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Strage del Mottarone, la Cassazione rimette in libertà i due indagati

I giudici della Suprema Corte hanno annullato gli arresti domiciliari di Nerini e Perocchio. Sono al centro dell’indagine

Pubblicato il: 19/04/2022 – 15:30
Strage del Mottarone, la Cassazione rimette in libertà i due indagati

TORINO La Cassazione ha annullato con rinvio a una nuova sezione del Tribunale del Riesame di Torino il provvedimento con cui lo scorso ottobre era stato accolto il ricorso della Procura di Verbania e disposti gli arresti domiciliari per Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, due degli indagati per la tragedia del Mottarone.
In particolare i giudici della Suprema Corte hanno annullato la decisione del Riesame nei confronti di Enrico Perocchio, il direttore di esercizio della funivia, limitatamente alla scelta della misura, mentre non si è pronunciata sulle esigenze cautelari e sul quadro indiziario che quindi sono confermati.
Nei confronti di Luigi Nerini, il titolare della concessione dell’impianto, la Suprema Corte ha invece annullato l’intero provvedimento del Riesame di Torino. Ora per capire quale sia il punto o i punti da rivalutare, si attendono le motivazioni.
Venerdì scorso si era tenuta l’udienza per discutere il ricorso delle difese contro la decisione dei giudici torinesi di ribaltare l’ordinanza con cui il gip di Verbania Donatella Banci Buonamici il 29 maggio scorso aveva respinto la richiesta di convalida del fermo per i due e per il capo servizio Andrea Tadini, e anche la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura eccetto che per Tadini, posto ai domiciliari.

La vicenda processuale

Il 26 maggio, tre giorni dopo la tragedia in cui sono morte 14 persone e solo un bimbo, il piccolo Eitan, è sopravvissuto, i tre furono fermati dal Procuratore della Repubblica Olimpia Bossi e dal pm Laura Carrera, titolari dell’indagine. I pm avevano poi impugnato il provvedimento del gip e lo scorso ottobre il Riesame aveva rilevato l’esistenza delle esigenze cautelari disponendo i domiciliari per Nerini e Perocchio. Dopodiché il ricorso in Cassazione delle difese contro l’ordinanza.
A differenza di Tadini, arrestato e poi tornato libero per decorrenza dei termini, ai due non è mai stata applicata una misura cautelare.

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