COSENZA Disinformazione e fake news sono ormai il pane quotidiano del nostro continuo scrolling con lo smartphone, e tra un’indigestione e l’altra lievita il sentimento di sfiducia e diffidenza verso le notizie sia “digitali” che “analogiche”. A salvarci dagli scivoloni facili sui contenuti falsi c’è il nostro occhio critico e la propensione alla verifica, ma… sono sempre sufficienti? La disinformazione da occasionale sta diventando sempre più strutturata, quasi sistemica, e di conseguenza si può contrastare solo attraverso uno strumento altrettanto strutturato. Una proposta ambiziosa e innovativa in questo senso arriva proprio da un ricercatore dell’Università della Calabria. Andrea Simeri 27 anni, crotonese, ha ideato un’applicazione che funge da guida per l’utente: il dispositivo attraverso un indicatore visuale segnala la percentuale di affidabilità del testo che si sta leggendo. Il nome del progetto è “Ai based content discriminator versus misinformation” e di recente è stato presentato all’Expo di Dubai insieme ad altri sei progetti ideati da altri studenti e ricercatori calabresi.
«Sono al secondo anno di dottorato ricerca all’Unical – racconta Simeri al Corriere della Calabria – mi occupo di intelligenza artificiale, machine learning e deep learning. Ho partecipato con questo progetto al bando promosso dall’associazione lombarda Sedici media che ha coinvolto Regione Lombardia, Calabria e Marche, dove veniva richiesto di presentare un‘idea progettuale che fosse coerente col 16° obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030: ovvero “pace giustizia e istituzioni forti”, incluso l’accesso pubblico alle informazioni. Siccome mi occupo anche di natural language processing – continua il ricercatore – ovvero una branca del deep learning che mira a rendere i computer abili nella comprensione del linguaggio naturale emulando l’intelligenza umana ho deciso di lanciare un mio progetto per combattere la disinformazione».
Simeri spiega come funziona nel concreto il dispositivo da lui ideato: «Sono partito dal presupposto di poter utilizzare una lista di autorità fidate come determinate testate giornalistiche o enti governativi – una sorta di elenco selezionato che può ricordare le vecchie pagine gialle – una volta stabilito ciò il sistema con un indicatore visuale mostra in sovraimpressione sullo schermo del pc o del telefono un indicatore di livello sull’attendibilità della notizia che si sta leggendo». Come viene definita però l’attendibilità dei contenuti? Come fa l’app ad elaborare una percentuale? Qui entra in campo l’enorme potenziale dell’intelligenza artificiale, ormai futura alleata della comunicazione, «grazie all’IA si può comprendere il significato semantico di un testo scritto, il congegno poi riesce a calcolare la distanza del significato del testo in questione dai contenuti pubblicati dalle sorgenti presenti nella lista delle fonti attendibili». L’innovazione della tecnica presentata da Simeri consiste nella possibilità dell’app di comprendere in modo realistico il senso le linguaggio scritto prescindendo dalle parole chiave, usando quindi una comparazione semantica e non lessicografica (che è invece basata su sinonimi o parole chiave). Spiega il ricercatore: «Due notizie che esprimono lo stesso concetto ma con parole e riferimenti diversi preservando la verità dei fatti vengono ritenute affidabili, invece due informazioni raccontate con parole simili ma che si riferiscono a verità differenti vengono classificate come non affidabili». Il senso di quest’applicazione per Simeri non è certamente mettere sul mercato uno strumento di censura, «che deve essere condannata in ogni sua forma» afferma, ma solo fornire uno strumento che possa sollevare un campanello d’allarme nell’utente e aiutarlo ad orientarsi.
Soluzioni a problemi globali possono quindi nascere in Calabria. La storia del ricercatore crotonese testimonia che la possibilità di dare il proprio contributo professionale c’è in Calabria come altrove, in una regione che ha tanta familiarità con le difficoltà e con le occasioni mancate, ma che con le competenze e le energie dei giovani può assumere un volto diverso. «Sono socio fondatore di un’azienda cosentina che si occupa di intelligenza artificiale e continuo il dottorato all’Unical perché voglio costruire il mio futuro nella mia terra natale, sono convinto che abbia molto da offrire, soprattutto dal punto di vista naturalistico, sono un amante non delle opere l’uomo ma dei doni che la natura ha fatto a questa regione – e poi confessa – non posso immaginare di vivere lontano dal mare, il mio sogno è restare. Per crescere qui, però, – puntualizza Simeri – non basta avere conoscenze e competenze, bisogna avere qualcosa in più: ad esempio il coraggio – e racconta la sua “insolita” scelta di vita – io ho preferito dare le dimissioni da una multinazionale giapponese per seguire un percorso atipico, non volevo accontentarmi di una carriera canonica con un ordinario contratto in un’azienda, ma ho voluto investire sulla creatività e l’intraprendenza, ho costruito un percorso diverso per lasciare spazio alle mie idee e a possibilità non contemplate. Tutto questo voglio continuare a farlo nella mia Regione».
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