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Fondi per i Tfr “scomparsi”, assunzioni (e consulenze) senza regole. Lo sprofondo dei Consorzi di Bonifica

La Sesta Commissione mette in fila responsabilità «condivise» con la Regione. Sul debito si punta ad accordi transattivi. Ma resta l’ipotesi di «scioglimenti» e commissariamenti per i casi più gravi

Pubblicato il: 20/04/2022 – 6:55
Fondi per i Tfr “scomparsi”, assunzioni (e consulenze) senza regole. Lo sprofondo dei Consorzi di Bonifica

CATANZARO «Le responsabilità dell’attuale situazione economico-finanziaria e gestionale sono condivise tra Consorzi e Regione». È in questo passaggio, che sancisce il concorso di colpa tra due livelli amministrativi, il senso della proposta di risoluzione votata dalla Sesta Commissione e pensata per rimettere sui binari giusti i Consorzi di bonifica. La condivisione delle responsabilità ridimensiona, ma non del tutto, lo scontro emerso negli ultimi mesi, durante l’inchiesta della Commissione Agricoltura. Divisione basata su due cifre monstre: i Consorzi reclamavamo 60 milioni dalla Cittadella regionale come crediti per l’attività di forestazione svolta dal 2001 in base ai Piani annuali approvati dalla giunta. Da Catanzaro, invece, sulla base di un lavoro di ricognizione arrivato a compimento ai primi di aprile, spiegavano che i Consorzi avrebbero dovuti restituire alla Regione 170 milioni di euro.
Contrasto difficile da dirimere, a meno che non si voglia ricorrere al giudizio di un tribunale. Eventualità che (forse) la risoluzione approvata ieri tenta di scongiurare nella parte in cui chiede di trovare accordi transattivi sui contenziosi. Smussare gli angoli, laddove possibile. Ma senza tralasciare l’ipotesi di interventi duri (leggasi scioglimento e commissariamento) per i Consorzi in cui si riscontrino anomalie gravi. E le anomalie menzionate nel documento finale sono non di poco conto.

Il “peccato originale”: i 2.665 forestali assegnati ai Consorzi

Iniziamo da uno dei peccati originali: «a far data dal 01/01/2004 la Regione ha trasformato i contratti degli Operai idraulico forestali (Oif) da tempo determinato a tempo indeterminato, senza adeguata copertura finanziaria e con un notevole aggravio anche sui bilanci dei Consorzi a cui ne sono state assegnate 2.655 unità». Inizio di un percorso non esattamente virtuoso. Perché «nel corso degli anni i fondi regionali e statali per la Forestazione e per le altre attività in capo ai Consorzi sono stati ridotti». Una «situazione insostenibile»: così l’hanno descritta i dirigenti sentiti in consiglio regionale. Viziata, anche, da mancanze gravi dei Consorzi, che «non hanno accantonato i fondi Tfr per i lavoratori e non hanno versato i contributi Inps previsti». In alcuni casi, «a fronte della trattenuta in busta paga, vi sono ritardi e mancati versamenti del rateo della cessione del quinto dello stipendio verso compagnie bancarie, finanziarie e assicurative».

Gestioni allegre e «dispendiosi incarichi esterni per le progettazioni»

Le gestioni “allegre”, poi, hanno fatto sì che, «nonostante la maggior parte dei bilanci dei Consorzi presentino disavanzi consistenti, si continua ad aggravare il disequilibrio economico con una gestione dei costi superiore ai ricavi» e «in diversi Enti si è continuato ad assumere personale a tempo indeterminato a fronte di risorse finanziarie inadeguate». Il personale, peraltro, sarebbe male assortito, visto che in alcuni enti «vi è un esubero di personale amministrativo e una mancanza di personale tecnico». Questi enti, gravati da «una mole consistente di contenziosi di varia natura», sono costruiti attorno a piani industriali «approvati dalle precedenti giunte regionali» che «risultano inidonei rispetto al contesto attuale, alle funzioni e ai servizi che sono tenuti a garantire». I problemi sono strutturali: manca «una fase di coordinamento dei Consorzi da parte di Urbi/Anbi per ottimizzare ed efficientare i complessivi costi di gestione, in particolare relativamente alla mancanza di una pianificazione strategica d’insieme che ha generato, per ogni singolo Consorzio, il conferimento di un elevato numero di dispendiosi incarichi esterni per le progettazioni». E la Regione, con il ritardo nell’approvazione degli attuali piani di classifica, avvenuta nel 2017, ha generato contenziosi e mancati introiti per i Consorzi». Sono tanti i ritocchi necessari per migliorare i conti e le politiche gestionali.

Normativa da rivedere e «accordi transattivi sui contenziosi»

Per questo motivo, entro trenta giorni, i dipartimenti regionali “Agricoltura Risorse Agroalimentari e Forestazione”, “Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e Difesa del Suolo” ed “Economia e Finanze” sono chiamati a lavorare insieme per arrivare a un accertamento definitivo dei crediti/debiti nei confronti dei Consorzi Bonifica; a istituire un tavolo tecnico con Inps per un accordo transattivo per i debiti maturati da parte dei Consorzi in relazione ai contributi non versati verso l’ente previdenziale; a indicare alla giunta regionale i Consorzi di Bonifica che nel corso degli anni hanno presentato evidenti anomalie contabili e gestionali». E, infine, ad «affiancare la Sesta Commissione permanente nel processo di revisione della normativa regionale che disciplina il settore dei Consorzi di Bonifica». La giunta regionale, da parte sua, è chiamata a reperire le risorse finanziarie da destinare in un fondo vincolato per il pagamento dei Tfr e per la contribuzione Inps. E a reperite «le risorse finanziarie, per come previsto dalle leggi regionali di riferimento, per le funzioni demandate ai Consorzi di Bonifica, avendo cura di vincolare prioritariamente queste somme al pagamento delle spettanze arretrate dei lavoratori consortili». Altro aspetto da valutare, per il personale consortile, è «la possibilità di esodo incentivato, di forme di lavoro flessibile e percorsi formativi di riqualificazione». Così come «la possibilità di effettuare accordi transattivi sui contenziosi in essere». Infine, all’esecutivo sarà chiesto di impegnarsi «a sciogliere, a ogni effetto formale, gli organi di amministrazione dei Consorzi che risulta presentino gravi anomalie contabili e gestionali con conseguente nomina di un Commissario straordinario». (ppp)

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