TAVERNA Ci sono anche la “Dafnae” del 1914 e la “Coppia danzante” del 1919 – due tra le più importanti opere di Ercole Drei, facenti parte della donazione di Lia Drei e Francesco Guerrieri al Museo civico di Taverna (Catanzaro) che le ha concesse in prestito – nel percorso della mostra “L’ombra della giovinezza – Federigo Tozzi e le arti figurative” inaugurata nei giorni scorsi al Museo di Santa Maria della Scala a Siena.
L’esposizione senese, curata da Riccardo Castellana, Michelina Simona Eremita e Luca Quattrocchi, oltre a esporre una selezione dell’opera degli artisti che Tozzi conosceva e apprezzava, e in molti casi le specifiche opere commentate nelle sue pagine di critica, propone un percorso documentario che, tra foto, manoscritti, lettere, libri e riviste, illustra da una prospettiva diversa le tappe principali della sua narrativa. Siena celebra così lo scrittore nato nella città del Palio nel 1883 e morto a Roma nel 1920 e oggi riconosciuto come uno dei massimi narratori italiani del primo Novecento. Tra i principali artisti e apprezzati amici di Federigo Tozzi, c’era lo scultore Ercole Drei (Faenza 1886-Roma 1973) al quale è stata dedicata la sala che conclude il suggestivo percorso di visita della mostra e nella quale si potranno ammirare fino al 20 luglio 2022 anche le due opere provenienti dal Museo Civico di Taverna, la città natale del pittore Mattia Preti.
«La nostra istituzione culturale – afferma il direttore del museo tavernese, professor Giuseppe Valentino – conferma la sua principale mission di presidio per l’arte in Calabria, volto alla tutela, conservazione e valorizzazione degli artisti del Novecento che lo hanno scelto come luogo privilegiato ove documentare la loro riconosciuta parabola vitale e creativa».
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