COSENZA La Pasqua si avvicina e giunge, quest’anno, in un clima di forte preoccupazione determinato dalla guerra e dai rincari che stanno colpendo fortemente le famiglie. Nonostante le difficoltà gli italiani non rinunceranno a festeggiare, seppure riducendo il budget e facendo qualche rinuncia. Come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha monitorato i costi dei prodotti tipici che nel 2022 costano mediamente il +3% rispetto allo scorso anno. Dallo studio emerge un andamento differenziato dei prezzi, a seconda dei prodotti e del canale di vendita. I settori che segnano gli aumenti maggiori sono quello delle uova fresche (+9%) e delle colombe (+8%). Dopo il boom dei prezzi registrati negli ultimi due anni per le uova di Pasqua, soprattutto online, quest’anno tali prodotti segnano lievi diminuzioni. Per quanto riguarda le modalità con cui gli italiani si apprestano a festeggiare la Pasqua, dal nostro monitoraggio emerge che appena 1 famiglia su 10 trascorrerà il pranzo di Pasqua o di Pasquetta fuori casa, un dato nettamente in calo rispetto al periodo pre-covid. Un andamento su cui incidono diversi fattori, in primis la grave crisi dei bilanci familiari dovuta ai rincari dell’energia, nonché all’aumento dei menu di Pasqua nei ristoranti pari al 4-5%. Ecco perché in molti opteranno per il pic-nic o per il pranzo in agriturismo, all’insegna della tradizione, della natura e del risparmio.
«Denunciamo e continueremo a farlo gli aumenti sul gas, l’energia e carburanti a cui si aggiunge l’aumento dei beni sui prodotti alimentari che derivano dall’agroindustria su cui incide non solo il rincaro del gasolio ma anche quello per l’importazione delle materie prime». Lo dice al Corriere della Calabria, Mimma Iannello presidente di Federconsumatori Calabria. «A Pasqua – aggiunge – peseranno gli aumenti sulla ristorazione e per la preparazione dei pasti in famiglia: si registrano rincari su farine, uova, pesce, carne e colombe pasquali». Iannello consiglia «di verificare con attenzione le “offerte”, valutando bene i prezzi prima degli acquisti, di servirsi dai negozianti di fiducia e di privilegiare i prodotti a “km 0” e quelli della trazione calabrese che risentono meno degli aumenti».
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