È vero, l’uomo non si misura per la sua forza muscolare, ma per l’intelligenza che dimostra di avere. Poche parole per capire qual è il problema e quale strada si può percorrere dopo che si sarà votato a Catanzaro a seguito degli accadimenti che continuano ad interessare la campagna elettorale in vista delle amministrative di primavera.
Mentre qualcuno pensa di dare fuoco alle munizioni per garantirsi la presenza, qualcun’ altro “brucia” i tempi e si propone a sindaco di tutti!
Una scelta, quest’ultima, che poteva apparire “leggera” e forse anche balorda, sembra invece avviata a produrre risultati insperati per l’ortodossia politica già frantumata di suo per via di percorsi politici fatti in modo improprio, talvolta senza filtri o sostenuti grazie a intercessioni parentali.
Il professor Valerio Donato può tranquillamente dire di aver superato i pre-esami, essendo in poco tempo riuscito a concentrare su di sé l’attenzione della maggior parte degli schieramenti politici, sia quelli che guardano al Centro, sia quelli che guardano a Destra e qualcuno, a livello personale, anche a sinistra. È probabile che la sua “ricetta” sia efficace dopo che ha “salutato” il Partito democratico nel quale ha militato per diversi anni, decidendo di “mettersi in proprio”, senza paraventi, incontrando quante più persone ha potuto e riuscendo, stando ai si dice, a “convertirne” tanti.
Iniziative, queste, che potrebbero risultare di nocumento per il vecchio sistema politico catanzarese considerato che improvvisamente si ritrova scoperto e con nuove strategie cui far fronte. Una corsa nella quale il professor Donato ha coinvolto quanti gli hanno manifestato disponibilità: per esempio quasi l’intero centro-destra che a Catanzaro ha governato per lungo tempo. Donato si è deciso a cambiare la sua lunga militanza politica per adattarla alle “sfide” politiche attuali, affrancandosi persino dal Partito Democratico con il quale ha trascorso diversi anni. Dimessosi, ha ritenuto di aprire la porta a chi volesse condividere con lui il principio del prima l’impegno per Catanzaro e poi la scelta politica; una iniziativa che si è tradotta in una struttura capace di accogliere tanti cittadini pronti a condividerla. Sarà il futuro il vero arbitro, considerato che nessuno conosce la “realtà” di un sistema così articolato, per non dire altro, come è la politica nella Città capoluogo. Il problema è analizzare a posteriori il sistema e la sua efficacia rispetto alle idee e al fabbisogno di ciascuno. Si tratta di perseguire la coesione sulle cose da fare e su come realizzarle.
C’è, com’è naturale che sia, tanta attenzione attorno al progetto di Donato che nasce dalla consapevolezza che il cambiamento può produrre effetti importanti per l’ambiente purché l’istituzione sia adeguata e risponda alle necessità della Città. Partendo da questi elementi, Donato è riuscito a costruire un “campo largo” di cui non si conoscono precedenti a Catanzaro. Con l’unica presenza (per la verità “urticante”) della Lega di Salvini che si è aggregata – come si sostiene – per non fare una brutta figura se si fosse presentata in solitaria. C’è da augurarsi che il professor Donato riesca a tenere a bada la Lega, facendo intendere al suo leader che le “alzate di testa” da queste parti non sono sopportate e possono ritorcersi contro chi le compie.
Il consenso al progetto del professor Donato sembra corposo. Resta da valutare su quali strutture potrà contare fino alla fine. Se cioè la classe politica tutta accetterà il cambiamento e si dedicherà allo sviluppo della Città, oppure deciderà di fare altro ricalcando, per esempio, le orme del niente, secondo l’insegnamento del Sindaco uscente. Sarà questo un elemento fondamentale per Catanzaro e per i catanzaresi. Se risponderà ai desiderata della popolazione, sarà possibile che l’esperimento diventi un mezzo che può restituire a Catanzaro la dignità di capoluogo della Calabria che quasi sempre le viene misconosciuta.
Le difficoltà, però, ci sono per il “Progetto rinascita” del prof Donato. Fratelli d’Italia, allo stato delle cose, sembrerebbe manifestare qualche remora verso la coesione larga e sta ritardando la decisione nell’attesa di volerci vedere chiaro. Così come l’Udc che, per bocca del suo neo commissario cittadino, Vincenzo Speziale, improvvisamente aveva escluso di indirizzare le preferenze su Donato, deciso a favorire un suo amico, l’avvocato Talerico, noto in città come “il candidato”, avendo dimostrato di non riuscire a resistere ad una offerta elettorale.
C’è da dire che all’interno dell’Udc la querelle su chi appoggiare è durata il tempo di un’eclisse considerato che la “scelta” di Speziale contrastava con quella approvata dal Partito e confermata dal Commissario provinciale, Giovanni Merante. Insomma la macchina, quasi perfetta, realizzata da Valerio Donato ha rischiato di essere portata in “manutenzione” prima ancora che fosse stato acceso il motore per la prima volta.
In sostanza l’invito ai catanzaresi di dissentire da chi, anche all’interno dello stesso partito, tenta di mettere in discussione l’autorità, è pressante stante che non esiste una verità assoluta. Così come c’è chi copia i programmi politici degli altri e li partecipa alla popolazione come se fossero suoi. È accaduto in questi giorni con il progetto della “conurbazione” Catanzaro-Lamezia Terme e con il coinvolgimento dei paesi del circondario, per realizzare la “Grande città dell’istmo”. Chi l’ha comunicato ai quotidiani avrebbe fatto bene a informarsi sulla storia politica di questa città così da evitare magre perché tutto è scritto, financo di chi è la primogenitura di quella iniziativa. Avrebbe appreso che si trattava di un’idea del Partito socialista italiano che risale a decine di anni fa; ma, purtroppo, c’è chi la storia la fa e chi, invece, la copia pensando di farla apparire come partorita dalla sua mente.
*giornalista
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