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Calci alla recluta per un pacco di merendine, sergente di Cosenza condannato a 5 mesi

Confermata dalla Cassazione la sentenza del Tribunale militare di Verona. L’episodio dopo un controllo nel dicembre 2017

Pubblicato il: 12/04/2022 – 13:51
Calci alla recluta per un pacco di merendine, sergente di Cosenza condannato a 5 mesi

COSENZA Prima una serie di flessioni, e poi un calcio al torace a una delle reclute colpevoli di aver portato in caserma un pacco di merendine. Un sergente dell’Esercito, un 42enne originario di Cosenza, è stato condannato dal tribunale militare di Verona a cinque mesi e dieci giorni di reclusione militare per il reato di violenza contro un inferiore. La sentenza, racconta il Corriere del Veneto, è stata confermata dalla corte di cassazione, che ha respinto il ricorso del sottoufficiale.

La punizione per un pacco di merendine

I fatti si sono svolti il 14 dicembre 2017. Secondo la vittima, quel giorno il comandante di Compagnia aveva disposto un controllo, e il sergente aveva così rinvenuto in un armadietto «un pacchetto di merendine, genere vietato dai regolamenti interni». L’imputato – spiega il Corriere del Veneto – a quel punto «ordinava per punizione a tutti i militari presenti in camerata di fare dei piegamenti sulle braccia». Stando alla ricostruzione dell’accusa, una delle reclute non sarebbe riuscita a svolgere correttamente le flessioni, e il superiore l’avrebbe chiamato per nome per avvertirlo: «Non sai che posso diventare più cattivo». E subito dopo «lo colpiva con un calcio al costato». Una botta molto forte, inferta davanti agli altri soldati della camerata che però hanno negato di aver visto il sergente sferrare il colpo perché «intenti a realizzare l’esercizio fisico punitivo» pur confermando che, subito dopo, hanno notato la sofferenza del collega.

La denuncia della recluta e la difesa del sergente

La vittima non si è recata subito in ospedale dopo il fatto, perché temeva – ha spiegato – «nel caso gli fossero dati dei giorni di prognosi, di non poter partecipare al giuramento che era previsto per il giorno successivo». Solo il 19 dicembre, dopo un fine settimana trascorso con i familiari, la recluta «su richiesta dei superiori» si era presentato al pronto soccorso di Verona e i medici avevano refertato una contusione al torace giudicata guaribile in due giorni. Da parte sua, il sergente ha sempre respinto le accuse e i suoi difensori hanno sottolineato come nessun testimone abbia saputo confermare con precisione l’episodio del calcio al costato, tanto meno nella sua intensità. Ma prima il tribunale militare di Verona e poi quello d’Appello di Roma, hanno ritenuto credibile la ricostruzione della vittima. Oltre alla condanna (sospesa) a cinque mesi e dieci giorni, il sergente dovrà versare una sanzione di tremila euro.

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