CORIGLIANO ROSSANO Tre dati spiccano nella proposta di legge finalizzata a modificare le circoscrizioni giudiziarie e, quindi, la riapertura (o nuova istituzione che dir si voglia) del tribunale di Corigliano Rossano: l’approvazione del consiglio regionale all’unanimità, le firme bipartisan su un provvedimento legislativo, il «primo del genere proposto dalla Regione Calabria al Parlamento».
Da queste parti la chiusura del tribunale di Rossano brucia ancora e le cicatrici sono ancora molto visibili per la cancellazione del palazzo di giustizia rossanese dalla cartina geografica. Un’ingiustizia perpetrata con «carte false», come aveva dichiarato a quei tempi l’ex senatore piemontese Enrico Buemi, in visita a Rossano.
A nulla sono servite le mobilitazioni della popolazione, ogni tipo di protesta tra cui lo sciopero della fame (dell’attuale sindaco, Flavio Stasi e dell’odierno assessore Mauro Mitidieri) e le sfilate dei politici al capezzale dello storico foro, già sede di Corte d’Assise.
Rossano Alta tra il 2011 e il 2012 ha ospitato decine di visite istituzionali, tutti pronti a fare spallucce in un momento in cui la filiera istituzionale sembrava essere propizia: sindaco, amministrazione comunale, amministrazione regionale espressioni di quel Popolo della Libertà che a quel tempo appoggiava il governo Monti.
Il tribunale di Rossano, insomma, è stato l’unico a pagare, peraltro fagocitato da un tribunale «quattro volte più piccolo» sia in termini di dimensioni fisiche – nonostante la nuova struttura edificata a Castrovillari – che nel volume dei procedimenti giudiziari, soprattutto penali. Quella riforma ispirata dalla spending review non ha offerto i frutti sperati, anzi. Ha moltiplicato la spesa ed esasperato i tempi di erogazione del servizio giustizia.
La proposta di legge regionale presentata dal consigliere regionale dell’Udc, Giuseppe Graziano, autore anche della legge di istituzione del “nuovo” comune di Corigliano Rossano nella passata legislatura, è stata sottoscritta anche da consiglieri di centrodestra e centrosinistra Straface, De Francesco, Fedele, Tavernise, Gelardi, Alecci, Cirillo. E, come accennato, è stata approvata dall’assise all’unanimità. Il che assume, ovviamente, valenza e peso specifico politico maggiore. Se basterà, però, a fungere da grimaldello per una nuova rivisitazione delle circoscrizioni giudiziarie, rimane un’incognita. Nei cassetti del Parlamento ci sono altre proposte di legge presentate da parlamentari, nemmeno transitate in commissione. L’iter, dunque, come dice Giuseppe Graziano, sarà «lungo ma non difficile». Molto dipenderà anche dal rapporto peso-volume delle rappresentanze politiche regionali a Roma.
Nello specifico, la proposta di provvedimento amministrativo mira ad apportare modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n.155 “nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n.148” e successive modifiche.
«La sensibilità dei colleghi consiglieri e dei gruppi consiliari è stata davvero preziosa – commenta Graziano ai microfoni del Corriere della Calabria il giorno dopo – sia nell’accogliere il mio invito a cofirmare la proposta di legge, ma soprattutto nell’esprimere l’unanimità di tutti. Sono soddisfatto perché la chiusura del tribunale di Rossano adesso è attenzionato da tutti i consiglieri regionali calabresi. Questo elemento politico rafforza il percorso istituzionale della proposta di legge, ed è la prima volta che l’assise regionale della Calabria invia un provvedimento del genere al Parlamento».
Graziano rivela di aver lanciato un appello ai consiglieri tutti, alle forze politiche e al presidente della Regione «affinché d’ora in poi si continui a lavorare insieme per l’istituzione del tribunale di Corigliano Rossano».
Adesso è necessario «che tutti i rappresentanti dei partiti al governo ed all’opposizione – prosegue il capogruppo dell’Udc – perorino questa proposta di legge affinché sia incardinata il prima possibile alla commissione giustizia della Camera dei Deputati, alla quale sarà inviata dagli uffici del Consiglio regionale».
Il percorso legislativo «non sarà un difficile ma lungo». «Anche altre quattro regioni in cui sono stati soppressi dei tribunali hanno deliberato proposte di legge come la nostra. Quella della Regione Toscana, per esempio, è stata già incardinata in commissione giustizia. Al termine della legislatura manca un anno, ma se c’è la volontà questa legge può avere una felice conclusione, anche perché una delle motivazioni principali per cui è stato chiuso il tribunale era i risparmio della spesa, i costi della gestione dei locali, tra l’altro di proprietà comunale. Con questa legge la Regione si assume gli oneri: servirà a eliminare ogni alibi a chi aveva a suo tempo sponsorizzato la chiusura del palazzo di giustizia. Da questo punto di vista, quindi, non ci sono più motivazioni perché il foro coriglianorossanese non sia istituito nuovamente».
«Ho spiegato all’aula che la soppressione del foro rossanese ha provocato tutto il contrario di quanto era stato previsto. I costi della giustizia – prosegue Graziano – sono aumentati a dismisura, anche per le notificazione, l’impiego delle forze di polizia. Le distanze superano le due ore di viaggio in auto su strade pericolose e non esistono servizi di trasporto pubblico per Castrovillari; permane la carenza di magistrati ed il carico di lavoro portato in dote dal tribunale di Rossano è quattro volte superiore al foro Castrovillari. Anche gli spazi fisici sono molto ridotti ed allungano i tempi dell’attività giudiziaria. Peraltro i locali del tribunale di Rossano anche ai tempi erano più ampi dell’attuale palazzo di giustizia castrovillarese di recente costruzione».
Per Graziano l’istituzione di un palazzo di giustizia a Corigliano Rossano si rende necessario anche a causa di motivazioni «legate alla criminalità organizzata che non lascia tranquilla la popolazione della Sibaritide. Basti pensare che ci sono stati una decina di morti identificabili per mano della ‘ndrangheta negli ultimi tre anni o che vi è un’attenzione del Ministero dell’interno sul territorio per fatti criminosi che avvengono quotidianamente nella città di Corigliano Rossano, spesso di notte con incendi di automezzi di imprese, aziende e cittadini».
Ad incidere sulla rivisitazione della circoscrizione giudiziaria richiesta anche dalla Regione Calabria con questa proposta di legge, last but not least, la subentrata fusione, approvata in Consiglio regionale nel 2017 da un’altra proposta di legge targata Graziano. «Nel 2018 è nata la città di Corigliano Rossano – conclude il capogruppo dell’Udc in consiglio regionale – la terza per popolazione in Calabria, la prima per estensione geografica, la 22a in Italia. La legge Delrio che disciplina le fusioni identifica proprio nelle città fuse le sedi giudiziarie per offrire un servizio veloce, rapido, di prossimità ai cittadini». (l.latella@corrierecal.it)
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