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«Ama il prossimo tuo. Lo scandalo di Papa Francesco»

«Quando finirà – perché anche questa guerra un giorno finirà –, non resteranno che macerie: città rase al suolo, campagne sventrate, fosse comuni, milioni di persone sradicate, donne e uomini viol…

Pubblicato il: 19/04/2022 – 7:45
di Francesco Bevilacqua*
«Ama il prossimo tuo. Lo scandalo di Papa Francesco»

«Quando finirà – perché anche questa guerra un giorno finirà –, non resteranno che macerie: città rase al suolo, campagne sventrate, fosse comuni, milioni di persone sradicate, donne e uomini violentati, torturati, umiliati, soldati resi folli dal rimorso, economie devastate. E poiché – come abbiamo visto di recente in Afghanistan e come vediamo tutti i giorni in Terra Santa – nelle guerre moderne non è così semplice vincere, nessuna delle parti potrà seriamente vantarsi di aver atterrato l’avversario.
Le distruzioni che si profilano non sono solo quelle che ci mostrano i telegiornali. La guerra farà danni anche dove non saranno arrivate le bombe. L’Europa pagherà un prezzo altissimo in termini economici, a causa della crisi energetica e delle sue conseguenze. E gran parte dei paesi del Mediterraneo si troveranno di fronte ad una penuria di derrate alimentari mai vista, anche a causa della carenza di cereali e fertilizzanti. Ma il lascito peggiore della guerra sarà l’odio fra popoli. Perché, come sempre accade in questi casi, le rispettive propagande avranno convinto gli uni e gli altri che il demonio è dall’altra parte.
Perciò, il gesto di Papa Francesco, durante la Via Crucis al Colosseo, resterà come il simbolo più commovente di chi si oppone alla barbarie di questa guerra ed a quella di tutte le guerre. Contro ogni critica ottusa ed ipocrita, contro il ricatto di chi si è rifiutato di trasmettere la Via Crucis in televisione, contro i rigurgiti di odio nell’Europa cristiana, Francesco è stato irremovibile. I volti di Irina e di Alina, ucraina la prima, russa la seconda, che insieme hanno portato la croce alla tredicesima stazione, quella in cui Gesù muore sulla Croce, hanno mostrato a tutto il mondo la via da seguire: quella della riconciliazione e dell’amore. E non è necessario attendere che i cannoni smettano di tuonare: i popoli nemici in guerra non sono obbligati ad odiarsi; nessuno può impedire loro di abbracciarsi, come hanno fatto Irina ed Alina. Dimostrando al mondo intero che l’amore può tutto.
L’intuizione più straordinaria del Cristianesimo – al netto degli gli errori commessi dagli uomini, del dogmatismo, dell’integralismo, – è quel comandamento (“il più grande”), che non si trova scritto sulle tavole della legge e che affascinò anche Benedetto Croce: “ama il prossimo tuo come te stesso”, cui non segue alcuna eccezione. Gesù, infatti, quando lo pronuncia nel Vangelo, non aggiunge: “salvo che si tratti del tuo nemico”.
Ancora oggi gli esegeti, i teologi, gli storici stentano a capire come quell’esortazione sia potuta nascere in una società tribale, violenta, divisa in classi, poco incline alla pietà ed alla misericordia. Eppure, gli evangelisti sono concordi nel metterla in bocca a Gesù. E Matteo gli fa dire: “Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.” Ecco perché Papa Francesco, Irina ed Alina, la notte che ci ricorda gli uomini che crocifissero Gesù, sono stati gli unici, sinora, che abbiano davvero cercato una pace che a tanti pare scandalosa e impossibile».

*Avvocato e scrittore

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