CATANZARO “Pnrr, Pon Salute e DM 71: è adesso il tempo per la riforma sanitaria in Calabria”. È il tema dall’Agorà democratica che si è tenuto in diretta facebook sulla pagina del Partito democratico della Calabria i cui lavori sono stati coordinati da Carlo Guccione.
Ed è stato il responsabile Pd Salute per il Mezzogiorno che, in apertura dei lavori ha raccontato lo stato di salute del sistema sanitario calabrese ed ha sottolineato come «la novità sostanziale sia il Pon Salute nato dalla sinergia tra ministero della Salute e quello del Sud». Ricordando che questo strumento prevede 625 milioni di euro destinati al Sud per investimenti nel settore. «Non dobbiamo commettere gli errori del passato – ha ammonito Guccione -. La nostra esperienza è quella che ha portato a chiudere 21 ospedali e non sono mai nate le case della Salute. È stato desertificato il territorio sanitario calabrese. Dovevano nascere 13 case della salute, abbiamo le risorse da oltre 15 anni ma nessuna struttura è stata mai realizzata». Da qui le aspettative del Dm 71 che, per Guccione «avrà un grosso impatto anche per Calabria». «Si può aprire una nuova stagione – ha detto prima di passare la parola – non fatta di tagli. Ma di rilancio del sistema sanitario»
«Le Agorà democratiche – ha detto Nicola Irto, segretario regionale Pd – stanno rappresentando un’occasione per aprirci all’esterno ed affrontare i veri problemi della Calabria. Per noi che siamo un grande partito questo è importante per confrontarci a tutti i livelli».
Per Irto, l’occasione è utile per elaborare «una proposta che possiamo rilanciare per una riforma sanitaria compiuta per la nostra regione». «Se si riesce ad attuare quanto previsto dal Pnrr – ha evidenziato Irto – sarebbe qualcosa di straordinario per la nostra regione. Perché le risorse sono principalmente orientate sulle infrastrutture e quindi sul miglioramento dei nostri ospedali, sulla digitalizzazione e su tutto quello che ne conseguente. Un’azione strategica per la nostra regione».
A proposito del Pon Salute, Irto ha sottolineato come questa novità sia importante perché «denota la consapevolezza europea che il grado di civiltà si misura con la capacità di quel territorio di offrire servizi sanitari adeguati».
Ma il segretario dem non ha risparmiato di lanciare una stoccata politica a Roberto Occhiuto. «Noi come Pd arriviamo ad una seconda iniziativa in tema sanitario – ha detto Irto – che tramuteremo in proposte di legge regionale. Non voglio fare polemica politica, ma il governatore e commissario alla sanità ha chiesto al presidente dell’Albania l’invio di medici e infermieri. Al netto della richiesta di aiuto di cui non c’è mai motivo di vergognarsi, noi però abbiamo necessità di discutere di proposte di riforma attuabili. Noi offriremo delle proposte e su quella vorremmo confrontarci. Le risorse ci sono, serve il coraggio di fare scelte».
Prendendo la parola Sebastiano Andò, direttore del Centro sanitario dell’Università della Calabria, ha esposto riflessioni critiche sul decreto 71. «Siamo molto interessati a questo strumento – ha esordito -. Ma occorre valutare la congruità delle risorse che disponiamo rispetto alle esigenze che abbiamo». La preoccupazione di Andò, deriva dall’assunzione del personale. Secondo il direttore del centro sanitario dell’Unical, che ha citato le somme messe a disposizione per gli infermieri di prossimità esisterebbe «una profonda differenza con la reale entità delle risorse programmate». «Oltre agli infermieri di prossimità – ha ricordato – lavoreranno altre figure professionali. Da qui emerge la profonda dissociazione tra impegni di spesa e reale utilizzo».
Secondo Andò, «il problema fondamentale è che una parziale riforma rischia di darci strutture vuote e soprattutto con infrastrutture insufficienti. Con il rischio di creare più disservizi che servizi».
Franz Caruso, sindaco di Cosenza, intervenendo ha sottolineato come «il Pnrr, il Fondo sanità e il decreto 71 sono strumenti importantissimi per realizzare una riforma sanitario».
Il sindaco ha poi toccato il tema del commissariamento evidenziato come «dopo 13 anni di commissariamento abbiamo assistito al peggioramento della qualità sanitaria in Calabria». Quindi l’obiettivo vero in campo sanitario per Caruso «deve essere quello di superare il commissariamento». «Avrei voluto una sanità pubblica nelle mani dello Stato – ha poi detto – ma è una visione politica».
Il sindaco di Cosenza ha sottolineato come «ancora oggi esista un dislivello tra sud e nord del Paese». «Basterebbe copiare esperienze positive di altre regioni virtuose – ha sostenuto – per evitare l’emigrazione sanitaria dei nostri cittadini».
A proposito dell’hub di Cosenza, Caruso ha ribadito la scelta di Vaglio Lise. «Cosenza – ha detto a questo questo proposito – deve svolgere una funzione propulsiva su tutto il territorio. Quell’area è centrale per l’intero hinterland».
Il sindaco ha poi ricordato che per realizzare le opere si «possono utilizzare non solo le risorse straordinarie». E poi Caruso ha posto il tema dell’organico, «abbiamo bisogno di migliorare la qualità del nostro personale sanitario» e delle attrezzature. «Dobbiamo fare in modo tale che non solo la sanità sia capace di offrire sedi adeguate – ha detto – ma anche strumenti tecnologici all’altezza».
Nel suo intervento Sandra Zampa, segreteria nazionale del Pd e responsabile Salute dei dem ha posto l’accento sul ruolo del partito. «Credo – ha esordito – che dobbiamo accompagnare le nostre analisi e le proposte che metteremo in campo».
Zampa ha evidenziato come «il Pon Salute destina al Mezzogiorno e alla Calabria una quantità di risorse mirate che si aggiungono a quelle del Pnrr». Ed ha ricordato che «il dm 71 è stato approvato ieri sera» e «le risorse ammontano a 10 miliardi in più perché si sommano anche quelle messe a disposizione dal ministro Speranza».
Per Zampa, in tema di sostegno alla sanità dei territori «abbiamo finalmente imboccato la strada giusta» e «la Calabria deve saper cogliere questa occasione».
Anche per l’esponente dem, «l’obiettivo deve essere il superamento del commissariamento in Calabria. Ed il Pd deve saper interpretare queste esigenze». Andando poi ad alcune proposte concrete, Zampa ha lanciato un’idea: «Mi piacerebbe che il Pd si facesse parte attiva nella campagna di screening oncologici in Calabria». Questo perché «c’è un abisso nei dati di adesione tra nord e sud». Un’iniziativa utile per la responsabile Salute del Pd, «per comprendere anche perché la popolazione non aderisce a queste iniziative» e per rilanciare «grandi campagne di sensibilizzazione da far avviare dalla Regione».
«Abbiamo dato un grande contributo per migliorare la qualità della sanità calabrese». Ha sostenuto Anna Domenica Mignuoli, presidente dell’associazione all’Ostetrica intervenendo al forum. Ma serve ancora molto impegno visto che, secondo Mignuoli, «il divario esiste anche nel nostro campo, ad esempio nei tagli cesari». Per questo Mignuoli ha sottolineato come, «il Pnrr è una grande occasione che non possiamo farci sfuggire». «La grande scommessa – ha detto – sarà quella di investire sulla sanità dei territori. Lo abbiamo compreso ancora una volta con l’esperienza del Covid».
«Abbiamo chiesto di potenziare i consultori – ha poi aggiunto – e di dotarli di tutte le figure professionali. Avere un’equipe completa significa offrire un servizio reale alla popolazione». Ricordando che oggi era la giornata della salute delle donne, Mignuoli ha afferma, in conclusione, che «la Calabria deve mettere al centro la salute delle donne per invertire la tendenza che vede la regione fanalino di coda in Italia».
«Ci sono 15,63 miliardi da spendere – ha esordito nel suo intervento Elio Bozzo, Medico e già direttore del Distretto Sanitario Cosenza. Sette nella rete di prossimità». Per Bozzo però questi «soldi non sono sufficienti a centrare l’obiettivo che si propone il Piano». Questo perché, secondo l’ex direttore del distretto sanitario cosentino, «credo che questo piano si ritagli meglio a quelle realtà avanzate, ma non per la Calabria».
Citando il caso del personale ha ricordato che «il dm 71 prevede di assorbire il personale e spostarlo. Una soluzione che non si può applicare in Calabria. Siamo nelle condizioni peggiore per fare fronte a questo piano di rinascita».
Secondo Bozzo, la prima condizione per rilanciare la sanità calabrese è quella «dell’azzeramento del debito sanitario». «Diversamente saremo sempre in sofferenza», ha concluso.
Secondo Sergio Arena, primario all’Ospedale di Crotone ed ex commissario Asp Crotone, «la sostenibilità dei servizi è data dalla qualità del personale». «Oltre all’assunzione del personale – ha sostenuto – serve anche la capacità di assistere un malato cronico sul territorio. Occorre saper lavorare in equipe».
Secondo l’ex commissario dell’Asp, «la presa in carico del paziente deve essere completa». Da qui la proposta di Arena di una maggiore collaborazione con il mondo universitario per formare «le professionalità necessarie». A proposito delle risorse del Pnrr, Arena le ha considerato «un’occasione per staccare un tagliando alla sanità».
Per Franco Mammì, medico Pediatra, «la riforma della sanità è già partita con l’edilizia sanitaria, ora è il tempo di riempire queste strutture».
Secondo il pediatra, «occorre recuperare personale e formarlo». Da qui la proposta di lanciare «piano straordinario di assunzioni ma anche un piano straordinario di formazione per dare risposte aderente alla realtà».
Mammì ha poi ricordato che «finora la risposta sanitaria in Calabria è stata solo ospedaliera». Per questo ha definito quella che la Calabria si appresta a vivere «una stagione straordinaria». «Si va verso il territorio – ha detto – si va verso la medicina territoriale. Un modo diverso a cui non siamo abituati a lavorare. Per questo occorre formare il personale fin da subito per sfruttare questa rivoluzione. Non dobbiamo attendere che si costruiscano le case di comunità e le strutture, ma partire con la formazione del personale. Avviare per questo una collaborazione con le Università».
Mimma Iannello, presidente Federconsumatori Calabria, ha posto l’accento sulla spesa sanitaria che pesa sui cittadini: «Sappiamo bene cosa significa per i calabresi dover accedere a cure private». Per questo, secondo Iannello la vera sfida sarà quella di «come possiamo cambiare l’accesso ai servizi sanitari ed integrati a quelli sociali». «Non possiamo pensare che con il “caro vita” – ha sottolineato – che pesa sui cittadini siano loro a dover spendere per accedere ai servizi».
La presidente di Federconsumatori ha poi posto l’accento sul corretto uso delle risorse del Pnrr. Soprattutto «per una regione come la nostra commissariata da anni e che ha affossato quel poco di buona sanità pubblica che esisteva». Per questo Iannello ha chiesto «attenzione e impegno a che la Calabria venga portata ad una situazione di normalità». E sulla programmazione ha lanciato un atto d’accusa. «È mancata la partecipazione alla stesura del Piano. Non possiamo solo limitarci a leggere un documento che già prevede il futuro della rete. Che è stato già deciso tutto».
«Oggi la Calabria fa registrare i livelli di assistenza sanitaria più bassi d’Italia ma anche il debito sanitario che è aumentato a seguito del commissariamento». Ha detto in conclusione Peppe Provenzano, vicesegretario nazionale del Pd. «Credo che a questo punto si debba parlare di un debito dello Stato italiano verso la Calabria. Lo dico anche da ex ministro per il Sud che ha vissuto quella vicenda imbarazzante del rinnovo del commissariamento».
«Credo che le leve che sono state individuate (Pnrr, Pon e dm 71) – ha poi aggiunto – ci consentano di approcciare al meglio la riforma». Secondo Provenzano, «la riforma non taglia, ma allarga i diritti. Deve superare le disuguaglianze. Questa è la premessa per restituire le competenze alla Regione».
Anche per il vicesegretario dem c’è «l’esigenze del superamento del commissariamento» ma ha affermato «occorre anche maggiore coordinamento del governo per superare le diseguaglianze».
A proposito del Pon Salute, Provenzano ha rivendica la propria azione durante la sua attività da ministro. «La pandemia – ha poi affermato – ci ha fatto capire quanto sia essenziale offrire servizi sanitari sul territorio. Questo concetto vale ancor più in Calabria caratterizzata da tante aree interne». Per Provenzano, «la sanità rappresenterà il banco di prova per costruire una Calabria nuova e diversa».
Parlando del Piano di rientro calabrese, Provenzano ha sostenuto che «non può essere fatto sulla pelle dei cittadini» e soprattutto di quelli più poveri.
«Abbiamo assistito, inoltre, a un progressivo depauperamento delle nostre risorse umane e all’aumento del precariato – ha poi affermato – che hanno reso assai complicata la riorganizzazione dei servizi sanitari e la loro integrazione con i servizi socio-assistenziali. Un nodo fondamentale che dovrà essere affrontato in tempi rapidi».
Infine Provenzano ha fatto una riflessione interna al partito, «ho notato una voglia di riscatto che emersa nel dibattito».
«Cambiare è possibile soprattutto nel Mezzogiorno e lo abbiamo sperimentato in diverse occasioni. Quando c’è un ricambio della mentalità». Ed a questo proposito Provenzano ha sottolineato come «siamo un partito che è impegnato sul rinnovamento della classe dirigente. Lo abbiamo fatto in Calabria con Nicola Irto che sta riorganizzando il partito con l’approvazione e il pieno sostegno della segreteria nazionale». (r.desanto@corrierecal.it)
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