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Pasti scadenti e pazienti senz’acqua al “Giovanni II” di Lamezia. «Intervenga il prefetto»

Lettera dei responsabili di Cittadinanzattiva e del Tribunale per i Diritti del Malato, Lentidoro e Isabella: «Settimane di “Passione” per i degenti»

Pubblicato il: 17/04/2022 – 8:00
Pasti scadenti e pazienti senz’acqua al “Giovanni II” di Lamezia. «Intervenga il prefetto»

LAMEZIA TERME Settimane di “Passione” dei degenti dell’ospedale Lametino per le ormai quasi consolidate criticità nella fornitura dei pasti. A denunciare i disservizi Felice Lentidoro e Fiore Isabella, rispettivamente responsabili di Cittadinanzattiva e del Tribunale per i Diritti del Malato di Lamezia Terme. Un quadro disarmante che ha spinto i due esponenti del mondo dell’associazionismo militante a scrivere una lettera appello al prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta. In particolare Lentidoro e Isabella, scrivono «ottemperando alla nostra attività di volontariato abbiamo raccolto ripetute segnalazioni dell’utenza che ci informava di forti criticità nel servizio mensa dell’ospedale “Giovanni Paolo Secondo” di Lamezia Terme». «Successivamente, il 6 aprile u.s, monitorando quotidianamente l’evolversi delle criticità nella fornitura dei pasti ai degenti – denunciano i due responsabili delle associazioni civiche – abbiamo deciso di inviare una lettera, tramite Pec, al Direttore generale dell’Asp, dottor Lazzaro, per conoscere i motivi del disagio nella fornitura dei pasti e le iniziative da intraprendere per rimuoverlo. Nonostante il disagio continuasse a pesare sui nostri malati, al momento, nessun cenno di attenzione da parte del destinatario delle nostre segnalazioni ci è stato indirizzato».
«Eppure le criticità continuano a persistere», fanno presente ed elencano al prefetto i disservizi. Dai «pasti quotidiani distribuiti parzialmente e mai comprensivi di tutti gli alimenti necessari a garantire l’assunzione di sostanze dieteticamente bilanciate» fino alla «riduzione quantitativa dei pasti sistematicamente depennati, a volte del primo piatto, a volte del secondo o di altri elementi indispensabili a garantire l’equilibrio nutrizionale». Ed ancora «pasti non garantiti ai pazienti con particolari patologie (vedi diabetici) bisognosi di diete rigorosamente individualizzate» e «carenza nell’approvvigionamento dell’acqua per i pazienti che ha suggerito agli operatori del reparto di Chirurgia, compreso il primario, di acquistarla per non lasciare i degenti senza il prezioso liquido».
Da qui la decisione di vergare la missiva, spiegano, per chiedere al prefetto un «autorevole intervento finalizzato a rimuovere le cause del disagio che i degenti dell’ospedale di Lamezia Terme sono, oltre alle patologie di cui sono portatori, costretti a sopportare».
Ed infine Lentidoro e Isabella si dicono «fiduciosi in un suo tempestivo intervento» e si sono dichiarati «disponibili» ad incontrare il prefetto per «ulteriori chiarimenti». (rds)

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