CROTONE «Il castello Carlo V sarà riaperto e anche in tempi brevi». Lo ha detto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, intervenendo in consiglio comunale, convocato oggi, giovedì 7 aprile, in seduta straordinaria con due punti all’ordine del giorno: costituzione dei nuovi gruppi consiliari e riapertura del castello Carlo V. Gran parte del dibattito ha riguardato la vicenda del castello. Lo storico monumento è stato chiuso il 5 aprile 2018 con un’ordinanza dell’allora sindaco Ugo Pugliese. C’era stata una segnalazione pubblica della senatrice Margherita Corrado che aveva chiesto la verifica della natura di strane pietre colorate presenti all’interno del castello. Pugliese fece effettuare una verifica tecnica, che determinò che le pietre colorate erano, purtroppo, scorie industriali provenienti dalle attività delle fabbriche dismesse. Nelle scorse settimane c’è stata una raccolta di firme per chiedere la riapertura del castello. Oggi il consiglio comunale ha fatto il punto sulla situazione. Prima del sindaco, quindi, sono intervenuti numerosi consiglieri comunali di opposizione e maggioranza. I primi hanno contestato i ritardi accumulati dall’amministrazione in merito alla vicenda, mentre la maggioranza si è posta a difesa dell’operato dell’esecutivo guidato da Voce, evidenziato che è stato fatto tutto il possibile per individuare la soluzione. Voce ha chiarito che anche gli amministratori che lo hanno preceduto già nel 2018 avevano chiesto al Mibac di individuare una soluzione per riaprire il monumento. Secondo Voce le difficoltà sono legate al fatto che il castello è di proprietà del Mibac e il Comune non ha specifiche competenze. Nonostante questo, però, l’attuale amministrazione intende riaprire il castello, anche a costo di pagare le conseguenze degli addebiti economici che potrebbero arrivare dalla Corte dei conti. Presto sarà nominato un consulente (tecnico di alto livello) per verificare la situazione di pericolosità per la salute dei cittadini che andranno a visitare il maniero. I soli rilievi effettuati, sino ad oggi, dall’Arpacal non sono sufficienti per la riapertura. Una parte del castello, in ogni caso, dovrà essere interdetta al pubblico. Secondo Voce, prima non si poteva intervenire in quanto le regole previste dalla normativa non possono essere ignorate. Ogni attività è stata e verrà fatta in collaborazione con la prefettura di Crotone che ha la competenza per le questioni ambientali. Il dibattito ha evidenziato posizioni politiche differenti su come si è proceduto ma anche unanimità sulla necessità di riaprire il castello. In apertura di seduta sono stati costituiti due nuovi gruppi consiliari: Partito democratico e Un’altra Crotone. Ritorna, quindi, il gruppo consiliare dem all’interno del consiglio comunale della città pitagorica. Il gruppo consiliare del Pd mancava, perché il partito non ha partecipato, con una propria lista, alle elezioni amministrative celebrate a settembre del 2020. A costituire il nuovo gruppo è il consigliere Andrea Devona, eletto nella lista Democratici e progressisti. Devona aveva già tentato, senza successo, di dare vita al gruppo Pd prima della celebrazione dei congressi del suo partito. Allo stesso Devona era stata negata la possibilità di tesserarsi al Pd e partecipare ai congressi da iscritto. A facilitare la costituzione del gruppo Pd sono stati i nuovi segretari provinciale e cittadino, Leo Barberio e Annagiulia Caiazza, che hanno condiviso il percorso con il segretario regionale Nicola Irto. Da oggi Devona è il rappresentante del Pd in consiglio comunale e, quindi, potrà avere la tessera del partito, che gli era stata negata prima del congresso. L’altro gruppo che è nato oggi è quello di “Un’altra Crotone”, costituito dai consiglieri comunali Annamaria Cantafora, Nicola Corigliano e Vincenzo Familiari che erano stati eletti nella lista di Tesoro Calabria. Capogruppo è stato indicato Cantafora che, nel suo intervento in consiglio comunale, ha sottilineato che il nuovo gruppo non farà parte né della maggioranza e né dell’opposizione. Si determinerà di volta in volta. L’unica cosa certa è rappresentata dal fatto che i tre consiglieri hanno scelto di lasciare Tesoro Calabria perché non condividevano più la linea politica del responsabile regionale del movimento, Carlo Tansi, e le scelte del sindaco Vincenzo Voce.
x
x