TORINO Prosegue il processo d’Appello nato da una parte dell’inchiesta “Barbarossa” sulla presunta presenza della ‘ndrangheta nell’Astigiano.
Secondo quanto appreso nell’ultima udienza e riportato da La Stampa, sarebbero spuntati fuori tre nuovi supertestimoni che potrebbero corroborare l’impianto accusatorio portato avanti dalla Dda di Torino. Fissata l’audizione tra gli altri, anche di un collaboratore di giustizia in questo secondo grado di giudizio.
Il filone procedimentale al vaglio dei giudici della Corte d’Appello torinese riguarda nello specifico sette imputati che, in primo grado, il 12 dicembre 2020, furono condannati a pene comprese fra i sette mesi e i nove anni di reclusione.
Secondo i magistrati piemontesi, esisterebbe una vera e propria “locale” di ‘ndrangheta nella provincia di Asti, in particolare nel centro di Costigliole, in grado di replicare schemi e condotte della “casa-madre” calabrese anche su un territorio diverso da quello storico. Tra i reati-fine contestati alla presunta associazione ci sono infatti estorsioni, traffico di stupefacenti e altre ipotesi che tendono anche a ricostruire il radicamento della consorteria nell’economia locale, finanche nel settore sportivo. Nel fascicolo di Torino compaiono infatti anche i nomi di tre società dilettantistiche. Nella relazione introduttiva fatta dai magistrati vengono narrati una serie di episodi atti a dimostrare come la ‘ndrina controllasse il territorio.
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