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«Le carte si sono mischiate»

Ancora qualche giorno fa il professor Valerio Donato era in viaggio verso un successo che sembrava assicurato. Può darsi, buon per lui, che il disegno di diventare sindaco di Catanzaro al primo tu…

Pubblicato il: 14/04/2022 – 17:39
di Bruno Gemelli
«Le carte si sono mischiate»

Ancora qualche giorno fa il professor Valerio Donato era in viaggio verso un successo che sembrava assicurato. Può darsi, buon per lui, che il disegno di diventare sindaco di Catanzaro al primo turno gli riesca lo stesso. Tuttavia, nelle ultime ore, le cose si sono mosse e non necessariamente in direzione favorevole al citato candidato.
Cos’è successo, nel frattempo? Tante cose. Una sorta di puzzle nel quale ogni tessera si carica di dubbi. La situazione di partenza era, ed è, complicata per il centrodestra catanzarese che, dopo oltre venti anni di dominio assoluto, è rimasto senza benzina. Nel senso che la politica dominante s’è trovata senza più risorse, rappresentando plasticamente la situazione della città, rispetto a sé stessa e, soprattutto, rispetto alla regione. Un capoluogo sfinito, senza idee e senza forze. Incapace di trovare sintesi e di rilanciarsi rinnovandosi.
In questo contesto, o forse a causa di questo contesto, i due personaggi politici più influenti, Mimmo Tallini e Sergio Abramo, si sono elisi a vicenda. Il primo ha rotto con il suo partito, Forza Italia, rifugiandosi in una formazione cadetta, quella di Maurizio Lupi e Pino Galati (ed è questa la notizia del giorno); il secondo è scomparso dal radar. Sicché in molti esponenti locali non è rimasto che rifugiarsi sotto l’ala protettiva di Donato. Ma, ecco la sorpresa (fino a un certo punto), sono emersi alcuni dubbi nello stesso schieramento di centrodestra.
Il più solerte a riposizionarsi è stato Tallini, a ruota il rappresentante dell’Udc Vincenzo Speziali che vuole vedere le carte prima di giocare. Una vera e propria contaminazione, che lambisce anche altri rapporti. Per esempio la posizione di Fratelli d’Italia. Che fa? È da Natale che il tavolo romano del centrodestra non si riunisce perché – si dice – che la Meloni abbia una visione diversa rispetto a Berlusconi e Salvini. La qualcosa si riverbererebbe in periferia. E i segnali si sono già visti. Per esempio, nei giorni scorsi è sorta una polemica perché la riunione del Coordinamento dei Presidenti delle Commissioni per le Politiche Europee delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome s’è tenuta a Catanzaro e non a Reggio Calabria. Ma questo è il meno. Il vulnus sarebbe stato un altro. Il mancato invito al presidente del Consiglio regionale, il leghista Filippo Mancuso.
Altri venti di burrasca sono in arrivo. Il candidato Valerio Donato ha dichiarato che è ora che il Consiglio regionale torni a Catanzaro. Gli ha risposto il capogruppo Fdi, Giuseppe Neri: «Valerio Donato ha il compito e il dovere di redigere un programma valido per amministrare la città di Catanzaro, e qualora riuscisse nell’intento, dovrebbe sforzarsi di garantire un buon governo ai cittadini catanzaresi».

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