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Reggio Calabria, tre donne a capo di un “diplomificio”: 10 misure cautelari e sequestri per 3 milioni a Roma – VIDEO E NOMI

Sequestrati immobili di pregio nella capitale. Il caso del falso centro di formazione internazionale: elargiva costosi titoli di studio falsi

Pubblicato il: 07/04/2022 – 12:25
Reggio Calabria, tre donne a capo di un “diplomificio”: 10 misure cautelari e sequestri per 3 milioni a Roma – VIDEO E NOMI

REGGIO CALABRIA I finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e personale della Polizia Metropolitana reggina hanno eseguito, questa mattina, su delega della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, un’ordinanza di custodia cautelare personale e patrimoniale, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di dieci persone, indagate, allo stato e fatte salve le necessarie conferme nel prosieguo delle indagini preliminari, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsi ed autoriciclaggio.

Tre donne di Condofuri a capo dell’associazione a delinquere

Gli accertamenti hanno consentito ai pm, coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri, di ricostruire i ruoli del sodalizio criminale guidato da tre donne di Condofuri, madre e due figlie, che sono finite in carcere. Si tratta di Anna Maria Mangiola, Maria Saveria e Fortunata Modaffari. Sarebbero a capo di un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe, falsi e autoriciclaggio. Sono questi i reati contestati dai pm che hanno chiesto e ottenuto complessivamente dieci misure cautelari emesse dal gip. Se per le tre donne è stata disposta un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ad altri cinque indagati (residenti nella Locride, a Roma, Trani, Terracina e Rho) è stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari mentre per altri due, uno di Locri e uno di Ribera, in provincia di Agrigento, è stato disposto l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il falso centro di formazione internazionale

In particolare, gli accertamenti di polizia giudiziaria sinora eseguiti consentirebbero di delineare l’esistenza e l’operatività – dietro la parvenza di un finto centro di formazione internazionale, “Unimorfe”, falsamente riconosciuto e convenzionato con enti pubblici ed università italiane e straniere – di un’associazione per delinquere, stabile e strutturata, attiva fin dal 2016 a tutt’oggi, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati-fine (quali truffe, falsi ed autoriciclaggio), che sarebbe riuscita ad accumulare proventi delittuosi per milioni di euro, raggirando decine e decine di vittime. Le indagini, infatti, sono state avviate proprio per verificare le denunce, presentate all’Autorità Giudiziaria, da persone truffate che avevano frequentato alcuni corsi offerti dal centro di formazione, ma i cui titoli erano stati ritenuti non validi nell’ambito di procedure valutative del personale, all’interno di Pubbliche Amministrazioni.

Sequestro da 3,2 milioni di euro nel centro di Roma

Le persone indagate erano in grado di fornire diplomi di laurea di università straniere con la relativa omologazione, di università italiane telematiche nonché certificati di conoscenza della lingua inglese e abilitazioni all’attività didattica nell’ambito dell’assistenza educativa, all’esito di corsi. Le attività formative, dai prezzi esosi, erano organizzate in varie sedi, ma non erano riconosciute dalle istituzioni preposte; in alcuni casi, i titoli erano rilasciati senza la frequenza di alcun corso o il superamento di alcun esame. Una delle promotrici dell’associazione, inoltre, è indagata anche per appropriazione indebita poiché, in qualità di rappresentante legale di un sindacato di Condofuri, si sarebbe appropriata di circa 300mila euro depositati sul conto corrente dell’organizzazione sindacale, mediante prelevamenti e bonifici su conti correnti propri o dei familiari. In esito agli accertamenti patrimoniali, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di rapporti finanziari e due immobili di pregio nel Comune di Roma, nella centralissima Via degli Scipioni, nella disponibilità dei promotori dell’organizzazione. Tali beni, aventi un valore complessivo di oltre 3.200.000 euro, sarebbero il provento dell’attività illecita posta in essere dai componenti dell’associazione e oggetto di autoriciclaggio.

Gli indagati

Custodia cautelare in carcere:
Maria Saveria Modaffari;
Fortunata Giada Modaffari;
Annamaria Mangiola.

Arresti domiciliari:
Vincenzo Coluccio (1991);
Marco Antonio Labano (1985);
Andrea Bennato (1975);
Francesca Antonia Mollica (1982);
Lucia Catalano (1980).

Obbligo di dimora:
Carmelo Labadessa (1953);
Enzo Riggi (1972).

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