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le elezioni nel capoluogo

Tra “pane e politica” e voglia di contarsi, a Catanzaro si profila un boom di liste alle Comunali

Trattative nel vivo: ben oltre 20 le formazioni previste in campo. Affollamento nello schieramento di Donato. L’ultima incognita resta FdI

Pubblicato il: 09/04/2022 – 17:36
Tra “pane e politica” e voglia di contarsi, a Catanzaro si profila un boom di liste alle Comunali

CATANZARO Sono così tanti a puntare a uno scranno nel prossimo Consiglio comunale che si litiga persino per il nome di una lista. Succede a Catanzaro, dove le trattative per le elezioni comunali del 12 giugno sono ormai nel vivo, riproducendo pari pari le dinamiche del passato, quelle – per intendersi – che hanno portato il capoluogo al centro della ribalta (e del pubblico ludibrio) nazionale. La caccia ai candidati è partita e al momento all’orizzonte si profila un boom delle liste e dei competitor, spinti dalla voglia dei big di mostrare i muscoli e misurarsi ma anche da ragioni molto più pragmatiche: da quest’anno e fino al 2024 essere eletto consigliere comunale avrà un tornaconto economico per nulla trascurabile, visto che euro più euro meno l’indennità – cumulando al massimo i gettoni – sarà nel 2024 quasi 2mila euro al mese e tra due anni quasi 3mila euro. Pane e politica: a Catanzaro certe (cattive) abitudini sono ormai eterne.

L’incognita Fratelli d’Italia

Sfrondare il campo non sarà facile, per i candidati sindaco, soprattutto per Valerio Donato, che sta accumulando adesioni praticamente da tutto l’arco costituzionale, e per i big che ispireranno le singole aggregazioni: si parla di almeno 25 liste già praticamente pronte, spalmate sulle quattro coalizioni al momento in campo, per oltre 800 candidati al Consiglio comunale. Non che nel passato a Catanzaro i numeri siano stati più bassi, ma il senso della discontinuità da tutti professato appare ancora poco praticato. Problemi di sovraffollamento rischiano di configurarsi in particolare nello schieramento che si sta saldando attorno alla candidatura a sindaco di Donato, ex Pd e ora sostenuto da un campo che va da consistenti pezzi del Pd e del centrosinistra, passa per il centro e abbraccia quasi tutto il centrodestra. Quasi tutto, perché all’appello ancora, sullo scacchiere politico del capoluogo, manca Fratelli d’Italia, l’ultima incognita. Dopo la decisione della Lega e di Forza Italia di convergere sul docente, tutti i riflettori sono puntati sui meloniani, che ancora non hanno assunto una posizione definitiva. All’indomani dell’endorsement dei salviniani e degli azzurri, la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, la parlamentare Wanda Ferro, non si era sbilanciata, affermando che il suo partito avrebbe seguito alcuni criteri – la qualità, più che l’orientamento ideologico, del candidato sindaco da sostenere e l’obiettivo di perseguire comunque l’unità del centrodestra – nella scelta finale, subordinata comunque a una valutazione da condividere con i vertici nazionali di Fratelli d’Italia. Più di un analista politico ha interpretato questi elementi come un’apertura di Fratelli d’Italia a Valerio Donato, e fonti del centrodestra riferiscono che il canale di interlocuzione con il candidato sindaco è costante, ma al momento Fratelli d’Italia non ha sciolto la riserva e non si è espressa né pubblicamente né ufficialmente. Donato, ieri, in un incontro nel quartier Santa Maria, avrebbe fatto intendere che il perimetro della sua coalizione sarebbe ormai definito e “autosufficiente” così com’è già. Insomma, il “forno” se non è chiuso sta per essere chiuso. La scelta ora, dunque, a Fratelli d’Italia.

Le forze già in campo per le Comunali

Nel frattempo, nelle prossime ore è attesa l’ufficializzazione dell’endorsement a Donato da parte del gruppo che fa riferimento al consigliere regionale Antonio Montuoro, eletto a Palazzo Campanella con Fratelli d’Italia ma meno vincolato alle determinazioni ufficiali del partito meloniano. La lista di Montuoro sarebbe, al momento, secondo gli addetti ai lavori l’11esima della coalizione di Donato, nella quale hanno trovato collocazione anche Forza Italia, Lega, Udc, Italia al Centro, Nuovo Cdu e i renziani di Italia Viva: ma se Forza Italia e l’Udc schiereranno il loro simbolo, dubbi invece sotto questo aspetto ci sarebbero per il Carroccio, con il plenipotenziario sul territorio, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, maggiormente orientato a presentare due liste di stampo più civico, “Alleanza” e “Prima l’Italia”, anche se quest’ultima ha un evidente aggancio, quantomeno nominalistico, alla Lega. Con loro poi ci saranno “Rinascita”, la lista di diretta espressione di Donato e comprensiva di (ex) Pd, “Avanti” dei fratelli Guerriero, “Fare” di Sergio Costanzo più altre sigle riconducibili ai vari capi elettori che sulla piazza di Catanzaro contano su pacchetti di voti anche ragguardevoli. Uno schieramento oggettivamente eterogeneo, al punto da prestare il fianco alle critiche di quanti lo ritengono ingovernabile, e dalle basi contraddittorie, perché pieno di esponenti del centrodestra che hanno amministrato, in prima, seconda o terza fila, nei quasi 20 anni di sindacatura di Sergio Abramo, contro cui Donato è particolarmente severo: secondo quanto trapela da fonti della sua coalizione, tuttavia, si fa presente Donato avrebbe già posto limiti e paletti rigorosi, anche rispetto agli uscenti da ricandidare, annunciando più di un no nel caso di candidature improponibili o imbarazzanti. Meno affollata, e più lineare in una logica prettamente politica, la coalizione di centrosinistra che sosterrà il leader di Cambiavento Nicola Fiorita: lo schieramento – si apprende da fonti interne – starebbe lavorando all’allestimento complessivo di almeno sette liste, a partire dalle due di diretta espressione del candidato sindaco, per arrivare al Pd (che qualche problemino però lo avrebbe), al Movimento 5 Stelle, al Psi, a DeMa, ispirata dal polo civico di de Magistris, e a un’altra lista che dovrebbe raccogliere ex renziani, pezzi di Leu e civici vari. In campo poi il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonello Talerico, candidato sindaco di area civica che sta intercettando un bel po’ di delusi del centrodestra e aree di centro come quella di Azione di Calenda: gli osservatori politici conteggiano per Talerico dalle 3 alle 5 liste, ma un ulteriore contributo potrebbe arrivare da Mimmo Tallini, ormai ex Forza Italia, che non avrà le truppe dei bei tempi ma resta comunque un generale in campo. Infine, a chiudere la schiera dei candidati sindaco il vicepresidente nazionale del Codacons, Francesco Di Lieto, che è sostenuto dai partiti di estrema sinistra come Potere al Popolo e Rifondazione Comunista e da Calabria Resistente e solidale, e che ha annunciato due liste: con Di Lieto ci sarà anche la senatrice ex M5S, oggi del Misto, paladina dei no vax e dei filo-russi, Bianca Laura Granato. (a. c.)

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