COSENZA «Sono necessari continui sforzi ed investimenti in nuove tecnologie, è un campo in continua evoluzione e bisogna stare al passo con le innovazioni per dare risposte costanti ai pazienti e per pareggiare l’offerta sanitaria delle altre grandi realtà». Lo dice – al Corriere della Calabria – il dottore Gianfranco Scarpelli, direttore primario del reparto di Neonatologia all’Ospedale Annunziata di Cosenza. Negli scorsi giorni, il reparto si è dotato di dieci nuove termoculle. «Un acquisto tanto atteso quanto necessario».
L’usura del tempo e le caratteristiche obsolete delle incubatrici in dotazione alla Unità operativa complessa «acquistate nel 2000/2001» avevano costretto i sanitari ad utilizzare solo sei termoculle. Con tutti i disagi del caso. «Oggi – continua Scarpelli – riusciamo ad adeguarci anche in termini di assistenza ventilatoria.
I neonati hanno necessità di monitoraggi continui e le macchina andrebbero cambiate ogni cinque anni». Ad ostacolare il lavoro intrapreso dal dottore Scarpelli e dei medici e sanitari del reparto di neonatologia è stato il Piano di Rientro «ed alcune disposizioni emanate in passato dalla struttura commissariale che hanno bloccato e impedito qualsiasi investimento in innovazione tecnologica». «Il personale è il problema più importante dell’azienda – aggiunge Scarpelli – e si sta risolvendo con notevole difficoltà. Il commissario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza Isabella Mastrobuono si sta occupando di alcuni nodi e speriamo nelle prossime settimane di riuscire a trovare una soluzione definitiva.
La situazione è emergenziale».
Le incubatrici di ultima generazione aiutano «i bambini con problemi respiratori e sottoposti a procedure complesse, neonati con un peso inferiore a 700-800 kg», dice Scarpelli. Che aggiunge: «I piccoli devono avere temperatura e umidità adeguata e grazie alle termoculle riusciamo a monitorare tutti i parametri e addirittura controllare il peso del neonato».
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