CATANZARO Prende il via questa mattina l’udienza preliminare a carico degli imputati implicati nel processo istruito dalla Dda di Catanzaro e nato dall’inchiesta “Alibante” che ha scoperchiato – nel maggio 2021 – il pentolone delle infiltrazioni mafiose nell’area del medio Tirreno catanzarese. Nel mirino affari e interessi del presunto clan facente riferimento al boss Carmelo Bagalà, che avrebbe legami con organizzazioni criminali in provincia di Cosenza, nella Piana di Gioia Tauro e nelle province di Vibo Valentia e Caserta. Il clan avrebbe controllato, tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna, attività commerciali e turistiche, con interessi in appalti e servizi pubblici. E anche in politica. Tra gli imputati anche l’ex sindaco di Falerna Giovanni Costanzo, che avrebbe promesso il cambio di destinazione d’uso di un terreno per ottenere il sostegno elettorale di Bagalà. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, abuso d’ufficio, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti e turbativa d’asta.
Sono 31 gli imputati che rischiano il rinvio a giudizio:
Carmelo Bagalà, Gioia Tauro, 1941;
Domenico Aragona, Lamezia Terme, 1989;
Ferdinando Aragona, Nocera Terinese, 1960;
Francesca Bagalà, Nocera Terinese, 1971;
Maria Rita Bagalà, Lamezia Terme, 1969;
Emilio Barletta, Lamezia Terme, 1970;
Peppino Calidonna, Lamezia Terme, 1984;
Francesco Cardamone, Vibo Valentia, 1981;
Renzo Cardamone, Spezzano della Sila, 1962;
Antonio Cario, Lamezia Terme, 1970;
Alfredo Carnevale, Nocera Terinese, 1984;
Giovanni Costanzo, Lamezia Terme, 1967;
Vincenzo Dattilo, Lamezia Terme, 1956;
Francesco Antonio Di Biase, Lamezia Terme, 1971;
Luigi Ferlaino, Nocera Terinese, 1968;
Alessandro Gallo, Lamezia Terme, 1989;
Mario Gallo, Falerna, 1964;
Raffaele Gallo, Conflenti, 1959;
Antonio Gedeone, Cosenza, 1968;
Umberto Gedeone, Cosenza, 1972;
Andrea Gino Giunti, Aosta, 1966;
Roberto Isabella, Lamezia Terme, 1954;
Giovanni Eugenio Macchione, Nocera Terinese, 1959;
Vittorio Macchione, Nocera Terinese, 1951;
Antonio Rosario Mastroianni, Nocera Terinese, 1947;
Vittorio Palermo, Ischia, 1958;
Eros Pascuzzo, Lamezia Terme, 1987;
Benito Provenzano, Sambiase, 1961;
Alessandro Rubino, Cosenza, 1977;
Antonio Pietro Stranges, Conflenti, 1953;
Maria Rosaria Virardi, Catanzaro, 1973
A rappresentare l’accusa in aula sarà il sostituto della Dda di Catanzaro Chiara Bonfadini. Nutrito il collegio difensivo nel quale si registra qualche cambiamento. Il professore Mario Murone ha rinunciato all’incarico di difendere Maria Rita Bagalà, figlia del capo cosca Carmelo, anche lei detenuta con l’accusa di essere partecipe dell’associazione mafiosa. Nel collegio difensivo gli avvocati Pino Zofrea, Ortensio Mendicino, Roberto Sorrenti, Raffaele Mastroianni, Salvatore Cerra, Antonio Gigliotti, Vincenzo Belvedere, Ramona Gualtieri, Salvatore Staiano, Antonio Muscimarro, Anna Mendicino, Gusy Caliò, Giuseppe Spinelli, Leopoldo Marchese, Aldo Ferraro, Davide Di Spena, Osvaldo Fratini, Massimiliano Carnovale, Francesco Gambardella, Enzo Galeota, Giudo Contestabile, Antonio Quintieri, Pasquale Gigliotti, Giuseppe Sardo.
Oggi potrebbero richiedere di essere ammesse parte civile nel processo le persone offese riconosciute dalla Dda di Catanzaro.
La Distrettuale, infatti, nella richiesta di rinvio a giudizio – vergata dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti Chiara Bonfadini e Romano Gallo – ha riconosciuto 11 persone offese tra le quali 9 privati, i Comuni di Nocera Terinese e di Falerna e la Regione Calabria. (ale. tru.)
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