CATANZARO Il gup del Tribunale di Catanzaro, Alfredo Ferraro, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati implicati nel procedimento “Alibante” incentrato sulle infiltrazioni mafiose nell’area del medio Tirreno catanzarese. Nel mirino affari e interessi del presunto clan facente riferimento al boss Carmelo Bagalà, che avrebbe legami con organizzazioni criminali in provincia di Cosenza, nella Piana di Gioia Tauro e nelle province di Vibo Valentia e Caserta. Il clan avrebbe controllato, tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna, attività commerciali e turistiche, con interessi in appalti e servizi pubblici e la politica. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, abuso d’ufficio, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti e turbativa d’asta.Tra gli imputati anche l’ex sindaco di Falerna Giovanni Costanzo, che avrebbe promesso il cambio di destinazione d’uso di un terreno per ottenere il sostegno elettorale di Bagalà.A chiedere il rinvio a giudizio sono stati i pubblici ministeri Chiara Bonfadini e Romano Gallo.Il gup ha fissato l’inizio del processo per il prossimo otto giugno davanti al Tribunale collegiale di Lamezia Terme.Sono 29 le persone rinviate a giudizio su 31 imputati: per Alessandro e Mario Gallo, infatti, l’avvocato Leopoldo Marchese aveva avanzato richiesta di giudizio immediato. Richiesta ammessa e udienza fissata per il prossimo sette giugno.
Sono stati rinviati a giudizio:
Carmelo Bagalà, Gioia Tauro, 1941; Domenico Aragona, Lamezia Terme, 1989; Ferdinando Aragona, Nocera Terinese, 1960; Francesca Bagalà, Nocera Terinese, 1971; Maria Rita Bagalà, Lamezia Terme, 1969; Emilio Barletta, Lamezia Terme, 1970; Peppino Calidonna, Lamezia Terme, 1984; Francesco Cardamone, Vibo Valentia, 1981; Renzo Cardamone, Spezzano della Sila, 1962; Antonio Cario, Lamezia Terme, 1970; Alfredo Carnevale, Nocera Terinese, 1984; Giovanni Costanzo, Lamezia Terme, 1967; Vincenzo Dattilo, Lamezia Terme, 1956; Francesco Antonio Di Biase, Lamezia Terme, 1971; Luigi Ferlaino, Nocera Terinese, 1968; Raffaele Gallo, Conflenti, 1959; Antonio Gedeone, Cosenza, 1968; Umberto Gedeone, Cosenza, 1972; Andrea Gino Giunti, Aosta, 1966; Roberto Isabella, Lamezia Terme, 1954; Giovanni Eugenio Macchione, Nocera Terinese, 1959; Vittorio Macchione, Nocera Terinese, 1951; Antonio Rosario Mastroianni, Nocera Terinese, 1947; Vittorio Palermo, Ischia, 1958; Eros Pascuzzo, Lamezia Terme, 1987; Benito Provenzano, Sambiase, 1961; Alessandro Rubino, Cosenza, 1977; Antonio Pietro Stranges, Conflenti, 1953; Maria Rosaria Virardi, Catanzaro, 1973.
Nel collegio difensivo gli avvocati Pino Zofrea, Ortensio Mendicino, Roberto Sorrenti, Raffaele Mastroianni, Salvatore Cerra, Antonio Gigliotti, Vincenzo Belvedere, Ramona Gualtieri, Salvatore Staiano, Antonio Muscimarro, Anna Mendicino, Gusy Caliò, Giuseppe Spinelli, Leopoldo Marchese, Aldo Ferraro, Davide Di Spena, Osvaldo Fratini, Massimiliano Carnovale, Francesco Gambardella, Enzo Galeota, Giudo Contestabile, Antonio Quintieri, Pasquale Gigliotti, Giuseppe Sardo.
Sono state ammesse quali parti civili i Comuni di Falerna e Nocera Terinese, la Regione Calabria, l’associazione antiracket lametina e i privati Rosa Mendicino e Massimilano Antonicelli. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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