CATANZARO A Catanzaro una Pasqua tra gli ultimi, nel segno della giustizia sciale ma anche della legalità. Una Pasqua speciale, in tempi così difficili, soprattutto in Calabria. L’arcivescovo metropolita della Diocesi di Catanzaro-Squillace oggi è stato in visita nel quartiere Santa Maria al Centro calabrese di solidarietà, che si occupa del recupero delle persone alle prese con tossicodipendenze o vittime di violenza e in generale del sostegno alle fasce deboli della popolazione. Monsignor Maniago è stato accolto dalla presidente del Centro calabrese di solidarietà, Isa Mantelli, dagli operatori e dai volontari e da tutti gli ospiti del Centro, con i quali ha pranzato e si è intrattenuto per una giornata davvero speciale. Un gesto molto significativo, quello dell’arcivescovo catanzarese, che è tornato di nuovo al Centro calabrese di solidarietà – è stata la prima struttura a visitare quando si è insediato a novembre – dopo che nei giorni scorsi il Centro ha subito un’intimidazione, un colpo di pistola sparato all’indirizzo di una struttura, nel quartiere Aranceto, nella quale gli operatori stavano svolgendo un’attività di inclusione sociale. “Porto un messaggio, quello – ha sostenuto monsignor Maniago – della resurrezione della Pasqua che è un messaggio di vita nuova, e qui la sfida è proprio credere che ci sia una vita nuova. Siamo qui per incoraggiare questo cammino e testimoniare che ci crediamo con loro. Poi è una giornata importante perché il vescovo ha bisogno di stare in una comunità come quetsa perché è una famiglia, e sono stato accolto come in una famiglia da queste persone che hanno tanto da insegnare per la loro forza, alimentata anche da tanti operatori, e per la loro incessante ricerca di una dignità perduta. E’ una grande lezione per tutti, anche per il vescovo, perché – ha concluso monsignor Maniago – scopri che la dignità che ci dona il Signore è un bene preziosissimo, che va custodito sempre e da tutti”. (redazione@corrierecal.it)
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