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L’operazione

Traffico di coca in Sardegna con i calabresi, sigilli ad un tesoretto da mezzo milione

I carabinieri hanno sequestrato beni mobili ed immobili riconducibili a due fratelli ad Olbia. Avrebbero organizzato la rete di narcotraffico

Pubblicato il: 21/04/2022 – 13:12
Traffico di coca in Sardegna con i calabresi, sigilli ad un tesoretto da mezzo milione

OLBIA Beni mobili ed immobili, conti correnti e strumenti finanziari di investimento, per un valore di circa mezzo milione di euro, sono stati sequestrati dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia, con il supporto dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sardegna” e di due unità cinofile di Abbasanta e il supporto aereo di un elicottero del 10° Nucleo Elicotteri di Olbia-Venafiorita, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Barber Shop”. Si tratta dell’operazione che ha smantellato un’organizzazione finalizzata al traffico e allo spaccio di cocaina con triangolazioni in Calabria. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, è partita nel 2017 e si è conclusa nel febbraio 2020 portando all’arresto di 16 persone tra cui appunto alcuni calabresi. Al centro dell’indagine i fratelli olbiesi Antonio e Francesco Salerno che sarebbero, secondo l’accusa le menti dell’organizzazione con base ad Olbia. Sarebbero stati loro ad intrattenere rapporti con i calabresi per la fornitura della coca ed avrebbero gestito il traffico di cocaina fra Sardegna, Campania e Calabria direttamente dalla bottega di barbiere di Francesco, a Olbia.

Le indagini

Due case, un lotto di terreno esteso 2500 mq, un garage, quattro autovetture, due motocicli, due conti correnti, due carte di pagamento elettronico prepagate e dieci polizze assicurative vita-morte, per un importo complessivo che si aggira intorno al mezzo milione di euro. È il tesoretto sequestrato oggi dai carabinieri ai fratelli olbiesi Antonio e Francesco Salerno e ai loro familiari nell’ambito dell’operazione per traffico di droga “Barber shop” avviata nel 2017 e conclusa nel febbraio 2020, che vede i Salerno a processo al Tribunale di Tempio accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.
Gli inquirenti hanno accertato che i possedimenti dei parenti dei Salerno avevano un valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e all’attività economica svolta. Questo ha fatto ritenere che le proprietà siano il frutto dell’attività illecita o ne abbiano costituito il reimpiego.

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