LAMEZIA TERME Amantea sarà chiamata al voto a distanza di 24 mesi dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose, il prossimo 12 giugno. Nel focus sulle elezioni andato in onda mercoledì sera su L’altro Corriere Tv, nel corso del talk “20.20” condotto da Ugo Floro, sono intervenuti due candidati a sindaco, Silvio Clemente ed Enzo Pellegrino, entrambi di ispirazione di centrosinistra ma supportati da liste civiche.
«Amantea – esordisce Clemente – finalmente ritorna alla democrazia. Ho sempre sottolineato che alla migliore commissione straordinaria che regge le sorti di un comune, preferirei la peggiore delle amministrazioni perché sono comunque espressioni della comunità. L’istituto della commissione straordinaria e la legge sugli scioglimenti dei comuni per mafia vanno rivisti. Nel decreto di scioglimento del consiglio comunale non c’è un solo atto che abbia avuto influenze da patte della criminalità organizzata».
Silvio Clemente si identifica come «punto terminale di un progetto significativo. La nostra comunità ha in questo particolare momento storico tre handicap: lo scioglimento per mafia del consiglio comunale, la mancanza di una struttura burocratica amministrativa (Il comune di Amantea potrebbe contare una pianta organica di 140 unità ed invece ne ha 25) ed il dissesto economico-finanziario dell’ente. Chi me lo fa fare? È una battaglia del cuore. Insieme a tanti altri come me possiamo dimostrare che ad Amantea esistono intelligenze e competenze per disincagliare la nave».
Nel formare le liste, prosegue Clemente, «bisogna fare attenzione. Sottoscriveremo sin da subito la cosiddetta dichiarazione di intenti, nella quale dichiariamo di non incorrere nei casi previsti dall’incandidabilità e ineleggibilità secondo la legge Severino. Negli ultimi quindici anni, ovvero 180 mesi, il comune di Amantea è stato commissariato, anche per turbolenza politica, per 85. Abbiamo una visione precisa: aggredire le criticità con il metodo delle consulte a supporto dell’amministrazione, così da coinvolgere anche chi oggi non ritiene di dover fare un passo avanti. Vogliamo mettere un punto sul vecchio ciclo ed aprirne uno nuovo, con la partecipazione della popolazione in modo attivo alla vita amministrativa. La frammentazione può produrre danni, per questo mettiamo in discussione la nostra intelaiatura, pur di raggiungere l’unità di intenti».
La parte autonomista di Campora verso Serra d’Aiello Clemente la avverte come «una tempesta in un bicchiere d’acqua. Si risolve ragionando, partendo dalla certezza secondo cui da soli non si va da nessuna parte. Si risolve se si intuiscono i vantaggi e gli svantaggi. Noi, piuttosto, stiamo lavorando sul progetto strutturato di unione dei comuni, a differenza della fusione, che riconosce alle realtà le loro peculiarità, ma in un disegno unitario di condivisione dei servizi».
«C’è da trattare il cancro che si è innestato sui tessuti sani della città. Amantea – dichiara a sua volta Enzo Pellegrino – ha subìto un doppio scioglimento per infiltrazioni mafiose, un primo nel 2008 risolto in via giudiziaria. Poi il comune ha attraversato un periodo di gestione democratica regolare fino al 2017 quando è incappata in un’altra procedura per infiltrazioni mafiose. Ho letto con attenzione la relazione e i fatti narrati sussistono anche nell’ambito cittadino. Il commissariamento è stato prorogato perché non si sono realizzate le condizioni per un’agibilità democratica, espressione abbastanza grave contenuta nella relazione di proroga del commissariamento per latri sei mesi».
Pellegrino ha deciso di accettare la candidatura, «proprio per scardinare quel sistema e giungere all’agibilità democratica. Per comporre la lista abbiamo stabilito dei criteri di selezione: il candidato tipo è quello che non ha scheletri negli armadi e nessuna liaison pericolosa; non è il portatore di voti che costituisce il grimaldello per scardinare il sistema di legalità ma il portatore di idee. I componenti devono sposare il nostro progetto e quelle linee guida. Abbiamo già composto una lista chiusa, di ispirazione civica, in cui l’orientamento politico è il buonsenso».
Definiti i criteri di selezione, i candidati parleranno di programma «che si basa sulla normalizzazione della città. Amantea non ha più regole, tutto è possibile a tutti. La storia della nostra città non può proseguire su quei binari. Normalizzare si traduce nella reintroduzione delle regole, di un corretto vivere civile e soprattutto con il senso di sicurezza sul territorio. La prima azione che il prossimo sindaco dovrà portare a termine è l’assoluto controllo del territorio anche con la tenenza dei carabinieri ed il posto di polizia a Campora».
L’idea di secessione «va avanti da qualche lustro – conclude Pellegrino – perché la politica ha avuto una visione strabica. Ha pensato troppo ad Amantea e troppo poco a Campora. Il malessere che ha generato questa presa di posizione è comprensibile e giustificabile. A questi cittadini dico che pur nella legittimità della richiesta di secessione, se Campora ha il diritto di chiedere il distacco, Amantea può chiedere il rispetto dell’integrità del territorio comunale».
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