ROMA Prosegue e si allarga l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma sulle infiltrazioni della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta, a Anzio e Nettuno. Lo riferisce la Repubblica. Secondo quanto ai apprende, dopo gli appalti assegnati a ditte “sospette” l’attività degli inquirenti adesso si starebbe concentrando sugli affari nella gestione del demanio marittimo, sui permessi rilasciati dai Comuni e sui rapporti tra alcuni imprenditori e i pubblici amministratori. I carabinieri di Roma, che hanno di recente anche ascoltato due consiglieri comunali di maggioranza e due di opposizione a Nettuno, stanno approfondendo in particolare la vicenda della spiaggia gestita dalla Pro Loco nella città del tridente, sulla proroga ottenuta dalla stessa associazione, i rapporti tra quest’ultima e una seconda società e il ruolo nell’amministrazione comunale sia del numero uno della Pro Loco, Marcello Armocida, per un periodo scelto anche come consulente al demanio, e dalla figlia, la consigliera Martina. Gli investigatori infine stanno cercando di approfondire tutti gli eventuali legami tra alcuni esponenti politici e alcuni indagati nel contesto di un’inchiesta che dunque prosegue a tamburo battente dopo che, due mesi fa, sono scattati 65 arresti e ipotizzata la costituzione di una locale di ‘ndrangheta tra Anzio e Nettuno, in grado di condizionare anche la pubblica amministrazione, sui due centri del litorale romano pesano diversi interrogativi a cui gli inquirenti stanno cercando di dare risposta.
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