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La storia

«In Ucraina vogliamo vincere la guerra». La testimonianza del “rossanese” Yuri

Ingegnere 39 enne vive a Corigliano Rossano con la famiglia. Dal lavoro al bar passerà ad essere assunto da un imprenditore delle energie rinnovabili

Pubblicato il: 08/04/2022 – 10:30
di Luca Latella
«In Ucraina vogliamo vincere la guerra». La testimonianza del “rossanese” Yuri

CORIGLIANO ROSSANO «In Ucraina vogliamo solo vincere la guerra, questo pensa la gente nel mio Paese. La guerra va vinta, perché se si instaura la pace tra cinque anni saremo punto e d’accapo». Yuri Prokopenko, l’ha scampata per un pelo.
Trentanove anni, da oltre quindici vive a Rossano. Lavora alla gelateria Capani ma con una laurea in ingegneria in tasca, conseguita in Ucraina prima di decidere di venire in Italia. Yuri ha una moglie, Elena, che lavora con lui pur essendo una ostetrica, ed una figlia che studia e gioca a pallavolo.
Nei giorni antecedenti allo scoppio del conflitto si trovava in Ucraina in vacanza, dove era andato a trovare la famiglia d’origine. Sarebbe dovuto ripartire per l’Italia il 24 febbraio – giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina – ma è rimasto bloccato nel suo Paese perché rientrava nella fascia d’età reclutabile nell’esercito. Moglie e figlia sono riuscite a tornare, ma lui no. Quasi un mese dopo l’Ucraina ha offerto la possibilità ai suoi figli residenti all’estero di poter raggiungere casa: Yuri è tornato dopo aver dimostrato di averne i requisiti, il permesso di soggiorno in Italia. Ma la paura di finire sotto le armi è stata tanta.
A Corigliano Rossano, adesso per lui si è spalancata una grande opportunità: esercitare la professione per la quale ha studiato, assunto da un imprenditore nel campo delle energie rinnovabili. Cataldo Romeo, titolare della Romeo Group si occupa anche di fotovoltaico e sarà quello in campo in cui Yuri sarà impiegato, dopo un periodo di prova che servirà a levare la ruggine dalla formazione ingegneristica.

La testimonianza di Yuri

«Siamo partiti con mia moglie il 18 febbraio per l’Ucraina – racconta al Corriere della Calabria – ed il 24 è scoppiata la guerra. Elena è riuscita a tornare in Italia mentre io sono stato trattenuto per la legge che era entrata in vigore qualche ora prima che partissi, secondo cui gli uomini tra i 18 e i 60 anni non potevano espatriare. Sono rimasto più di tre settimane in Ucraina e poi un’altra legge ha consentito a chi abita in Italia col permesso di soggiorno di poter tornare a casa».
«I bombardamenti sono ovunque. I russi – dice ancora Yuri Prokopenko – ci stiano distruggendo tutte le infrastrutture, strade, aeroporti, ponti, anche in aree del Paese apparentemente non interessate dalla guerra come quelle ai confini con la Polonia. La Russia tenta di infierire più danni possibili, economici e infrastrutturali, uccidendo persone. Noi pensavamo di essere fratelli dei russi ma non è così. Adesso la gente in Ucraina non pensa a far finire la guerra ma a vincerla. Non c’è frase più significativa per descrivere cosa pensa il mio popolo. La guerra va vinta, altrimenti tra cinque anni ci riproveranno».

Romeo: «Poter dare una mano è un piacere»

«L’idea di assumere Yuri – spiega Romeo – nasce da un’esigenza dell’azienda di assumere degli ingegneri. Qualche giorno fa al bar ho chiesto alla moglie di Yuri se conoscesse ingegneri provenienti dal suo Paese ed il caso ha voluto che tra questi ci fosse proprio Yuri. Poter dare una mano ad un cittadino ucraino in questo particolare momento storico non può che farci piacere ma devo dire che non ha avuto molta influenza la sua nazionalità». (l.latella@corrierecal.it)

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