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Il Consiglio discute l’adozione della “multiutility” per acqua e rifiuti. «Non possiamo inseguire le emergenze ogni sei mesi»

Partiti i lavori a Palazzo Campanella. Bruni: «Da governo metodo di lavoro obsoleto. Manca comunicazione». De Nisi: «Basta scontri ideologici sul tema ambiente»

Pubblicato il: 13/04/2022 – 14:14
di Francesco Donnici
Il Consiglio discute l’adozione della “multiutility” per acqua e rifiuti. «Non possiamo inseguire le emergenze ogni sei mesi»

REGGIO CALABRIA Primo punto all’Ordine del giorno di Palazzo Campanella, che torna ad accogliere l’assemblea legislativa in presenza a pieno regime, compresa l’apertura alla stampa e al pubblico, è l’“Organizzazione servizi pubblici essenziali dell’ambiente”. Pietro Raso, consigliere regionale della Lega, illustra il provvedimento finalizzato a impostare una nuova governance nel settore ambientale che passi da «un unico ambito territoriale ottimale corrispondente al territorio della Regione sia per il servizio idrico integrato sia per il servizio di gestione rifiuti» e «un unico ente di governo per questi servizi cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni» calabresi. A prevedere l’istituzione dell’ “Authority” è una proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale.

Il dibattito: dubbi tra i banchi dell’opposizione

Amalia Bruni, capo del gruppo misto, chiede subito di intervenire sottolineando come la «crisi dei rifiuti sia prefigurata da sempre». Le cause «sono molte», ma «la principale è il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva sui rifiuti. L’obiettivo dev’essere efficienza e qualità, ma c’è sicuramente un problema di merito e di metodo. – secondo il capo dell’opposizione – Avviare una nuova stagione è necessario perché i servizi, per come sono non funzionano». Tuttavia, il problema si pone intorno all’approccio della maggioranza di governo regionale che «continua a lavorare di fretta» scegliendo «soluzioni obsolete alla luce del progresso tecnologico. Fatto grave perché la Calabria rischia di rimanere indietro per colpa delle incompetenze». Bruni ricorda come all’ordine del giorno non sia prevista alcuna discussione, ad esempio, sulla proposta di un inceneritore da impiantare a Gioia Tauro. «Anche il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro non risolve il problema e mentre si discute di transizione ecologica si continua a parlare di inceneritori». La proposta dell’opposizione consiste nelle «campagne di raccordo con gli enti locali». «La gestione del ciclo presupporrebbe un alto grado di coinvolgimento dei cittadini» affinché quello che è considerato uno scarto possa trasformarsi in ricchezza. L’altro punto è relativo alla tutela della salute legata all’inquinamento ambientale. Sulla proposta Bruni sottolinea poi come l’istituendo Ato Unico rischia di produrre una «deresponsabilizzazione e spoliazione» dei singoli territori e questa legge «compromette il principio di sussidiarietà». «Vergognose» invece le condotte intorno alla gestione delle acque. Per questi motivi, la “Multiutility” rischia di «alimentare i contrasti tra i territori» e di non risolvere i problemi attuali. «L’Anci è stata contraria all’approvazione del disegno di legge lamentando una mancata interlocuzione».
Il consigliere Ernesto Alecci del Pd non nasconde la preoccupazione. «Acqua e rifiuti dovrebbero essere i pilastri di una regione. Dissi da subito che l’unica strada percorribile era di rendere unica la Sorical, ma prima di capire come far arrivare l’acqua alle nostre abitazioni dovremmo interrogarci anche sullo stato di salute dell’acqua». «La proposta originaria era di 3 Ato, ma non è stata portata a termine» e il fallimento di questo sistema «ha favorito il privato a discapito del pubblico, imponendoci anche delle tariffe elevate». Anche il consigliere Pd sottolinea come il termovalorizzatore non sia la soluzione al problema posto che si rende necessario, invece, «incrementare gli impianti di lavorazione della differenziata».
Credo che oggi la Regione non sia pronta per la sfida della multiservizi che dovrebbe essere una sfida coraggiosa e rischia di essere una deriva autoritaria». Sempre per il Pd, Mimmo Bevacqua sottolinea come «il tema riguarda la qualità di vita delle nostre comunità» e la legge è stata adottata troppo frettolosamente.
Per Tavernise, capogruppo Cinquestelle, non c’è una contrarietà “a priori” alla proposta di legge. «Nella Piana di Sibari, lungo la statale 106, i cassonetti sono stracolmi di rifiuti. È un dato oggettivo che alcuni Ato hanno fallito e fatto perdere fondi. Sono stato l’unico a chiedere le dimissioni del presidente dell’Ato e dell’Anci, Marcello Manna. «Questa maggioranza – aggiunge però – sbaglia completamente il metodo perché non coinvolge gli attori interessati. Penso il criterio più giusto sia quello adottato in VI commissione di audire prima le parti interessate e solo dopo arrivare alla proposta». Tavernise propone quindi una serie di emendamenti. «Se non saremo ascoltati, da questo momento in poi inizieranno delle azioni concrete». Lo Schiavo del gruppo Dmp sostiene che «il problema è di metodo: vero che il governatore ci mette la faccia, ma in forme diverse ciascuno di noi ha una responsabilità. Non è importante quante volte si riuniscano le commissioni, ma quante volte queste possano incidere sul dibattito». Dello stesso avviso Ferdinando Laghi: «Questa legge, calata da altri ambiti, avrebbe dovuto essere più adeguata al contesto della nostra regione». Nel merito «ci sono delle enunciazioni di principio condivisibili, ma poi gli elementi operativi contrastano con queste enunciazioni». Non si può puntare sull’incenerimento dei rifiuti che «scientificamente è la pratica più pericolosa per la salute umana e dell’ambiente».

«Il modello di gestione proposto dal governatore va bene»

Di diverso avviso il consigliere Francesco De Nisi di Coraggio Italia secondo cui «su questi temi bisogna essere compatti, onesti ed avere l’onestà intellettuale di capire quale sia il bene di questa regione. Il tema dell’ambiente e dell’acqua non può essere ancora una volta oggetto di scontro politico. La Calabria vive, su alcuni territori, «situazioni da Paese del “terzo mondo”». Il problema dei rifiuti e delle risorse idriche «va affrontato in modo definitivo: non è possibile che noi cittadini calabresi ogni 6 mesi siamo costretti a inseguire una crisi su questi temi».
I 5 Ato provinciali hanno avuto fino ad oggi l’incarico di gestire i rifiuti nei rispettivi territori, ma «nella provincia di Cosenza c’è una completa anarchia». Diversamente, la provincia di Catanzaro «l’unico tentativo di gestione dei rifiuti, quindi il problema si è sentito meno». La provincia di Crotone «questa estate era sovrastata dai cumuli e la percentuale di differenziata è la più bassa della regione». La provincia di Vibo «non ha visto nessun accordo» e quella di Reggio «è sommersa dai problemi». «Ad oggi non si è fatta una scelta e questo non scegliere ci porta ogni sei mesi ad inseguire l’apertura di una nuova discarica o a pagare per smaltire i rifiuti fuori regione». Per questo «il modello di gestione previsto dal presidente Occhiuto va bene perché la Calabria è troppo piccola per essere divisa in cinque ambiti». Giuseppe Graziano dell’Udc si sofferma sui passi avanti fatti sulla raccolta differenziata, «ma bisogna fare di più» uscendo dalla logica che «debba far parte della differenziata solo un certo tipo di rifiuti». «Sono sicuro che con questa legge riusciremo a spingere al massimo la differenziata». Si dice poi d’accordo con Alecci sul punto dell’autocompostaggio, tra le previsioni «innovative» della legge. «Il potenziamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro è fondamentale per l’autosufficienza del sistema di gestione dei rifiuti in Calabria, lo stesso sta avvenendo in Puglia che non è amministrata dal centrodestra. Il piano del governatore Occhiuto ci consentirà una gestione virtuosa dei rifiuti in Calabria. Sono convinto che riusciremo ad avere finalmente una gestione virtuosa del rifiuto in Calabria».
La consigliera di Forza Italia, Pasqualina Straface riporta alcune specificazioni «per sgomberare il campo da dubbi»: «La Regione non ha alcuna intenzione di commissariare le amministrazioni locali, ma bisogna tenere conto delle criticità del settore idrico e della necessità di riorganizzare la macchina burocratica». Motivo per cui «c’è la necessità di una “multiutility”». Allora «il progetto del presidente Occhiuto è orientato a garantire efficienza alla macchina amministrativa» e rispondere a dette necessità. Conclude il relatore, Pietro Raso: «Bisogna ringraziare il presidente Occhiuto per averci messo la faccia e per la tempestività, il sistema non può più reggere 5 Ato che non funzionano, da qui la nascita dell’Atto unica regionale».

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