ore e con l’Università Vanvitelli di Napoli. «Anche a Cosenza ci sarà una giornata di formazione rivolta agli operatori della giustizia».

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